"Fuori dalla clandestinità" per dar voce agli stranieri
L’avvocato Memoli presenta il suo libro. Il destino segnato delle realtà più povere, delle migrazioni quotidiane
domenica 12 febbraio 2012
"C'è un mondo di stranieri che ci pone delle domande ogni giorno" – è questo l'argomento su cui l'Avv. Memoli invita a riflettere nel suo scritto "Fuori dalla Clandestinità" presentato venerdì 10, nella Sala Rossa del Castello Svevo di Barletta. Cercare di dar risposta a quelle domande,dunque, è il primo passo da compiere per addentrarsi in quel mondo quasi del tutto sconosciuto, degli stranieri e delle loro condizioni nelle terre in cui arrivano.
È l'Avv. Memoli stesso a dar voce alle sue pagine, con decisione e coraggio, ma soprattutto con sentita dedizione; dedizione alla sua causa per la quale dopo la misteriosa scomparsa di sua madre e del giovane indiano Sonu , non ha mai smesso di lottare: far conoscere le realtà di sfruttamento, illegalità, schiavitù, di quell'universo sociale che è l'immigrazione. "Quando ho incontrato Sonu, camminava nel letame al freddo; mi sono chiesto come è possibile che un essere umano possa vivere in queste condizioni -racconta l'autore - quando lo hanno privato anche di quel misero lavoro, l'ho portato con me; la condizione che gli ho posta era una sola: che facessimo insieme un percorso di costruzione, costruzione della sua identità" e su queste note continua a ripercorrere la vicenda dando,a chi la ignorava, una certa consapevolezza: a gran parte di questi ragazzi, uomini,donne, bambini, non è concessa nemmeno l'identità, sono fantasmi e nient'altro vengono considerati. L'intera serata è travolta da questo clima di sensibilizzazione alla conoscenza di questo mondo e soprattutto all'apertura a tali realtà, rafforzata dal ricordo di Papa Giovanni PaoloII e delle sue parole "Non abbiate paura" di vivere la vostra vita giocandola anche nel confronto con gli stranieri.
L'immigrazione nel Salernitano, che da le basi alla riflessioni e le fondamenta al libro, ricorda come le nostre terre siano state toccate per prime da questo fenomeno-si pensi ai rapporti con l'Albania - ma diventa allo stesso tempo portavoce di realtà simili e uguali che coinvolgono il Mezzogiorno in generale e gran parte dell'Europa; il riferimento va oltretutto alle 12000 persone scomparse in pochi anni nel Canale di Sicilia: un mare che è ormai diventato cimitero degli stranieri mai rinvenuti.
La parola passa poi a Suor Ines, segretaria dell'Associazione Missione "Effatà" Onlus che ha promosso l'iniziativa; racconta delle sue missioni, delle realtà conosciute, di come queste la hanno arricchita e le hanno permesso di "scrivere la propria vita". "Se si tratta di materialità dividere impoverisce, se si tratta di umanità condividere arricchisce", sono questi i termini attraverso cui Suor Ines sostiene la tesi trattata. Sentiamoci pronti dunque ad arricchirci e ad impoverirci allo stesso tempo.
L'augurio finale dell'autore è poi quello di impegnare parte delle nostre risorse per la cultura da offrire a queste persone e che la drammaticità smetta di essere la letteratura moderna degli stranieri.
È l'Avv. Memoli stesso a dar voce alle sue pagine, con decisione e coraggio, ma soprattutto con sentita dedizione; dedizione alla sua causa per la quale dopo la misteriosa scomparsa di sua madre e del giovane indiano Sonu , non ha mai smesso di lottare: far conoscere le realtà di sfruttamento, illegalità, schiavitù, di quell'universo sociale che è l'immigrazione. "Quando ho incontrato Sonu, camminava nel letame al freddo; mi sono chiesto come è possibile che un essere umano possa vivere in queste condizioni -racconta l'autore - quando lo hanno privato anche di quel misero lavoro, l'ho portato con me; la condizione che gli ho posta era una sola: che facessimo insieme un percorso di costruzione, costruzione della sua identità" e su queste note continua a ripercorrere la vicenda dando,a chi la ignorava, una certa consapevolezza: a gran parte di questi ragazzi, uomini,donne, bambini, non è concessa nemmeno l'identità, sono fantasmi e nient'altro vengono considerati. L'intera serata è travolta da questo clima di sensibilizzazione alla conoscenza di questo mondo e soprattutto all'apertura a tali realtà, rafforzata dal ricordo di Papa Giovanni PaoloII e delle sue parole "Non abbiate paura" di vivere la vostra vita giocandola anche nel confronto con gli stranieri.
L'immigrazione nel Salernitano, che da le basi alla riflessioni e le fondamenta al libro, ricorda come le nostre terre siano state toccate per prime da questo fenomeno-si pensi ai rapporti con l'Albania - ma diventa allo stesso tempo portavoce di realtà simili e uguali che coinvolgono il Mezzogiorno in generale e gran parte dell'Europa; il riferimento va oltretutto alle 12000 persone scomparse in pochi anni nel Canale di Sicilia: un mare che è ormai diventato cimitero degli stranieri mai rinvenuti.
La parola passa poi a Suor Ines, segretaria dell'Associazione Missione "Effatà" Onlus che ha promosso l'iniziativa; racconta delle sue missioni, delle realtà conosciute, di come queste la hanno arricchita e le hanno permesso di "scrivere la propria vita". "Se si tratta di materialità dividere impoverisce, se si tratta di umanità condividere arricchisce", sono questi i termini attraverso cui Suor Ines sostiene la tesi trattata. Sentiamoci pronti dunque ad arricchirci e ad impoverirci allo stesso tempo.
L'augurio finale dell'autore è poi quello di impegnare parte delle nostre risorse per la cultura da offrire a queste persone e che la drammaticità smetta di essere la letteratura moderna degli stranieri.