Giornata del diritto allo studio, inaugurazione di un novembre di fuoco per gli studenti

Al via anche a Barletta le lotte e le manifestazioni studentesche. «Per riprenderci il nostro futuro»

lunedì 19 novembre 2012
Si prospetta un novembre di fuoco per la scuola italiana: la settimana che si è appena conclusa ha visto protagonisti studenti e docenti di tutta la penisola partecipare agli scioperi e alle astensioni collettive per far sentire la propria voce che come sempre rimane inascoltata nel momento in cui viene presa una decisione governativa. Il filo conduttore che lega tutti gli studenti e docenti italiani è la concezione di manifestare concretamente per cercare di cambiare la situazione, scendere in strada e reclamare i propri diritti come dovrebbe fare ogni studente di questa nazione, scioperare per urlare i propri diritti al mondo intero soprattutto a chi pensa che i ragazzi siano inconsapevoli e accettino neutralmente le scelte che si facciano. Il qualunquismo in casi come questi è spesso nocivo.

Il 17 novembre, proclamato Giornata internazionale del Diritto allo studio, interpreta, nel suo significato estrinseco, la voglia di cambiamento legata alle lotte degli studenti, che le cronache spesso ci descrivono macchiate dal sangue. Per gli studenti barlettani si è trattata di una ulteriore occasione per far in modo che venga fatta luce su tematiche troppo spesso messe in secondo piano e che gli studenti invece affrontano giorno dopo giorno nel silenzio delle istituzioni. Gli ideali degli studenti barlettani scesi in campo ieri sono stati più forti delle avverse condizioni atmosferiche: "Restare a casa a riposare e vedere tutte le porcate che avvengono in politica per toglierci il futuro? Non è il caso", questa l'opinione diffusa tra i presenti contro l'opinabile decisione di molti di passare una mattinata di relax al caldo di casa propria. Con queste manifestazioni, si spera di poter far cambiare le opinioni di qualcuno da lassù, nei distanti palazzi di governo, opinioni e riforme considerate come "riordini" che tra l'altro non hanno riordinato nulla, peggiorando la situazione anche a quegli insegnanti precari che si sono ritrovati senza un lavoro o a diventare dei supplenti senza un incarico fisso. Le conseguenze le pagano gli studenti che si ritrovano come docenti, insegnanti diversi ogni anno e non solo, come possiamo leggere dall'estratto del commento della Rete degli Studenti Medi [che abbiamo pubblicato nell'approfondimento accanto ndr].

«2000 matricole idonee per la borsa di studio, 393 borsisti... Meno di un quinto delle persone che hanno bisogno di quei quattro soldi per pagarsi il treno e qualche libro li hanno avuti, il resto, a casa... Senza poi contare che ai primissimi posti c'è gente che quella borsa l'ha rubata a chi ne aveva veramente bisogno...». Allora, borse di studio si o borse di studio no? «Qui oltre a far lezione con gli ombrelli temiamo che si laceri il soffitto sulle nostre teste perchè sabbiamo che la stabilità è compromessa da tempo ed è evidente». Riparare le strutture o farsi grandi mostrando cordoglio alle famiglie di docenti e studenti feriti (per non pensare al peggio)? E questo è il minimo sottointendendo i costi esorbitanti della scuola che contribuiscono a mettere l'acqua alla gola a famiglie già in crisi e l'arretratezza del sistema educativo.

Facile dire che il cambiamento debba partire dagli studenti ma si invita chiunque a tener testa ai riordini più o meno sensati e alle decisioni inerenti la pubblica istruzione: è un disastro e una tortura psicologica per tutti coloro che la scuola la vivono ogni giorno. Anzi, ogni anno è una giostra, un vai e vieni di docenti ma soprattutto di soldi e opportunità sulle quali fondare il proprio futuro. Ormai dobbiamo arrenderci al mero connubio scuola–economia?

