Festa patronale a Barletta, tutte le foto
La processione in onore dei santi patroni. Come ogni anno, momenti di devozione popolare
martedì 13 luglio 2010
Immancabile tradizione religiosa che ogni anno caratterizza le manifestazioni liturgiche della festa patronale, si è ripetuta con grande affluenza di fedeli la processione che ha condotto l'icona della Madonna dello Sterpeto e il busto argenteo di San Ruggiero per le vie della città. Accompagnato da autorità civili e religiose (emblematica l'assenza del presidente della provincia Francesco Ventola e dell'arcivescovo monsignor Pichierri), il corteo si è snodato per il centro storico, tra i marciapiedi assiepati di fedeli attenti, e le vie caotiche del consumismo festaiolo che, in ossimorica contrapposizione, ritorna altrettanto immancabile nel weekend dedicato ai santi patroni.
Un ora prima della processione tutti i portatori si sono recati al convento di San Ruggiero dove è custodita la cornice della Beata Vergine con la preziosa pettorale d'oro: la pettorale d'oro è ornata di anelli, collane e quant'altro, tutti doni offerti dai fedeli nel corso degli anni e, insieme alla cornice, è custodita nel convento dalle suore, spesso oggetto di tentativi di furto per l'oro di cui è placcata. Intanto in cattedrale il quadro della Madonna dello Sterpeto è stato rimosso dalla consueta cornice di legno per procedere al trasferimento nella preziosa veste della festa.
Dopo le consuete manifestazioni di devozione popolare, fra lacrime e petali di rose lanciati dai balconi, la processione ha proseguito il suo percorso lungo le vie della movida, fra l'indifferenza di molti ragazzi impegnati tra una chiacchierata e un cocktail con gli amici.
Tra omaggi floreali e lo spiacevole incidente che ha coinvolto il sindaco Nicola Maffei (un tentato "gavettone" in via Roma, ad opera di ignoti), la processione - giunta nei pressi dell'ospedale - è stata accompagnata dalle benedizioni rivolte a malati e volontari, e accolta dal suono prolungato delle sirene delle autoambulanze, concludendo il suo percorso fino al convento di San Ruggiero.
Il culto della Madonna dello Sterpeto è legato alla grande peste che afflisse la nostra città nel 1656 e che ridusse di oltre due terzi la popolazione barlettana. Si ritiene che l'epidemia abbia avuto inizio con l'arrivo a Napoli degli spagnoli e che gli intensi traffici commerciali tra la città partenopea e la Puglia abbiano accelerato l'espandersi della peste. Tra le città più colpite vi fu Barletta. Il governo cittadino, non sapendo come fermare l'epidemia ed evitare le numerose vittime, decise di affidare la città al volere di Gesù, del Santo Legno della Croce di San Ruggero e di Maria. Nel luglio del 1656 dei contadini ritrovarono presso un monastero diroccato sito nelle campagne barlettane, un quadro della Madonna, perfettamente intatto nonostante le intemperie dei secoli, conservato in una cella sotterranea. La scoperta coincise con un improvviso rallentamento della peste, associato dalla comunità barlettana all'intercessione della Vergine. Fu così che, dagli sterpi tra i quali era stato rinvenuto il quadro della Madonna, la protettrice fu chiamata Madonna dello Sterpeto e da allora divenne Santa Patrona di Barletta.
San Ruggiero fu eletto vescovo della sua stessa città di Canne, dove era sorta una piccola diocesi già dal X secolo. A motivo della repentina decadenza di Canne, il popolo e il vescovo si rifugiarono nella vicina Barletta. Anche le venerate spoglie di san Ruggero furono traslate a Barletta il giorno 27 aprile 1276, dapprima nella cattedrale di Santa Maria Maggiore e più tardi presso il monastero delle benedettine di Santo Stefano (che poi si chiamerà di San Ruggero).
Un ora prima della processione tutti i portatori si sono recati al convento di San Ruggiero dove è custodita la cornice della Beata Vergine con la preziosa pettorale d'oro: la pettorale d'oro è ornata di anelli, collane e quant'altro, tutti doni offerti dai fedeli nel corso degli anni e, insieme alla cornice, è custodita nel convento dalle suore, spesso oggetto di tentativi di furto per l'oro di cui è placcata. Intanto in cattedrale il quadro della Madonna dello Sterpeto è stato rimosso dalla consueta cornice di legno per procedere al trasferimento nella preziosa veste della festa.
Dopo le consuete manifestazioni di devozione popolare, fra lacrime e petali di rose lanciati dai balconi, la processione ha proseguito il suo percorso lungo le vie della movida, fra l'indifferenza di molti ragazzi impegnati tra una chiacchierata e un cocktail con gli amici.
Tra omaggi floreali e lo spiacevole incidente che ha coinvolto il sindaco Nicola Maffei (un tentato "gavettone" in via Roma, ad opera di ignoti), la processione - giunta nei pressi dell'ospedale - è stata accompagnata dalle benedizioni rivolte a malati e volontari, e accolta dal suono prolungato delle sirene delle autoambulanze, concludendo il suo percorso fino al convento di San Ruggiero.
Il culto della Madonna dello Sterpeto è legato alla grande peste che afflisse la nostra città nel 1656 e che ridusse di oltre due terzi la popolazione barlettana. Si ritiene che l'epidemia abbia avuto inizio con l'arrivo a Napoli degli spagnoli e che gli intensi traffici commerciali tra la città partenopea e la Puglia abbiano accelerato l'espandersi della peste. Tra le città più colpite vi fu Barletta. Il governo cittadino, non sapendo come fermare l'epidemia ed evitare le numerose vittime, decise di affidare la città al volere di Gesù, del Santo Legno della Croce di San Ruggero e di Maria. Nel luglio del 1656 dei contadini ritrovarono presso un monastero diroccato sito nelle campagne barlettane, un quadro della Madonna, perfettamente intatto nonostante le intemperie dei secoli, conservato in una cella sotterranea. La scoperta coincise con un improvviso rallentamento della peste, associato dalla comunità barlettana all'intercessione della Vergine. Fu così che, dagli sterpi tra i quali era stato rinvenuto il quadro della Madonna, la protettrice fu chiamata Madonna dello Sterpeto e da allora divenne Santa Patrona di Barletta.
San Ruggiero fu eletto vescovo della sua stessa città di Canne, dove era sorta una piccola diocesi già dal X secolo. A motivo della repentina decadenza di Canne, il popolo e il vescovo si rifugiarono nella vicina Barletta. Anche le venerate spoglie di san Ruggero furono traslate a Barletta il giorno 27 aprile 1276, dapprima nella cattedrale di Santa Maria Maggiore e più tardi presso il monastero delle benedettine di Santo Stefano (che poi si chiamerà di San Ruggero).