Fiume Ofanto, «passata l’emergenza si ragioni sulla prevenzione idrogeologica»
L’esortazione della Flai Cgil: «Le produzioni agricole vanno sostenute e difese dalle calamità naturali»
venerdì 10 febbraio 2023
15.42
La Puglia soffre del preoccupante problema della dispersione nella rete di distribuzione che va oltre il 50% del totale gestito e del 90% dell'acqua piovana. E poi ci sono i grandi eventi come l'esondazione del fiume Ofanto che mette sott'acqua i terreni. Due facce della stessa medaglia i cui risvolti sono sempre negativi per l'agricoltura, sia nel primo che nel secondo caso. Da qui bisogna ripartire ragionando a bocce ferme su quanto accaduto nei giorni scorsi con lo straripamento dell'Ofanto. Nonostante le previsioni siano migliorate, dal punto di vista delle precipitazioni, non dobbiamo e possiamo dimenticare ciò che è accaduto. Altrimenti, senza interventi di prevenzione che vanno fatti in tempi non sospetti, l'emergenza è sempre dietro l'angolo. Il problema delle avversità meteo-climatiche è delle catastrofi naturali è sempre più preoccupante e le cause principali sono l'inquinamento e i cambiamenti climatici. Per questo parlare di ambiente, della sua tutela e difesa del suolo è fondamentale per il nostro territorio.
"Siamo preoccupati – confessa il segretario generale della Flai Cgil Bat, Gaetano Riglietti - non per la conta dei danni che è ancora presto per essere fatta ma perché il rischio esondazioni è ancora molto alto visto che l'inverno è ancora lungo e il territorio della Bat, da Loconia a San Ferdinando arrivando a Barletta e Margherita di Savoia, dove il fiume Ofanto termina il suo corso nel mar Adriatico, è ancora a rischio. Per ciò che concerne invece il bilancio dei danni subiti, tra questi non possiamo non considerare tutte le giornate di lavoro perse per via della pioggia per le centinaia di lavoratrici e lavoratori dell'agroindustria».
«Il settore agricolo che riteniamo strategico e fondamentale per la BAT, per il numero degli occupati, per le produzioni di eccellenza va sostenuto e difeso dalle calamità naturali, con investimenti a tutela dell'ambiente e alla cura del territorio per difendere il Pianeta dai cambiamenti climatici mettendo in campo politiche mirate che vadano anche nella direzione di far diventare centrale il ruolo delle persone che si occupano della salvaguardia dell'ambiente. Proprio per questo ogni anno il problema delle avversità meteo climatiche non può rendere sempre di più il territorio 'fragile', perché i primi a pagare il prezzo più pesante sono i lavoratori e le lavoratrici del settore in termini di occupazione.
"Occorrono investimenti che vadano nella giusta direzione con interventi strutturali e il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) può essere un'occasione che non può essere sprecata – aggiunge Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Cgil Puglia - altrimenti a breve torneremo a raccontare altre situazioni simili, con il forte rischio di trovarci difronte al depauperamento del territorio. Naturalmente, l'impegno nella tutela del territorio passa anche attraverso i processi in grado di affrontare lo stress idrico. I lunghi mesi di siccità estiva, uniti ad un difficile governo della risorsa acqua su un territorio fortemente dipendente da fonti di approvvigionamento esterne al contesto geografico territoriale, possono generare criticità dalle quali non bisogna farsi cogliere impreparati. La gestione del servizio idrico integrato ha certamente un impatto sulle risorse ambientali: l'efficienza in tutto il processo di gestione del ciclo delle acque, dalla captazione sino alla depurazione dei reflui e quindi alla restituzione nell'ambiente delle risorse idriche prelevate, si traduce nella possibilità di evitare l'eccessivo depauperamento delle medesime riserve idriche, che sono già negativamente influenzate dai cambiamenti climatici in atto ma anche dall'intervento spesso dissennato dell'uomo".
"Siamo preoccupati – confessa il segretario generale della Flai Cgil Bat, Gaetano Riglietti - non per la conta dei danni che è ancora presto per essere fatta ma perché il rischio esondazioni è ancora molto alto visto che l'inverno è ancora lungo e il territorio della Bat, da Loconia a San Ferdinando arrivando a Barletta e Margherita di Savoia, dove il fiume Ofanto termina il suo corso nel mar Adriatico, è ancora a rischio. Per ciò che concerne invece il bilancio dei danni subiti, tra questi non possiamo non considerare tutte le giornate di lavoro perse per via della pioggia per le centinaia di lavoratrici e lavoratori dell'agroindustria».
«Il settore agricolo che riteniamo strategico e fondamentale per la BAT, per il numero degli occupati, per le produzioni di eccellenza va sostenuto e difeso dalle calamità naturali, con investimenti a tutela dell'ambiente e alla cura del territorio per difendere il Pianeta dai cambiamenti climatici mettendo in campo politiche mirate che vadano anche nella direzione di far diventare centrale il ruolo delle persone che si occupano della salvaguardia dell'ambiente. Proprio per questo ogni anno il problema delle avversità meteo climatiche non può rendere sempre di più il territorio 'fragile', perché i primi a pagare il prezzo più pesante sono i lavoratori e le lavoratrici del settore in termini di occupazione.
"Occorrono investimenti che vadano nella giusta direzione con interventi strutturali e il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) può essere un'occasione che non può essere sprecata – aggiunge Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Cgil Puglia - altrimenti a breve torneremo a raccontare altre situazioni simili, con il forte rischio di trovarci difronte al depauperamento del territorio. Naturalmente, l'impegno nella tutela del territorio passa anche attraverso i processi in grado di affrontare lo stress idrico. I lunghi mesi di siccità estiva, uniti ad un difficile governo della risorsa acqua su un territorio fortemente dipendente da fonti di approvvigionamento esterne al contesto geografico territoriale, possono generare criticità dalle quali non bisogna farsi cogliere impreparati. La gestione del servizio idrico integrato ha certamente un impatto sulle risorse ambientali: l'efficienza in tutto il processo di gestione del ciclo delle acque, dalla captazione sino alla depurazione dei reflui e quindi alla restituzione nell'ambiente delle risorse idriche prelevate, si traduce nella possibilità di evitare l'eccessivo depauperamento delle medesime riserve idriche, che sono già negativamente influenzate dai cambiamenti climatici in atto ma anche dall'intervento spesso dissennato dell'uomo".