Fabbisogno standard, Barletta tra i 47 capoluoghi "formica" in Italia
Dallo studio del Copaff un dato positivo. Risparmiati 3,2 milioni di euro pari al 22,3%
martedì 19 febbraio 2013
Barletta 74esima città d'Italia nella speciale classifica «Fabbisogno standard»: è quanto emerge nella classifica stilata dalla Commissione per l'attuazione del federalismo fiscale (Copaff) che analizza i numeri della finanza locale di tutti i Comuni capoluogo, pubblicata in data 11 febbraio dal quotidiano Il Sole 24 Ore, e che incrocia i dati dei fabbisogni standard a confronto con i tagli previsti dalla spending review. Una classificazione frutto dello studio analitico delle spese di tutti i Comuni italiani, relazionati a fattori come le caratteristiche dei territori e il nucleo di servizi che lo stesso offre. Nella classifica in questione, dove i primi posti sono quelli in negativo e l'ultimo posto va letto in realtà come il primo con i risultati migliori, la maglia nera va a Napoli, seguita da Roma e Firenze: è dunque il capoluogo campano quello con la burocrazia più cara.
Un ottimo risultato quello conseguito dalla città di Barletta: a fronte di un fabbisogno standard valutato dalla Copaff in 14,3 milioni di euro, il Comune di Barletta ne spende solo 11,1 annui. Un risparmio di 3,2 milioni di euro pari al 22,3%: i tagli per l'anno 2013 sono invece stati calcolati in un valore pari al 2,9%, pari allo 0,3% del totale dei risparmi delle amministrazioni dei capoluoghi italiani.
La classifica resa nota dal Copaff non è però completa, in quanto inclusiva solo degli 88 capoluoghi di provincia nelle Regioni a Statuto ordinario: in veste di Comune più virtuoso troviamo Torino all' 88° posto, città dove la differenza tra fabbisogno standard, cioè il livello ottimale di spesa per le funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo (uffici entrate, uffici tecnici, anagrafe, stato civile, elettorale, leva, statistica e altri servizi generali), e i costi effettivi, vede un risparmio del 36,9 %.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Un ottimo risultato quello conseguito dalla città di Barletta: a fronte di un fabbisogno standard valutato dalla Copaff in 14,3 milioni di euro, il Comune di Barletta ne spende solo 11,1 annui. Un risparmio di 3,2 milioni di euro pari al 22,3%: i tagli per l'anno 2013 sono invece stati calcolati in un valore pari al 2,9%, pari allo 0,3% del totale dei risparmi delle amministrazioni dei capoluoghi italiani.
La classifica resa nota dal Copaff non è però completa, in quanto inclusiva solo degli 88 capoluoghi di provincia nelle Regioni a Statuto ordinario: in veste di Comune più virtuoso troviamo Torino all' 88° posto, città dove la differenza tra fabbisogno standard, cioè il livello ottimale di spesa per le funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo (uffici entrate, uffici tecnici, anagrafe, stato civile, elettorale, leva, statistica e altri servizi generali), e i costi effettivi, vede un risparmio del 36,9 %.
(Twitter: @GuerraLuca88)