«Essere scout nel 2021 significa (ri)scoprire il mondo attorno a noi»
Si svolgerà oggi l'iniziativa "Maratona in rete" nei pressi di Castel del Monte organizzata dall'Agesci
domenica 23 maggio 2021
Una maratona "virtuale" che diventa reale, con una vera immersione nella natura del nostro territorio. L'idea è nata dal Clan "Fenici di Svevia" del gruppo Scout Agesci di Barletta, che ha organizzato per oggi una speciale maratona di 42 km che partirà ai piedi di Castel del Monte, all'interno del Parco dell'Alta. Sarà il culmine di un percorso già iniziato sui social - in particolare su Instagram - per promuovere quanto di bello viene realizzato dalle realtà impegnate nel sociale. Per scoprire di più su questa iniziativa e sulle attività dell'Agesci, ne abbiamo parlato con Andrea Bitetto, Rover del Clan "Fenici di Svevia", gruppo Scout Agesci Barletta 1
Come è nata l'idea di questa iniziativa?
«"Ardi per servire, corri verso il prossimo" è un'idea, a cura del Clan (l'ultima delle tre "branche" di cui si compone un gruppo scout, comprendente ragazzi dai 16 ai 21 anni) "Fenici di Svevia" del gruppo Scout Agesci del Barletta 1, che nasce dalla riaccensione in noi del "Fuoco del Servizio", ovvero della voglia, del desiderio di Servire. Quella del Servizio è una pratica molto cara allo Scoutismo, in particolare è uno dei tre pilastri della branca r/s (rover e scolte) insieme alla Strada ed alla Comunità, elementi complementari ed indissociabili. Gli Scout si impegnano per essere sempre pronti a Servire il prossimo (come recita la Promessa che pronunciamo all'inizio del nostro percorso: "...per aiutare gli altri in ogni circostanza...").
In un periodo duro come quello dell'emergenza sanitaria, abbiamo lasciato che quella fiamma che ci rendeva sempre "pronti a servire", lentamente si affievolisse, fin quasi a spegnersi. Grazie però ad un incontro online con l'associazione Abakhi di Reggio Calabria, con la quale avevamo già prestato servizio in passato, la situazione è cambiata: l'associazione, infatti, che si occupa di accoglienza dei migranti e, in generale, di persone in situazioni di disagio, ha continuato a prestare servizio, durante la quarantena, con ancora più ardore di prima. Ciò ha fatto scattare la scintilla che ha riacceso in noi la Fiamma, e la pagina Instagram che abbiamo creato, ha lo scopo di essere il carburante che alimenti la "Fiamma sopita" del Servizio.
Sul nostro profilo abbiamo pubblicato, settimana dopo settimana, storie di associazioni che sono riuscite non solo a mantenere viva questa Fiamma, in un periodo così difficile, ma anche a trasmetterla a chi hanno incontrato. "Ardi per servire, corri verso il prossimo" si chiuderà con un evento, una staffetta corsa da noi, nei pressi di Castel del Monte: speriamo, con questa iniziativa, di far conoscere quanto più possibile le associazioni che abbiamo scelto di pubblicizzare, e il loro operato, così che, assieme, le Fiamme di ciascuno di noi possano dar vita ad un grande Falò del Servizio».
Nei mesi della pandemia, le attività dell'Agesci si sono fermate o siete rimasti in attività?
«Durante la pandemia, l'Agesci non è rimasta del tutto immobile: le attività dei gruppi scout non si sono fermate, proseguendo principalmente online, ma anche in presenza, secondo le norme prestabilite, nei periodi in cui ciò è stato possibile. Ad aver subito una maggiore battuta d'arresto sono state, piuttosto, le attività di servizio, che pure fanno parte del percorso educativo dello scoutismo. Sebbene infatti ci siano stati diversi esempi, anche molto positivi, di Scout che hanno continuato a dedicarsi agli altri - si pensi, ad esempio, alle due ragazze dell'Agesci nominate Alfieri della Repubblica nel 2020 -, è pur vero che altrettanti gruppi e altrettanti scout non sono riusciti a portare avanti le attività di servizio come desiderato. Il nostro Clan rientra tra questi ultimi: probabilmente intimoriti da una situazione a cui non eravamo preparati, ci siamo impegnati principalmente in un'azione di "mutuo soccorso", aiutandoci a vicenda a superare quel momento difficile, senza riuscire a dedicarci agli altri come avremmo voluto. Tuttavia, questo è valso per la prima parte della pandemia, e in particolare fino al nostro incontro con l'associazione Abakhi: confrontandoci con chi non aveva mai smesso di impegnarsi per gli altri, abbiamo ritrovato le energie per dedicarci al servizio, impegnandoci nel doposcuola online - in collaborazione con l'associazione "Kreattiva" di Bari, o anche nella raccolta alimentare con l'Ambulatorio Popolare di Barletta. E questo è anche il sentimento che vorremmo suscitare negli altri tramite il progetto di "Ardi per servire, corri verso il prossimo": il desiderio e la voglia di spendersi, gratuitamente, per il prossimo».
