Fake Tax Credits. In carcere il consulente di Giuseppe Antonucci
L'intermediario è considerato sia ideatore che regista della strategia di evasione delle imposte. Il disegno criminoso fu scoperto grazie a controlli incrociati sui conti correnti
giovedì 17 gennaio 2013
14.04
"Fake Tax Credits" ovvero "Falsi Crediti di Imposta", questo il nome dell'operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Barletta, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Trani, nella persona del dott. Michele Ruggiero, che lo scorso dicembre ha permesso di scoprire una maxi evasione fiscale di oltre 6 milioni di euro di ricavi non dichiarati, oltre 600 mila euro di IVA e 2 milioni e mezzo di indebite compensazioni di imposte.
La meticolosa e puntuale attività investigativa, svolta attraverso perquisizioni, esame della documentazione fiscale e amministrativo-contabile e complesse indagini finanziarie sui conti correnti societari e personali dei soggetti coinvolti, ha permesso di disvelare un vero e proprio disegno criminoso posto in essere attraverso diverse società facenti capo allo stesso gruppo familiare composto da un noto imprenditore di Barletta, operante nel settore dell'edilizia, e suoi conviventi (moglie e figlia), con la complicità del commercialista, consulente delle imprese. Gia alla fine dello scorso anno, l'imprenditore Giuseppe Antonucci aveva puntato il dito verso il proprio consulente. Era, secondo l'accusa, il commercialista Giovanni Teodoro Turi, di 48 anni, il consulente di cui si parla.
Le società costituite, avviate e messe in liquidazione con cadenza pressoché biennale, hanno operato, di fatto, in totale evasione di imposta, omettendo di presentare le dichiarazioni fiscali nonché di effettuare il versamento di tutte le imposte, contributi previdenziali e assistenziali mediante l'attuazione di un fraudolento meccanismo di indebita compensazione, consistente essenzialmente nella presentazione di modelli F24 attinenti i versamenti d'imposta, che riportavano a fronte degli effettivi debiti di imposta dell'impresa, importi di inesistenti crediti IVA e/o IRES a titolo di compensazione, peraltro relativi a dichiarazioni fiscali mai presentate ovvero a periodi di imposta antecedenti alla costituzione delle imprese stesse, evidenziando, in tal modo, sempre un saldo pari a zero.
Ad esito delle indagini della Guardia di Finanza, l'Autorità Giudiziaria, nel dicembre scorso, ha emesso un provvedimento cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell'imprenditore e dei suoi familiari, in ordine ai reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, trasferimento fittizio all'estero della sede di una delle società di famiglia, riciclaggio di somme di denaro frutto dell'evasione fiscale, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili, nonché una informazione di garanzia a carico del commercialista per aver concorso nei reati. Il successivo sviluppo penale dell'intera vicenda ha fatto emergere un ruolo di centralità assunto dal consulente, sia in veste di "ideatore" che di vero "regista" della strategia fraudolenta finalizzata all'evasione delle imposte.
La figura del consulente si pone, invero, quale soggetto specializzante con particolare riguardo al reato di indebita compensazione delle imposte in considerazione del ruolo di intermediario abilitato ed incaricato di curare la trasmissione telematica del modelli F24 delle imprese coinvolte. In particolare, il meccanismo illecito, da quest'ultimo artatamente ideato e attuato, ha consentito dal 2008 fino a marzo 2012, di aggirare il sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate, eludendo il "controllo automatizzato" delle dichiarazioni dei redditi, IVA ed IRAP, che prevede "l'incrocio" tra i dati riportati in dichiarazione con quelli desunti dai versamenti d'imposta eseguiti mediante la presentazione degli stessi modelli F24, permettendo in tal modo all'imprenditore di evitare il pagamento delle imposte dovute.
Alla luce, dunque, della gravità dei fatti-reato, della continuità degli stessi, della professionalità e pervicacia manifestata nel realizzare le descritte condotte criminose, il G.I.P. presso il Tribunale di Trani, in accoglimento della richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Michele Ruggiero, ha emesso a carico del consulente, vera "mente" ed "istigatore" delle condotte delittuose perpetrate, la misura cautelare della custodia in carcere.
La meticolosa e puntuale attività investigativa, svolta attraverso perquisizioni, esame della documentazione fiscale e amministrativo-contabile e complesse indagini finanziarie sui conti correnti societari e personali dei soggetti coinvolti, ha permesso di disvelare un vero e proprio disegno criminoso posto in essere attraverso diverse società facenti capo allo stesso gruppo familiare composto da un noto imprenditore di Barletta, operante nel settore dell'edilizia, e suoi conviventi (moglie e figlia), con la complicità del commercialista, consulente delle imprese. Gia alla fine dello scorso anno, l'imprenditore Giuseppe Antonucci aveva puntato il dito verso il proprio consulente. Era, secondo l'accusa, il commercialista Giovanni Teodoro Turi, di 48 anni, il consulente di cui si parla.
Le società costituite, avviate e messe in liquidazione con cadenza pressoché biennale, hanno operato, di fatto, in totale evasione di imposta, omettendo di presentare le dichiarazioni fiscali nonché di effettuare il versamento di tutte le imposte, contributi previdenziali e assistenziali mediante l'attuazione di un fraudolento meccanismo di indebita compensazione, consistente essenzialmente nella presentazione di modelli F24 attinenti i versamenti d'imposta, che riportavano a fronte degli effettivi debiti di imposta dell'impresa, importi di inesistenti crediti IVA e/o IRES a titolo di compensazione, peraltro relativi a dichiarazioni fiscali mai presentate ovvero a periodi di imposta antecedenti alla costituzione delle imprese stesse, evidenziando, in tal modo, sempre un saldo pari a zero.
Ad esito delle indagini della Guardia di Finanza, l'Autorità Giudiziaria, nel dicembre scorso, ha emesso un provvedimento cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell'imprenditore e dei suoi familiari, in ordine ai reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, trasferimento fittizio all'estero della sede di una delle società di famiglia, riciclaggio di somme di denaro frutto dell'evasione fiscale, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili, nonché una informazione di garanzia a carico del commercialista per aver concorso nei reati. Il successivo sviluppo penale dell'intera vicenda ha fatto emergere un ruolo di centralità assunto dal consulente, sia in veste di "ideatore" che di vero "regista" della strategia fraudolenta finalizzata all'evasione delle imposte.
La figura del consulente si pone, invero, quale soggetto specializzante con particolare riguardo al reato di indebita compensazione delle imposte in considerazione del ruolo di intermediario abilitato ed incaricato di curare la trasmissione telematica del modelli F24 delle imprese coinvolte. In particolare, il meccanismo illecito, da quest'ultimo artatamente ideato e attuato, ha consentito dal 2008 fino a marzo 2012, di aggirare il sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate, eludendo il "controllo automatizzato" delle dichiarazioni dei redditi, IVA ed IRAP, che prevede "l'incrocio" tra i dati riportati in dichiarazione con quelli desunti dai versamenti d'imposta eseguiti mediante la presentazione degli stessi modelli F24, permettendo in tal modo all'imprenditore di evitare il pagamento delle imposte dovute.
Alla luce, dunque, della gravità dei fatti-reato, della continuità degli stessi, della professionalità e pervicacia manifestata nel realizzare le descritte condotte criminose, il G.I.P. presso il Tribunale di Trani, in accoglimento della richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Michele Ruggiero, ha emesso a carico del consulente, vera "mente" ed "istigatore" delle condotte delittuose perpetrate, la misura cautelare della custodia in carcere.