Gesù, profeta scomodo, scuote la nostra tranquillità

Le parole di don Vito e la Parola del Rabbi

domenica 5 luglio 2015
Dal Vangelo secondo Marco: "In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando. La Parola di questa domenica fissa la sua attenzione su Gesù come profeta rifiutato. Il cosiddetto "episodio di Nazaret", qui narrato, è presentato anche nel Vangelo di Luca al capitolo quarto, con i particolari del brano da Lui scelto ("lo Spirito del Signore è su di me") e l'inizio della sua predicazione ("Oggi si è compiuta questa Scrittura"). Dello stesso episodio Marco sottolinea il rifiuto e l'incredulità della sua gente che addirittura resta scandalizzata di fronte al suo insegnamento. Perché? Perché Gesù è venuto a scuoterci dalle nostre sicurezze e comodità, perché la sua Parola scuote le nostre coscienze, perché Lui non vuole una adesione formale e apparente ma reale e profonda.

Egli è un Rabbi autorevole! Se la sua gente, il popolo d'Israele, ieri e noi, suo popolo, oggi non ci lasciamo raggiungere dalla novità che è venuto a portarci, pur di restare aggrappati alle nostre sicurezze apparenti, non potremo cambiare il mondo con la più bella rivoluzione della storia: Dio si coinvolge a tal punto nella nostra storia universale e particolare fino a prender su di sé tutta la nostra umanità, nella sua debolezza e fragilità, per usare a tutti Misericordia! E allora il più grande peccato che potrò commettere sarà il rifiuto di Lui! Come? Chiudendomi a Gesù e agli altri. E noi, figli del nostro tempo, abbiamo tanto bisogno di aprirci, nella fede e nella fiducia, a Lui e agli altri.

Buona domenica!

[don Vito]