I ragazzi di oggi sono interessati al mondo dello scoutismo?
«Di giovani interessati allo scoutismo siamo certi ce ne siano molti, come testimonia l'imponente numero di iscritti all'Agesci su territorio nazionale, che supera 180.000. Tuttavia, siamo anche consapevoli che questo numero potrebbe essere ancora maggiore. Il fatto che non sia così, riteniamo sia probabilmente dovuto a due fattori principali: innanzitutto, un certo grado di incertezza riguardo cosa esattamente siano - e facciano - gli scout. In effetti, rispondere a questa domanda è sempre piuttosto complesso per noi, dal momento che lo scoutismo si configura più come un percorso educativo composito, che comprende in sé elementi molto diversi tra loro (dal gioco alla riflessione spirituale, dalla sana competizione alla cooperazione), piuttosto che come un'attività ricreativa estemporanea. Questo ci conduce anche al secondo fattore: l'impressionante quantità di stimoli di ogni tipo che i giovani ricevono da ogni dove, a velocità decisamente superiori rispetto a quelle con le quali lo scoutismo veicola il proprio messaggio. Internet, i social network, le piattaforme di streaming, hanno ampliato come mai prima l'orizzonte degli stimoli che un giovane si ritrova ad avere, rendendo accessibile comodamente dalla propria abitazione e in poco tempo ciò che in passato richiedeva più tempo e fatica ottenere. Questo non è affatto un male di per sé: tuttavia, senza dubbio costituisce un problema per realtà che, come lo scoutismo, viaggiano a velocità nettamente diverse, per propria natura. Il messaggio dello scoutismo si può comunicare via web solo fino ad un certo punto - qualcuno direbbe anche "per nulla"-, oltre il quale, necessita di essere vissuto in prima persona».
Dunque oggi, nel 2021, in un'epoca storica che sembra ormai dominata dalla tecnologia e in cui i giovani spesso sono incastrati nel tunnel dei social network, per voi cosa vuol dire essere "scout"?
«Essere "scout" nel 2021 significa, volendo provare a riassumere in poche parole un concetto su cui in passato sono stati scritti volumi interi, (ri)scoprire il mondo attorno a noi, e non avere paura di dedicarsi agli altri, sotto ogni punto di vista. Il messaggio più profondo dello scoutismo, composto di amore, solidarietà, cittadinanza attiva, gusto per il gioco e l'avventura, può essere scoperto soltanto sperimentandolo: in un mondo che viaggia a velocità incredibili, essere scout quindi significa correre il rischio di "rallentare". Prendersi del tempo per guardarsi dentro e attorno, per capire dove si sta andando, correndo con tanta foga. Significa dare valore alla strada che si sta percorrendo, e alle persone che camminano al nostro fianco, e non solo alla meta finale, come la società frenetica in cui viviamo sembra imporci».
Come è nata l'idea di questa iniziativa?
«"Ardi per servire, corri verso il prossimo" è un'idea, a cura del Clan (l'ultima delle tre "branche" di cui si compone un gruppo scout, comprendente ragazzi dai 16 ai 21 anni) "Fenici di Svevia" del gruppo Scout Agesci del Barletta 1, che nasce dalla riaccensione in noi del "Fuoco del Servizio", ovvero della voglia, del desiderio di Servire. Quella del Servizio è una pratica molto cara allo Scoutismo, in particolare è uno dei tre pilastri della branca r/s (rover e scolte) insieme alla Strada ed alla Comunità, elementi complementari ed indissociabili. Gli Scout si impegnano per essere sempre pronti a Servire il prossimo (come recita la Promessa che pronunciamo all'inizio del nostro percorso: "...per aiutare gli altri in ogni circostanza...").
In un periodo duro come quello dell'emergenza sanitaria, abbiamo lasciato che quella fiamma che ci rendeva sempre "pronti a servire", lentamente si affievolisse, fin quasi a spegnersi. Grazie però ad un incontro online con l'associazione Abakhi di Reggio Calabria, con la quale avevamo già prestato servizio in passato, la situazione è cambiata: l'associazione, infatti, che si occupa di accoglienza dei migranti e, in generale, di persone in situazioni di disagio, ha continuato a prestare servizio, durante la quarantena, con ancora più ardore di prima. Ciò ha fatto scattare la scintilla che ha riacceso in noi la Fiamma, e la pagina Instagram che abbiamo creato, ha lo scopo di essere il carburante che alimenti la "Fiamma sopita" del Servizio.
Sul nostro profilo abbiamo pubblicato, settimana dopo settimana, storie di associazioni che sono riuscite non solo a mantenere viva questa Fiamma, in un periodo così difficile, ma anche a trasmetterla a chi hanno incontrato. "Ardi per servire, corri verso il prossimo" si chiuderà con un evento, una staffetta corsa da noi, nei pressi di Castel del Monte: speriamo, con questa iniziativa, di far conoscere quanto più possibile le associazioni che abbiamo scelto di pubblicizzare, e il loro operato, così che, assieme, le Fiamme di ciascuno di noi possano dar vita ad un grande Falò del Servizio».
