Festa dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, per non dimenticare
"Per un corretto uso della storia". Tutte le foto della manifestazione
lunedì 7 novembre 2011
13.16
4 novembre 1918. "La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta."
Queste le parole riportate dal famoso bollettino del generale Armando Diaz; sono queste le parole che hanno riportato la serenità nel cuore degli italiani.
Finalmente l'Italia può dirsi unita, è ora di tornare a vivere.
In occasione del 4 novembre, data nella quale ricorre la Festa dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, l'Amministrazione comunale di Barletta ha promosso le iniziative per omaggiare i militi caduti in guerra concluse questa mattina con un lungo silenzio per la deposizione delle corone presso la lapide dell'ex Comando Presidio Militare, al Rivellino del Castello. Sciolte le righe, si è proceduto al raduno a Palazzo di Città delle Autorità religiose, militari e civili, delle Associazioni combattentistiche e d'Arma, dei partiti politici e dei sindacati giunte in corteo a piazza Monumento ai Caduti in Guerra dopo aver percorso corso Vittorio Emanuele, via Consalvo da Cordova, piazza Moro, via Baccarini, viale Giannone, corso Garibaldi per le commemorazioni. La Memoria si è conclusa presso il Monumento ai Caduti in guerra e alla lapide delle vittime del 12 settembre 1943, dove ancora oggi sono tangibili i segni di quel cruento eccidio dei dodici vigili urbani consumato dalle truppe tedesche violentemente penetrate in città per avviare la rappresaglia.
Come dichiarato dal professor Luigi Dicuonzo, responsabile del locale Archivio della Memoria e della Resistenza, «si tratta di una cerebrazione maltrattata negli anni, finalmente tornata alla vita grazie alla comprensione del suo significato intrinseco. Ricordare, fare storia. Perchè la storia, fatta da studi accurati tanto da essere definiti "scientifici", non deve essere solo ad appannaggio di pochi ma storia pubblica. La città di Barletta a questo proposito ne fa buon uso con incrollabile impegno»
Ricordi di un'epoca distante alla mente ma che hanno marchiato duramente il cuore di coloro che l'anno vissura e chi ne ha sentito i lunghi racconti rabbrividendo per la violenta morte di tutti gli eroi che hanno perito per difendere gli innocenti, mai da dimenticare.
Queste le parole riportate dal famoso bollettino del generale Armando Diaz; sono queste le parole che hanno riportato la serenità nel cuore degli italiani.
Finalmente l'Italia può dirsi unita, è ora di tornare a vivere.
In occasione del 4 novembre, data nella quale ricorre la Festa dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, l'Amministrazione comunale di Barletta ha promosso le iniziative per omaggiare i militi caduti in guerra concluse questa mattina con un lungo silenzio per la deposizione delle corone presso la lapide dell'ex Comando Presidio Militare, al Rivellino del Castello. Sciolte le righe, si è proceduto al raduno a Palazzo di Città delle Autorità religiose, militari e civili, delle Associazioni combattentistiche e d'Arma, dei partiti politici e dei sindacati giunte in corteo a piazza Monumento ai Caduti in Guerra dopo aver percorso corso Vittorio Emanuele, via Consalvo da Cordova, piazza Moro, via Baccarini, viale Giannone, corso Garibaldi per le commemorazioni. La Memoria si è conclusa presso il Monumento ai Caduti in guerra e alla lapide delle vittime del 12 settembre 1943, dove ancora oggi sono tangibili i segni di quel cruento eccidio dei dodici vigili urbani consumato dalle truppe tedesche violentemente penetrate in città per avviare la rappresaglia.
Come dichiarato dal professor Luigi Dicuonzo, responsabile del locale Archivio della Memoria e della Resistenza, «si tratta di una cerebrazione maltrattata negli anni, finalmente tornata alla vita grazie alla comprensione del suo significato intrinseco. Ricordare, fare storia. Perchè la storia, fatta da studi accurati tanto da essere definiti "scientifici", non deve essere solo ad appannaggio di pochi ma storia pubblica. La città di Barletta a questo proposito ne fa buon uso con incrollabile impegno»
Ricordi di un'epoca distante alla mente ma che hanno marchiato duramente il cuore di coloro che l'anno vissura e chi ne ha sentito i lunghi racconti rabbrividendo per la violenta morte di tutti gli eroi che hanno perito per difendere gli innocenti, mai da dimenticare.