Ex Palazzo delle Poste, il Comune di Barletta non può esercitare la prelazione

Bisognerà acquisire le informazioni necessarie per un futuro ed eventuale acquisto dell'immobile

venerdì 20 novembre 2020
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
Non ci sono abbastanza informazioni affinché il Comune di Barletta possa esprimere la sua volontà di esercitare o meno il diritto di prelazione per l'acquisto dell'ex Palazzo delle Poste.

È la valutazione condotta ieri dal Consiglio comunale che ha approvato all'unanimità dei presenti un atto di indirizzo affinché l'amministrazione approfondisca l'istruttoria sulla questione, acquisendo i documenti necessari e rendendo edotti i consiglieri stessi sullo stato e sulle caratteristiche dell'immobile. Solo dopo si potrà discutere di un eventuale acquisto.

Ma ancor prima sarebbe necessario che si definisse la proprietà dello stabile. Nel 2002, ha ricordato l'assessore al Bilancio nonché vicesindaco Gennerao Cefola, l'immobile fu sottoposto ad asta da una società partecipata da Poste Italiane. Ad aggiudicarsi il bene fu la società Palladio per un importo di circa 3,5 milioni di euro. La procedura, tuttavia, non risulta tutt'ora conclusa. Fu allora versata, infatti, solo parte della somma. Intanto, l'immobile è stato sottoposto a vincolo della Soprintendenza ai beni culturali.

Si arriva così a settembre 2020, quando il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha comunicato al Comune di Barletta la mera possibilità di un eventuale esercizio del diritto di prelazione. Questo, tuttavia, potrà avvenire solo nelle more della definizione della procedura non ancora conclusa.

È stato il risultato di ore di una discussione confusa, complice il collegamento streaming, avviata su impulso dell'ordine del giorno presentato dal consigliere Pier Paolo Grimaldi. Insomma, nel pomeriggio di ieri il Consiglio comunale ha appurato di non poter esercitare il diritto di prelazione su un immobile del quale (tra l'altro) non conosce neanche il prezzo di vendita. Si potrebbe addirittura causare una turbativa d'asta, ha azzardato Cefola.

Ben venga il dibattito pubblico che ha preso vita in queste settimane, ma per adesso il futuro del Palazzo delle Poste è tutt'altro che scontato. L'auspicio è che in ogni caso si possa individuare una destinazione pubblica per un immobile che porta sui suoi muri la testimonianza della ferocia nazista con cui Barletta dovette fare i conti il 12 settembre del 1943.