Eternit e rifiuti industriali poco fuori Barletta, la denuncia del prof. Quarto
«Indubitabili atti d'ignoranza». Non bisogna trascurare l'ignoranza di chi compe tali illegalità
lunedì 23 gennaio 2012
0.37
Sempre vigile e agile narratore delle problematiche legate alle problematiche ambientali, il barlettano Ruggiero Quarto, docente presso l'Università di Bari, offre nuovamente ai lettori di Barlettalife un resoconto – ahinoi – negativo dell'emergenza rifiuti nel nostro territorio. Ancora una volta la sua nota ci è da monito a perseguire con maggiore interesse i numerosi problemi di natura e ambiente, quanto mai preoccupanti, quanto mai indice di una sempre crescente noncuranza nei confronti della habitat naturale che ci circonda.
Una grave consuetudine affligge il nostro territorio extraurbano: lo scarico illegale di rifiuti di ogni genere. Si varia dai banali resti di verdure al pericoloso eternit. Quest'ultimo, spesso in forma di onduline per coprire i tetti, è un impasto di cemento e fibre di amianto che può rilasciare particelle di amianto che, a loro volta, se inalate, possono provocare un mortale mesotelioma pleurico. Alcuni giorni fa ho segnalato alla Bar.S.A. e al Sindaco (ancora nelle vesti di assessore all'Ambiente!) un cumulo di lastre di eternit e immensi cumuli di rifiuti vari, al bordo della complanare dell'Asse Attrezzato della SS16bis, in località Tittadegna, nella speranza che prontamente il sito venga bonificato, come la legge impone. A causa della sovrapposizione della deleteria mentalità consumistica dell'usa e getta, della sciagurata idea che il territorio pubblico non appartiene a nessuno, dello scarso controllo del territorio e dell'indolenza dell'Amministrazione Comunale, per le vie extraurbane si accumulano montagne di rifiuti: mobili, elettrodomestici, resti di demolizioni, copertoni, rifiuti industriali, eternit, ecc…
Non bisogna affatto trascurare, poi, l'ignoranza di chi compie tali illegalità. Infatti, se lo scarico dell'eternit o dei rifiuti industriali è un inequivocabile illecito atto doloso, l'abbandono di un frigorifero nei campi è un indubitabile atto d'ignoranza. Chi lo compie ignora che potrebbe lasciarlo vicino al cassonetto sotto casa, concordando telefonicamente la cosa con la Bar.S.A., che poi provvede alla raccolta. L'ignoranza è davvero totale, considerando che l'inconsapevole di turno deve trovare dei robusti complici, caricare il rifiuto ingombrante su un mezzo idoneo (spesso una normale auto è insufficiente), effettuare un lungo trasporto e scaricare l'oggetto, rischiando una denuncia penale! È inutile dire che tutti i cittadini ci rimettono tre volte per la grave ignoranza di qualcuno: 1) pagano il servizio di raccolta urbana; 2) pagano la pulizia extraurbana; 3) sopportano i gravi inquinamenti del loro territorio. Tutti i rifiuti ingombranti (per es. mobili ed elettrodomestici), pericolosi (vernici, oli esausti, ecc..) e di dubbia destinazione possono anche essere portati al centro di raccolta della Bar.S.A., in via Callano. Basta un po' di senso civico e buona volontà. Qui possono anche essere recapitati rifiuti agricoli pericolosi (teli, tubi irrigui, contenitori per veleni) che spesso, dopo l'uso, vengono incendiati sul campo, con gravi rischi d'inquinamento di aria, suolo e acque sotterranee. Comunque, è bene sottolineare che, se esistono sacche di assoluta ignoranza, esiste anche un'insufficiente informazione. È, quindi, necessario prodigarsi per un'informazione più profonda e capillare; deve raggiungere tutta la popolazione e deve essere chiara. Oltre che informare è anche necessario "formare" una coscienza civica che educhi il cittadino al rispetto della Città e del territorio, intesi come luoghi di tutti, da custodire con grande cura, come e più della propria casa. Non tocca a me indicare le strategie più opportune per raggiungere l'obiettivo, ma è necessario una sforzo straordinario, anche economico, da intendere come investimento. Occorre penetrare nelle scuole, nelle associazioni di categoria (imprese edili, agricoltori, artigiani, ecc…), sindacali, culturali. Con la televisione, poi, si può penetrare in ogni casa.
Sarebbe anche molto utile implicare la Chiesa locale, attraverso la Diocesi e le Parrocchie. Per noi Cristiani la Salvaguardia del Creato non è solo un dovere civico, ma un accondiscendere all'atto d'Amore del Dio Creatore, che ci ha donato la Vita e una "Casa" da abitare. È anche un atto di solidarietà verso i nostri fratelli non ancora esistenti, ai quali lasciare la "Casa" più bella di come l'abbiamo ricevuta. Con un'adeguata formazione/informazione i risultati potrebbero essere strabilianti. Ma la Pubblica Amministrazione deve guidare il processo, facendo il proprio dovere con diligenza e premiando i cittadini virtuosi.
