Francesco Caputo, di Barletta, ricordato al Museo comunale di Kaufbeuren
All'inaugurazione presente il figlio Pasquale, protagonista di un emozionante percorso di oltre 1700 km da Monaco di Baviera a Barletta
venerdì 29 novembre 2024
17.45
Il 21 novembre scorso il Museo comunale di Kaufbeuren, a pochi chilometri da Monaco di Baviera, ha inaugurato uno spazio espositivo per celebrare e ricordare le vittime e i detenuti nei campi di lavoro di quell'area durante il periodo nazista. Tra questi anche il nostro concittadino Francesco Caputo a cui è dedicato uno spazio con alcuni cimeli donati al Museo dal figlio Pasquale, invitato e presente alla cerimonia di inaugurazione.
Francesco Caputo, nato a Barletta il 21-05-1917 e soldato in forza al Reggimento di cavalleria "Ferrara". Successivamente all'armistizio dell'8 settembre 1943 venne catturato a Verona e deportato nei campi di prigionia tedeschi, andando a far parte di quella schiera di IMI (Internati Militari Italiani) ritenuti traditori dall'ex alleato nazista. Posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell'esercito tedesco, la stragrande maggioranza degli oltre 700.000 catturati rifiutò l'arruolamento e venne smistato nei Lager di tutta Europa.
Dopo la fine della guerra, tra l'estate del 1945 e il 1946, i sopravvissuti fecero ritorno in patria utilizzando qualunque mezzo e camminando a piedi per centinaia e centinaia di chilometri. Anche Francesco Caputo dopo la detenzione nei campi di Moosburg, Memmingen e Kaufbeuren, nei dintorni di Monaco di Baviera, intraprese il cammino verso l'auspicata libertà, ritornando alla casa paterna di Barletta il 27-07-1945.
Per non far naufragare la memoria di questa immane tragedia, quasi dimenticata, e dare dignità a tutti coloro che affrontarono questa terribile esperienza Pasquale Caputo, classe 1949, figlio di Francesco, decise nel 2022 di ripercorrere il lungo viaggio sulle orme del padre da Monaco di Baviera a Barletta.
Il cammino di oltre 1.700 km. ebbe inizio da Monaco di Baviera per terminare a Barletta dopo 73 giorni e 68 tappe, toccando le città e i luoghi legati alla resistenza ed alla memoria.
L'inaugurazione di questo nuovo spazio espositivo, rappresenta il giusto coronamento e riconoscimento per Pasquale Caputo, per mantenere viva la memoria del padre Francesco e di quanti come lui portarono addosso i segni degli obbrobri del nazifascismo.
L'evento è stato anche un momento di riflessione, di insegnamento e di monito sui temi della guerra, delle discriminazioni razziali, delle persecuzioni e dell'immigrazione, tutti argomenti di stringente attualità.
Francesco Caputo, nato a Barletta il 21-05-1917 e soldato in forza al Reggimento di cavalleria "Ferrara". Successivamente all'armistizio dell'8 settembre 1943 venne catturato a Verona e deportato nei campi di prigionia tedeschi, andando a far parte di quella schiera di IMI (Internati Militari Italiani) ritenuti traditori dall'ex alleato nazista. Posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell'esercito tedesco, la stragrande maggioranza degli oltre 700.000 catturati rifiutò l'arruolamento e venne smistato nei Lager di tutta Europa.
Dopo la fine della guerra, tra l'estate del 1945 e il 1946, i sopravvissuti fecero ritorno in patria utilizzando qualunque mezzo e camminando a piedi per centinaia e centinaia di chilometri. Anche Francesco Caputo dopo la detenzione nei campi di Moosburg, Memmingen e Kaufbeuren, nei dintorni di Monaco di Baviera, intraprese il cammino verso l'auspicata libertà, ritornando alla casa paterna di Barletta il 27-07-1945.
Per non far naufragare la memoria di questa immane tragedia, quasi dimenticata, e dare dignità a tutti coloro che affrontarono questa terribile esperienza Pasquale Caputo, classe 1949, figlio di Francesco, decise nel 2022 di ripercorrere il lungo viaggio sulle orme del padre da Monaco di Baviera a Barletta.
Il cammino di oltre 1.700 km. ebbe inizio da Monaco di Baviera per terminare a Barletta dopo 73 giorni e 68 tappe, toccando le città e i luoghi legati alla resistenza ed alla memoria.
L'inaugurazione di questo nuovo spazio espositivo, rappresenta il giusto coronamento e riconoscimento per Pasquale Caputo, per mantenere viva la memoria del padre Francesco e di quanti come lui portarono addosso i segni degli obbrobri del nazifascismo.
L'evento è stato anche un momento di riflessione, di insegnamento e di monito sui temi della guerra, delle discriminazioni razziali, delle persecuzioni e dell'immigrazione, tutti argomenti di stringente attualità.