«Feccia, mestieranti, questuanti»: la parola di Nicola Maffei
Conferenza stampa di congedo dell'ex primo cittadino. Maffei parla chiaro e non risparmia accuse
mercoledì 31 ottobre 2012
"Metastasi, feccia, mercanti, mestieranti, questuanti". Non è Grillo, né un neoeletto del Movimento 5 stelle. A parlare in questo modo è l'ex Sindaco Nicola Maffei. In questo modo apostrofa i dodici consiglieri di maggioranza che hanno firmato le proprie dimissioni, assieme ai consiglieri della minoranza, facendo cadere l'amministrazione di centrosinistra che guidava la città. La modalità con cui è stata silurata la sua amministrazione è definita carbonara. Maffei non ha digerito l'appuntamento dal notaio, "il luogo in cui si è consumato il tradimento", e le dimissioni in blocco. Avrebbe visto più consona una crisi politica in stile tradizionale: discussione in consiglio comunale, mozioni di sfiducia, voto.
Non le manda a dire l'ex Primo cittadino. Forse per la prima volta nella sua carriera politica Maffei parla chiaro. Accusa e fa nomi e cognomi. Si dichiara vittima, ostaggio di alcuni esponenti della sua maggioranza. Sul banco degli imputati, citato più e più volte, il consigliere regionale del Pd Filippo Caracciolo. Sulla vexata quaestio delle varianti urbanistiche: "Il consigliere regionale Caracciolo disse: o vanno in consiglio le varianti o non passa più niente". Dopo Caracciolo i più citati sono i socialisti che, secondo Maffei, hanno inscenato varie volte uscite e ritorni in maggioranza, e la lista Emiliano "inventata in corso d'opera". Per alzare il tiro e ottenere, come tutti gli altri firmatari, poltrone in giunta e nei consigli di amministrazione. Maffei invita tutti a dimettersi dai posti di sottogoverno occupati.
Ma l'ex primo cittadino ha il dente avvelenato soprattutto nei confronti dei propri compagni di partito. "Mi hanno sempre lasciato solo", dice riferendosi ai vertici provinciali, regionali e nazionali del PD. Nessuna benevolenza nei confronti del segretario cittadino Chiariello. Inadeguato al ruolo, secondo Maffei. Il segretario provinciale Patruno ha dovuto supplire alle sue mancanze. Anche in occasione di questo ultimo episodio. Per tramite del consigliere Paolillo a Maffei si chiedeva: la testa di Attolico e l'uscita della FdS dalla coalizione. Maffei l'ha definita una richiesta inaccettabile. L'ennesima, pare, ma non è dato conoscere le altre.
Maffei ha rivendicato i risultati della propria amministrazione. Ha affermato di aver spesso lavorato per colmare le lacune di assessori incompetenti. Si è augurato un risveglio civico contro il voto di scambio, contro il trasformismo, contro il "garantismo a due velocità" (riferendosi evidentemente alle richieste di rinvio a giudizio per il concerto Renato Zero da una parte e alla polemica sulle ferie di Attolico dall'altra).
Una offensiva senza precedenti. Fuori tempo massimo? In politica i tempi supplementari, a volte, contano più dei primi 90 minuti.
Non le manda a dire l'ex Primo cittadino. Forse per la prima volta nella sua carriera politica Maffei parla chiaro. Accusa e fa nomi e cognomi. Si dichiara vittima, ostaggio di alcuni esponenti della sua maggioranza. Sul banco degli imputati, citato più e più volte, il consigliere regionale del Pd Filippo Caracciolo. Sulla vexata quaestio delle varianti urbanistiche: "Il consigliere regionale Caracciolo disse: o vanno in consiglio le varianti o non passa più niente". Dopo Caracciolo i più citati sono i socialisti che, secondo Maffei, hanno inscenato varie volte uscite e ritorni in maggioranza, e la lista Emiliano "inventata in corso d'opera". Per alzare il tiro e ottenere, come tutti gli altri firmatari, poltrone in giunta e nei consigli di amministrazione. Maffei invita tutti a dimettersi dai posti di sottogoverno occupati.
Ma l'ex primo cittadino ha il dente avvelenato soprattutto nei confronti dei propri compagni di partito. "Mi hanno sempre lasciato solo", dice riferendosi ai vertici provinciali, regionali e nazionali del PD. Nessuna benevolenza nei confronti del segretario cittadino Chiariello. Inadeguato al ruolo, secondo Maffei. Il segretario provinciale Patruno ha dovuto supplire alle sue mancanze. Anche in occasione di questo ultimo episodio. Per tramite del consigliere Paolillo a Maffei si chiedeva: la testa di Attolico e l'uscita della FdS dalla coalizione. Maffei l'ha definita una richiesta inaccettabile. L'ennesima, pare, ma non è dato conoscere le altre.
Maffei ha rivendicato i risultati della propria amministrazione. Ha affermato di aver spesso lavorato per colmare le lacune di assessori incompetenti. Si è augurato un risveglio civico contro il voto di scambio, contro il trasformismo, contro il "garantismo a due velocità" (riferendosi evidentemente alle richieste di rinvio a giudizio per il concerto Renato Zero da una parte e alla polemica sulle ferie di Attolico dall'altra).
Una offensiva senza precedenti. Fuori tempo massimo? In politica i tempi supplementari, a volte, contano più dei primi 90 minuti.