Ruggiero Quarto
Docente di Geofisica – Università di Bari
Una grave consuetudine affligge il nostro territorio extraurbano: lo scarico illegale di rifiuti di ogni genere. Si varia dai banali resti di verdure al pericoloso eternit. Quest'ultimo, spesso in forma di onduline per coprire i tetti, è un impasto di cemento e fibre di amianto che può rilasciare particelle di amianto che, a loro volta, se inalate, possono provocare un mortale mesotelioma pleurico. Alcuni giorni fa ho segnalato alla Bar.S.A. e al Sindaco (ancora nelle vesti di assessore all'Ambiente!) un cumulo di lastre di eternit e immensi cumuli di rifiuti vari, al bordo della complanare dell'Asse Attrezzato della SS16bis, in località Tittadegna, nella speranza che prontamente il sito venga bonificato, come la legge impone. A causa della sovrapposizione della deleteria mentalità consumistica dell'usa e getta, della sciagurata idea che il territorio pubblico non appartiene a nessuno, dello scarso controllo del territorio e dell'indolenza dell'Amministrazione Comunale, per le vie extraurbane si accumulano montagne di rifiuti: mobili, elettrodomestici, resti di demolizioni, copertoni, rifiuti industriali, eternit, ecc…
Non bisogna affatto trascurare, poi, l'ignoranza di chi compie tali illegalità. Infatti, se lo scarico dell'eternit o dei rifiuti industriali è un inequivocabile illecito atto doloso, l'abbandono di un frigorifero nei campi è un indubitabile atto d'ignoranza. Chi lo compie ignora che potrebbe lasciarlo vicino al cassonetto sotto casa, concordando telefonicamente la cosa con la Bar.S.A., che poi provvede alla raccolta. L'ignoranza è davvero totale, considerando che l'inconsapevole di turno deve trovare dei robusti complici, caricare il rifiuto ingombrante su un mezzo idoneo (spesso una normale auto è insufficiente), effettuare un lungo trasporto e scaricare l'oggetto, rischiando una denuncia penale! È inutile dire che tutti i cittadini ci rimettono tre volte per la grave ignoranza di qualcuno: 1) pagano il servizio di raccolta urbana; 2) pagano la pulizia extraurbana; 3) sopportano i gravi inquinamenti del loro territorio. Tutti i rifiuti ingombranti (per es. mobili ed elettrodomestici), pericolosi (vernici, oli esausti, ecc..) e di dubbia destinazione possono anche essere portati al centro di raccolta della Bar.S.A., in via Callano. Basta un po' di senso civico e buona volontà. Qui possono anche essere recapitati rifiuti agricoli pericolosi (teli, tubi irrigui, contenitori per veleni) che spesso, dopo l'uso, vengono incendiati sul campo, con gravi rischi d'inquinamento di aria, suolo e acque sotterranee. Comunque, è bene sottolineare che, se esistono sacche di assoluta ignoranza, esiste anche un'insufficiente informazione. È, quindi, necessario prodigarsi per un'informazione più profonda e capillare; deve raggiungere tutta la popolazione e deve essere chiara. Oltre che informare è anche necessario "formare" una coscienza civica che educhi il cittadino al rispetto della Città e del territorio, intesi come luoghi di tutti, da custodire con grande cura, come e più della propria casa. Non tocca a me indicare le strategie più opportune per raggiungere l'obiettivo, ma è necessario una sforzo straordinario, anche economico, da intendere come investimento. Occorre penetrare nelle scuole, nelle associazioni di categoria (imprese edili, agricoltori, artigiani, ecc…), sindacali, culturali. Con la televisione, poi, si può penetrare in ogni casa.
Sarebbe anche molto utile implicare la Chiesa locale, attraverso la Diocesi e le Parrocchie. Per noi Cristiani la Salvaguardia del Creato non è solo un dovere civico, ma un accondiscendere all'atto d'Amore del Dio Creatore, che ci ha donato la Vita e una "Casa" da abitare. È anche un atto di solidarietà verso i nostri fratelli non ancora esistenti, ai quali lasciare la "Casa" più bella di come l'abbiamo ricevuta. Con un'adeguata formazione/informazione i risultati potrebbero essere strabilianti. Ma la Pubblica Amministrazione deve guidare il processo, facendo il proprio dovere con diligenza e premiando i cittadini virtuosi.
Ruggiero Quarto
Docente di Geofisica – Università di Bari