Francesco Sabatini: «Il linguaggio è la casa dell’essere»
Barletta ha ospitato il presidente dell’Accademia della Crusca. Viaggio nella storia della lingua italiana, a 150 anni dall’Unità
mercoledì 30 novembre 2011
«Il linguaggio è la casa dell'essere». Cita Heidegger, al principio del suo intervento, il professor Francesco Sabatini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca, ospite ieri mattina a Barletta presso la sala conferenze del GOS (Giovani Open Space). Davanti ad una nutrita schiera di studenti di tutti gli istituti superiori di Barletta, l'insigne Sabatini, non solo linguista di fama internazionale, ma anche filologo, lessicografo e Cavaliere della Repubblica Italiana, ha intrattenuto ed edotto i presenti su tre temi principali: lingua italiana, Accademia della Crusca, Unità d'Italia.
Moderato dal giornalista Giuseppe Dimiccoli e introdotto da Maria Rosaria Dellaquila, presidente della FIDAPA Barletta, l'incontro è stato preziosa occasione per ricostruire, attraverso il racconto scorrevole e appassionante del professor Sabatini, l'evoluzione storica della lingua italiana, partendo ben 13 secoli prima dell'Unità d'Italia. Ripercorrendo grandi dominazioni del nostro paese, dai longobardi ai francesi sino agli spagnoli, ed eventi storici di fondante rilevanza, dall'invenzione dei caratteri mobili all'unificazione politica della nazione, Sabatini ha raccontato la storia della lingua italiana, che è anche la storia del nostro popolo e soprattutto della nostra cultura. Così non si può prescindere dal sottolineare l'importanza del Meridione nella creazione della lingua nazionale, partendo dalla nascita della scuola poetica siciliana; così come non si può trascurare il personaggio più illustre della nostra storia linguistica e patriottica: Dante Alighieri, autore della "Divina Commedia", che «esplode come una vera bomba atomica» afferma Sabatini, poiché rappresenta un documento infinitamente prezioso sia dal punto di vista letterario che dal punto di vista linguistico. E' con Dante che si afferma la vera lingua italiana, ed è lui stesso a riconoscerlo nel trattato "De Vulgari Eloquentia", scritto sì in latino, lingua dei dotti e dei letterati dell'epoca, ma che nella sua stesura sancisce la definitiva affermazione della lingua volgare, incunabolo dell'italiano moderno.
Si passa poi a raccontare il ruolo, nella crescita e nella conservazione della più pura lingua italiana, dell'Accademia della Crusca, fondata nel 1583: sin dalla sua nascita svolse un ruolo piuttosto controverso, difendendo a spada tratta purismo e tradizione linguistica, trovando facile opposizione nei più avanguardisti letterati del periodico "Il Caffè", ma il suo incarico di prestigio fu ribadito dalla risonanza del primo vocabolario di italiano del 1612.
Nella ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia risulta ancora più importante operare un incontro ravvicinato con la lingua italiana, un mondo di perfezione ed infinita capacità creativa in continuo mutamento, perché parlare di linguaggio significa anche parlare di vita, e qualunque aspetto della nostra lingua si intreccia a tanti livelli con il nostro modo di vivere quotidiano e la nostra cultura, e così cresce (e decresce) insieme al suo paese e al suo popolo. L'italiano è così non solo patrimonio e conoscenza, ma anche imprescindibile matrice identitaria.
Moderato dal giornalista Giuseppe Dimiccoli e introdotto da Maria Rosaria Dellaquila, presidente della FIDAPA Barletta, l'incontro è stato preziosa occasione per ricostruire, attraverso il racconto scorrevole e appassionante del professor Sabatini, l'evoluzione storica della lingua italiana, partendo ben 13 secoli prima dell'Unità d'Italia. Ripercorrendo grandi dominazioni del nostro paese, dai longobardi ai francesi sino agli spagnoli, ed eventi storici di fondante rilevanza, dall'invenzione dei caratteri mobili all'unificazione politica della nazione, Sabatini ha raccontato la storia della lingua italiana, che è anche la storia del nostro popolo e soprattutto della nostra cultura. Così non si può prescindere dal sottolineare l'importanza del Meridione nella creazione della lingua nazionale, partendo dalla nascita della scuola poetica siciliana; così come non si può trascurare il personaggio più illustre della nostra storia linguistica e patriottica: Dante Alighieri, autore della "Divina Commedia", che «esplode come una vera bomba atomica» afferma Sabatini, poiché rappresenta un documento infinitamente prezioso sia dal punto di vista letterario che dal punto di vista linguistico. E' con Dante che si afferma la vera lingua italiana, ed è lui stesso a riconoscerlo nel trattato "De Vulgari Eloquentia", scritto sì in latino, lingua dei dotti e dei letterati dell'epoca, ma che nella sua stesura sancisce la definitiva affermazione della lingua volgare, incunabolo dell'italiano moderno.
Si passa poi a raccontare il ruolo, nella crescita e nella conservazione della più pura lingua italiana, dell'Accademia della Crusca, fondata nel 1583: sin dalla sua nascita svolse un ruolo piuttosto controverso, difendendo a spada tratta purismo e tradizione linguistica, trovando facile opposizione nei più avanguardisti letterati del periodico "Il Caffè", ma il suo incarico di prestigio fu ribadito dalla risonanza del primo vocabolario di italiano del 1612.
Nella ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia risulta ancora più importante operare un incontro ravvicinato con la lingua italiana, un mondo di perfezione ed infinita capacità creativa in continuo mutamento, perché parlare di linguaggio significa anche parlare di vita, e qualunque aspetto della nostra lingua si intreccia a tanti livelli con il nostro modo di vivere quotidiano e la nostra cultura, e così cresce (e decresce) insieme al suo paese e al suo popolo. L'italiano è così non solo patrimonio e conoscenza, ma anche imprescindibile matrice identitaria.