Nei mesi della pandemia, le attività dell'Agesci si sono fermate o siete rimasti in attività?
«Durante la pandemia, l'Agesci non è rimasta del tutto immobile: le attività dei gruppi scout non si sono fermate, proseguendo principalmente online, ma anche in presenza, secondo le norme prestabilite, nei periodi in cui ciò è stato possibile. Ad aver subito una maggiore battuta d'arresto sono state, piuttosto, le attività di servizio, che pure fanno parte del percorso educativo dello scoutismo. Sebbene infatti ci siano stati diversi esempi, anche molto positivi, di Scout che hanno continuato a dedicarsi agli altri - si pensi, ad esempio, alle due ragazze dell'Agesci nominate Alfieri della Repubblica nel 2020 -, è pur vero che altrettanti gruppi e altrettanti scout non sono riusciti a portare avanti le attività di servizio come desiderato. Il nostro Clan rientra tra questi ultimi: probabilmente intimoriti da una situazione a cui non eravamo preparati, ci siamo impegnati principalmente in un'azione di "mutuo soccorso", aiutandoci a vicenda a superare quel momento difficile, senza riuscire a dedicarci agli altri come avremmo voluto. Tuttavia, questo è valso per la prima parte della pandemia, e in particolare fino al nostro incontro con l'associazione Abakhi: confrontandoci con chi non aveva mai smesso di impegnarsi per gli altri, abbiamo ritrovato le energie per dedicarci al servizio, impegnandoci nel doposcuola online - in collaborazione con l'associazione "Kreattiva" di Bari, o anche nella raccolta alimentare con l'Ambulatorio Popolare di Barletta. E questo è anche il sentimento che vorremmo suscitare negli altri tramite il progetto di "Ardi per servire, corri verso il prossimo": il desiderio e la voglia di spendersi, gratuitamente, per il prossimo».
I ragazzi di oggi sono interessati al mondo dello scoutismo?
«Di giovani interessati allo scoutismo siamo certi ce ne siano molti, come testimonia l'imponente numero di iscritti all'Agesci su territorio nazionale, che supera 180.000. Tuttavia, siamo anche consapevoli che questo numero potrebbe essere ancora maggiore. Il fatto che non sia così, riteniamo sia probabilmente dovuto a due fattori principali: innanzitutto, un certo grado di incertezza riguardo cosa esattamente siano - e facciano - gli scout. In effetti, rispondere a questa domanda è sempre piuttosto complesso per noi, dal momento che lo scoutismo si configura più come un percorso educativo composito, che comprende in sé elementi molto diversi tra loro (dal gioco alla riflessione spirituale, dalla sana competizione alla cooperazione), piuttosto che come un'attività ricreativa estemporanea. Questo ci conduce anche al secondo fattore: l'impressionante quantità di stimoli di ogni tipo che i giovani ricevono da ogni dove, a velocità decisamente superiori rispetto a quelle con le quali lo scoutismo veicola il proprio messaggio. Internet, i social network, le piattaforme di streaming, hanno ampliato come mai prima l'orizzonte degli stimoli che un giovane si ritrova ad avere, rendendo accessibile comodamente dalla propria abitazione e in poco tempo ciò che in passato richiedeva più tempo e fatica ottenere. Questo non è affatto un male di per sé: tuttavia, senza dubbio costituisce un problema per realtà che, come lo scoutismo, viaggiano a velocità nettamente diverse, per propria natura. Il messaggio dello scoutismo si può comunicare via web solo fino ad un certo punto - qualcuno direbbe anche "per nulla"-, oltre il quale, necessita di essere vissuto in prima persona».
Dunque oggi, nel 2021, in un'epoca storica che sembra ormai dominata dalla tecnologia e in cui i giovani spesso sono incastrati nel tunnel dei social network, per voi cosa vuol dire essere "scout"?
«Essere "scout" nel 2021 significa, volendo provare a riassumere in poche parole un concetto su cui in passato sono stati scritti volumi interi, (ri)scoprire il mondo attorno a noi, e non avere paura di dedicarsi agli altri, sotto ogni punto di vista. Il messaggio più profondo dello scoutismo, composto di amore, solidarietà, cittadinanza attiva, gusto per il gioco e l'avventura, può essere scoperto soltanto sperimentandolo: in un mondo che viaggia a velocità incredibili, essere scout quindi significa correre il rischio di "rallentare". Prendersi del tempo per guardarsi dentro e attorno, per capire dove si sta andando, correndo con tanta foga. Significa dare valore alla strada che si sta percorrendo, e alle persone che camminano al nostro fianco, e non solo alla meta finale, come la società frenetica in cui viviamo sembra imporci».