Chiediamo il blocco dell'iter parlamentare del progetto di legge 953 (ex-Aprea) perché per noi studenti rappresenta una minaccia. Infatti, con tale legge la Rappresentanza Studentesca non sarà più garantita e sarà consentito ai privati di finanziare le nostre scuole e presiedere nel Consiglio d'Autonomia, l'attuale Consiglio d'Istituto, in questo modo creeranno scuole di serie A e B in base all'offerta formativa, dettata dai privati.

Chiediamo l'abolizione dei Test Invalsi perché non considera le problematiche personali che può avere uno studente, non si tiene conto dei problemi economici delle scuole. Si preferisce valutare, invece, secondo standard di una società perfetta ma inesistente. Pensiamo che la valutazione di una scuola debba essere fatta valutando i rapporti studente e docenti, i servizi interni alla scuola e monitorando l'abbandono scolastico e la percentuale di studenti non ammessi e agire in base ai dati ottenuti per migliorare le situazioni più drastiche.

Vogliamo che le nostre scuole siano sicure, che uno studente non provi paura di rischiare la vita. Non vogliamo, infatti, assistere nuovamente a scene come quelle del Liceo Darwin di Rivoli (TO), dove uno studente morì tra i banchi di scuola a seguito di un crollo. Chiediamo di conseguenza che gli uffici competenti si attivino nell'attuazione di controlli in tutte le scuole di ogni ordine. Richiediamo inoltre la pubblicazione dell'anagrafe dell'edilizia scolastica.

Chiediamo l'abbattimento dei costi della scuola il caro libro in primis. Denunciamo, infatti, la speculazione, portata avanti dalle Case Editrici in particolare sulla digitalizzazione dei libri di testo perché i contenuti presenti sul CD o sul sito non approfondiscono i programmi anzi, ripetono quanto scritto sui libri di testo e di conseguenza non giustificano l'aumento del costo.Chiediamo che venga rispettato quando detto dal MIUR sul Contributo Volontario. Da anni, infatti, segnaliamo l'uso non corretto che molte scuole ne fanno ai danni degli studenti e delle famiglie, costretti a sborsare cifre esorbitanti, spesso utilizzate non per ampliare l'offerta formativa, e che in alcuni casi diventano obbligatorie, o perché non viene specificato che il contributo è facoltativo, o addirittura perché agli studenti vengono intimate ritorsioni sulla condotta o sull'andamento.

Essere Studenti implica avere un insieme di servizi, il welfare studentesco, alle spalle. Chiediamo che venga potenziato il servizio di trasporto pubblico con nuove corse e nuovi mezzi, ecologicamente sostenibili, richiediamo maggiori agevolazioni per gli Studenti e la fornitura di abbonamenti gratuiti per gli Studenti in gravi difficoltà economiche.

L'accesso al mondo della Cultura, inoltre, ci deve essere garantito. Per questo motivo richiediamo il potenziamento della Carta "IoStudio", che agli occhi di molti è inutile, al fine di ottenere maggiori agevolazioni e delle convenzioni con tutte le attività culturali, formative e ricreative come Musei, Cinema, Teatro presenti sul territorio.

Per ottenere questo è necessario che questo Governo e quelli futuri cambino rotta in materia d'Istruzione. Occorre, infatti, un piano di risanamento economico del sistema scolastico del nostro paese e i soldi non mancano.
Nel nostro paese, nonostante la Costituzione ripudi la guerra, il Governo acquista aerei da guerra e investe in progetti dello stesso settore. Noi Studenti, a maggior ragione, chiediamo il dirottamento dei fondi destinati a queste spese ed anche quelli destinati alle grandi opere come il TAV o il ponte sullo stretto, di dubbia utilità, per finanziare la Scuola Pubblica.

Chiediamo anche una lotta più forte all'evasione fiscale e maggiori controlli all'interno delle amministrazioni pubbliche, oltre all'introduzione di una patrimoniale che dia la possibilità di contribuire al risanamento dei conti pubblici in maniera equa rispettando le possibilità di ognuno.

Rete Studenti Medi Barletta