Festa di Santa Lucia a Barletta: una manifestazione di fede che si perde nella notte dei tempi
Dai profughi di Canne a Don Vito. Il culto per la martire siciliana rinnovato da secoli
martedì 13 dicembre 2022
19.17
Anche quest'anno grande partecipazione del popolo barlettano ai festeggiamenti in onore di Santa Lucia, la martire siracusana che ha pagato con la vita la sua fede cristiana sotto le persecuzioni dell'imperatore Diocleziano e che in ragione dell'etimologia del suo nome (Lucia, dal latino "lux", luce) viene ritenuta patrona della vista.
Il culto di Santa Lucia a Barletta ha radici molto lontane, risalenti, pare, all'arrivo in città dei profughi di Canne, messi in fuga dalle devastazioni delle numerose guerre che investirono il nostro territorio durante l'Alto Medioevo.
La grande devozione per la santa siciliana a Barletta è stata nei secoli tenuta in vita in particolare dalle suore domenicane risiedenti nell'antico convento "extra-moenia", andato poi distrutto a causa delle numerose guerre che attraversarono il meridione d'Italia nel XIV secolo, pochi anni dopo l'acquisto da parte delle monache di una casa con annesso terreno, che costituì il nucleo dell'attuale Chiesa di Santa Lucia.
Le celebrazioni in onore di Santa Lucia acquistano via via un'importanza sempre maggiore per la città di Barletta, fino a comprendere una fiera che attirava tantissima gente dai paesi limitrofi.
Tutto questo fino all'arrivo di quella enorme ventata anticlericale conseguente l'arrivo dell'esercito napoleonico prima e dello stato unitario italiano poi. Eventi che portarono alla definitiva soppressione del monastero di Santa Lucia.
Ma se il monastero fu soppresso, il culto per Santa Lucia è rimasto nel tempo, più che mai insito nell'animo del barlettano. Un culto che oggi viene ogni anno brillantemente rinnovato da Don Vito Carpentiere, degno erede di quel Don Ignazio Leone che tanto ha fatto per mantenere vivo nella nostra città.
Il culto di Santa Lucia a Barletta ha radici molto lontane, risalenti, pare, all'arrivo in città dei profughi di Canne, messi in fuga dalle devastazioni delle numerose guerre che investirono il nostro territorio durante l'Alto Medioevo.
La grande devozione per la santa siciliana a Barletta è stata nei secoli tenuta in vita in particolare dalle suore domenicane risiedenti nell'antico convento "extra-moenia", andato poi distrutto a causa delle numerose guerre che attraversarono il meridione d'Italia nel XIV secolo, pochi anni dopo l'acquisto da parte delle monache di una casa con annesso terreno, che costituì il nucleo dell'attuale Chiesa di Santa Lucia.
Le celebrazioni in onore di Santa Lucia acquistano via via un'importanza sempre maggiore per la città di Barletta, fino a comprendere una fiera che attirava tantissima gente dai paesi limitrofi.
Tutto questo fino all'arrivo di quella enorme ventata anticlericale conseguente l'arrivo dell'esercito napoleonico prima e dello stato unitario italiano poi. Eventi che portarono alla definitiva soppressione del monastero di Santa Lucia.
Ma se il monastero fu soppresso, il culto per Santa Lucia è rimasto nel tempo, più che mai insito nell'animo del barlettano. Un culto che oggi viene ogni anno brillantemente rinnovato da Don Vito Carpentiere, degno erede di quel Don Ignazio Leone che tanto ha fatto per mantenere vivo nella nostra città.