Francesco Salerno, “Esempio per i politici locali”
Serata di memoria e riflessione organizzata dalla Buona Politica. Cascella: «intitolazione Giardini del Castello, ma sia il Consiglio Comunale a decidere»
giovedì 19 settembre 2013
12.10
«Francesco Salerno era un grande uomo prima di tutto, probabilmente il miglior Sindaco di Barletta della storia». È emerso chiaro e forte nel momento di ricordo e riflessione organizzato ieri sera, presso la sala rossa del Castello, dalla "Buona Politica", il movimento politico che egli creò dopo la scelta del PD di non candidarlo, perlomeno non in posizione eleggibile con il Porcellum, nella lista per le Politiche del 2006. Per potersi candidare a queste, dovette dimettersi da sindaco, con qualche mese di anticipo rispetto alla naturale scadenza del suo secondo mandato. «Fu un chiaro errore da parte mia – ammette Michele Emiliano, sindaco di Bari – che ero segretario regionale in quel momento». Commosso, Emiliano ha ricordato un amico, un collega, «Sicuramente io m'ispiro a Salerno». Ovviamente non poteva mancare il riferimento a temi più nazionali, polemizzati durante il suo acceso intervento per l'apertura della Fiera del Levante, alla presenza del premier Letta: l'aumento dell'IVA sarebbe "una tirata di sangue"; da non dimenticare che è stata solo sospesa la prossima rata dell'IMU, e non cancellata; parole dure anche sulla questione della non retroattività della legge Severino: «Se uno studente di Giurisprudenza andasse all'esame e dicesse che quella è una legge penale, sarebbe subito bocciato». Attenzione rivolta anche alla situazione liquida del PD nella Bat, commissariata ancora dopo dieci mesi.
L'incontro, intitolato "L'Amministratore Francesco Salerno e il Decreto del fare" era anche ispirato alla pragmaticità politica, «tempestività nell'azione e competenza» di Salerno, come riconosciuto da Rosa Dipalma, dirigente comunale, una delle figure dirigenziali che nacquero al municipio barlettano proprio con lui. Presente all'incontro, moderato da Giuseppe Gammarota (BP), il giornalista Roberto Straniero, che pur legato da amicizia e un rapporto di fiducia con il compianto sindaco, non risparmiò pesanti critiche nei suoi confronti soprattutto negli ultimi anni della sua amministrazione. «Sia d'insegnamento a quei politici che se la prendono con la stampa: con lui il rapporto stampa-politica è stato anche duro, ma sempre nel rispetto dell'onestà intellettuale reciproca».
Fu Sindaco dal 1998. "Sindaco della gente", come recita l'iscrizione sulla sua lapide marmorea al cimitero. Padre del Patto Territoriale da cui nascerà poi la sesta provincia pugliese. Ricordato anche il passato sindacalista, oltre che di medico e primario, di Francesco Salerno, "Ciccio" per i tanti collaboratori e amici presenti in sala. In apertura la richiesta dei figli, accolta con grandi applausi da tutti i presenti, d'intitolare a lui i Giardini del Castello, fiore all'occhiello delle tante opere pubbliche che cambiarono radicalmente il volto della città negli anni dei suoi mandati.
Sono intervenuti anche il Presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola, che sconfisse Salerno nelle elezioni provinciali, ricordando la vera indole del leader dello stesso; l'ex segretario generale comunale, Vincenzo Lullo, e Vito Piazzolla, ex collaboratore.
Presente anche il sindaco Cascella, che speriamo possa trovare esempio nella figura amministrativa di Salerno, nonostante la grande differenza caratteriale, ma a Barletta serve il pugno di ferro per fare il Sindaco, per evitare che i nani possano camminare sulle spalle dei giganti. Cascella ha risposto dagli attacchi degli ultimi giorni. Ha raccontato un episodio di Salerno quando volle Napolitano, allora Ministro dell'Interno per la consegna della Medaglia d'oro, riportando il rispetto delle Istituzioni dell'ex sindaco, «A differenza di chi non ha partecipato alla cerimonia con il Presidente Grasso, per l'Anniversario della Resistenza al nazi-fascismo a Barletta. […] La decisione dell'intitolazione dei Giardini non la devo prendere solo io, che comunque appoggerò, ma il Consiglio Comunale, anche perché così si da maggior onore alla decisione». Con chiaro riferimento a quanto accaduto in Commissione Lavori Pubblici nei giorni scorsi, con tutto ciò che quell'episodio indica: «La Politica si assuma le proprie responsabilità alla luce del sole».
L'incontro, intitolato "L'Amministratore Francesco Salerno e il Decreto del fare" era anche ispirato alla pragmaticità politica, «tempestività nell'azione e competenza» di Salerno, come riconosciuto da Rosa Dipalma, dirigente comunale, una delle figure dirigenziali che nacquero al municipio barlettano proprio con lui. Presente all'incontro, moderato da Giuseppe Gammarota (BP), il giornalista Roberto Straniero, che pur legato da amicizia e un rapporto di fiducia con il compianto sindaco, non risparmiò pesanti critiche nei suoi confronti soprattutto negli ultimi anni della sua amministrazione. «Sia d'insegnamento a quei politici che se la prendono con la stampa: con lui il rapporto stampa-politica è stato anche duro, ma sempre nel rispetto dell'onestà intellettuale reciproca».
Fu Sindaco dal 1998. "Sindaco della gente", come recita l'iscrizione sulla sua lapide marmorea al cimitero. Padre del Patto Territoriale da cui nascerà poi la sesta provincia pugliese. Ricordato anche il passato sindacalista, oltre che di medico e primario, di Francesco Salerno, "Ciccio" per i tanti collaboratori e amici presenti in sala. In apertura la richiesta dei figli, accolta con grandi applausi da tutti i presenti, d'intitolare a lui i Giardini del Castello, fiore all'occhiello delle tante opere pubbliche che cambiarono radicalmente il volto della città negli anni dei suoi mandati.
Sono intervenuti anche il Presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola, che sconfisse Salerno nelle elezioni provinciali, ricordando la vera indole del leader dello stesso; l'ex segretario generale comunale, Vincenzo Lullo, e Vito Piazzolla, ex collaboratore.
Presente anche il sindaco Cascella, che speriamo possa trovare esempio nella figura amministrativa di Salerno, nonostante la grande differenza caratteriale, ma a Barletta serve il pugno di ferro per fare il Sindaco, per evitare che i nani possano camminare sulle spalle dei giganti. Cascella ha risposto dagli attacchi degli ultimi giorni. Ha raccontato un episodio di Salerno quando volle Napolitano, allora Ministro dell'Interno per la consegna della Medaglia d'oro, riportando il rispetto delle Istituzioni dell'ex sindaco, «A differenza di chi non ha partecipato alla cerimonia con il Presidente Grasso, per l'Anniversario della Resistenza al nazi-fascismo a Barletta. […] La decisione dell'intitolazione dei Giardini non la devo prendere solo io, che comunque appoggerò, ma il Consiglio Comunale, anche perché così si da maggior onore alla decisione». Con chiaro riferimento a quanto accaduto in Commissione Lavori Pubblici nei giorni scorsi, con tutto ciò che quell'episodio indica: «La Politica si assuma le proprie responsabilità alla luce del sole».