Esclusiva! Nicola Maffei racconta tutto a Barlettalife
L’ex sindaco fortificato dopo il “tradimento”. «Caro Renato Russo, mai stato monarca»
venerdì 18 gennaio 2013
Sindaco Maffei, anzi Ingegnere (lapsus intenzionale), è un bel po' che noi due non chiacchieriamo. Spero solo per una temporanea antipatia per Sarcinelli e null'altro.
Parto dal presupposto che parlare di antipatia distorce il senso della mancata continuità del dialogo tra giornalisti e istituzioni. Io ho sempre ritenuto che la critica è alla base della democrazia, però finché la critica non sfocia nel pettegolezzo o offesa, allora è corretta, altrimenti è offensiva della dignità e dunque mi sottraggo al dialogo. L'ho fatto con Barlettalife, con alcune altre note emittenti, col tempo però le cose si smorzano. Non ho mai negato il mio forte rispetto per chiunque.
Entriamo nel merito: la cronologia racconta che il 26 ottobre otto consiglieri del suo stesso partito, il PD (Delvecchio, Ventura, Scelzi, Paolillo, Santeramo, Marzocca, Torre, Caracciolo), più i due Socialisti (Pastore e Dileo), uno di Sel (Lasala) uno della lista Emiliano (Maffione) con il sostegno dell'opposizione, la condannano a morte politica definitiva o temporanea. Le firme furono apposte dinanzi ad un notaio. Lei li definì, nella conseguente conferenza stampa del 30 ottobre, con inusitati dispregiativi vocaboli, tra cui il più infamante è stato "traditori". Alcune domande contemporaneamente: avrebbero avuto la capacità di sfiduciarla in aula consiliare? E chi, tra gli otto, ha più ferito la sua fiducia? Insomma da chi non se lo sarebbe mai aspettato? Ha saputo di possibili pentimenti?
Credo che ognuno di noi, in particolari ruoli istituzionali, sa che non si dura per sempre, sia per scelte personali che di terzi. Non parlerei di morte politica, è una forzatura. E' anche vero che ho usato, in una conferenza stampa da me voluta nella sede istituzionale, termini abbastanza forti che hanno choccato, e hanno sicuramente fatto saltare accordi sanciti in precedenza. Ho usato anche termini più forti, che per chi crede di svolgere un'azione politica, sono più offensivi e devastanti di "traditore" [mestieranti della politica, feccia ndr]. Non credo che mi avrebbero sfiduciato in aula consiliare, alcuni sono stati prelevati dal loro luogo di lavoro, altro che atto spontaneo. Quella forzatura è stata fatta in un luogo ove si consumano affari, non certamente attività istituzionali. Chi mi ha ferito di più? Sicuramente Delvecchio e Paolillo, gli unici che avevano una storia politica di coerenza e appartenenza. Sono uomini di partito, e non avrebbero dovuto scadere in questi termini. Gli altri hanno troppo spesso cambiato casacca per avere credibilità. Chi ha tradito una volta lo può fare sempre. Non entro nel merito di considerazioni personali su presunti pentimenti (se corrisponde a verità alcuni sono stati pentimenti del lupo). Pentirsi oggi è questione di opportunità: perché quegli interrogativi, da cui il pentimento, non se li sono posti prima? Pensiamo al bilancio, trascinato per oltre un anno, Barletta ha perso per questo motivo finanziamenti. Oggi a bilancio approvato, sono partite alcune gare, seppur con passo lento.
Lei nella conferenza stampa del 30 ottobre a Palazzo di Città, affermò che i "traditori" erano "metastasi" che chiedevano solo favori per se stessi e per i loro familiari, mai pensando al bene della collettività. Quali benefici hanno ottenuto e chi sono i familiari beneficiati?
Preciso una cosa, sono stato ascoltato dal dottor Maralfa [sostituto procuratore del Tribunale di Trani ndr] e sono tenuto al segreto istruttorio, e ripongo massima fiducia nell'operato della Magistratura. Nomi, cognomi, legami parentali o di altra natura, sono stati scritti anche da Barlettalife. Perché ripeterli?
Ingegnere, per forza di cose deve aver commesso errori oggettivi e di valutazione. È stato o no il tema delle varianti al Piano regolatore ciò che ha messo in crisi definitivamente la Sua giunta? Ci sono state pretese sulla destinazione di un numero importate di suoli che contraddicono l'ancora attuale PRG? Questo tema è stato oggetto di Sue dichiarazioni in Procura? Ci spiega che cosa si muove dietro questo tema? Che interessi, che accordi?
Credo che ognuno di noi coinvolto in attività istituzioni non sia esente da errori. Anch'io ho sbagliato e ne faccio ammenda, ma solo chi opera sbaglia. La causa scatenante della crisi è ancorata ad alcune varianti del PRG, la cui attesa adozione ha scatenato quelle reazioni. Ho riferito nella corretta sede della Procura a chi mi ha chiesto. Aspetto fiducioso.
Ci conferma che le due richieste all'ultimo tavolo politico erano: fuori Attolico e fuori la Federazione della sinistra dalla giunta?
Al tavolo politico, le dichiarazioni del segretario del PSI Mezzina, del coordinatore de La Buona Politica, Giuseppe Gammarrota, del consigliere regionale Caracciolo, furono esplicite: la testa del dott. Attolico e l'estromissione della Federazione della Sinistra. Dirò di più: il 26 mattina, quando gli animi erano agitati, mi giunse la telefonata del segretario provinciale PD Andrea Patruno che mi riferiva che il consigliere Paolillo proponeva per la mediazione anche l'azzeramento della Giunta. Devo pensare che ciò corrispondesse a rendere disponibile la delega all'urbanistica, rendendola oggetto di una nuova estenuante contrattazione partitica per chi ne dovesse beneficiare nell'attribuzione.
Con una metafora non proprio inglese molti nostri lettori mettono in discussione la qualità dei Suoi attributi. Detta più in chiaro: una Sua debolezza caratteriale nel gestire le pressioni delle diverse anime della coalizione. Richiamando invece positivi gli attributi del Suo predecessore. Si è posto questo amletico interrogativo?
Ho avuto alla scuola elementare, un'insegnante, la prof.ssa Angela Caroli Spadaro, insegnante anche del mio predecessore [Francesco Salerno ndr]. Era una classe di 50 alunni, ma lei si riferiva a noi con un filo di voce. Altri urlavano e non ottenevano mai ascolto. Per me "lo stile è l'uomo", l'ho spesso ribadito in comizio: cambia il metodo, l'approccio, ma speriamo sempre nei risultati. Non ho mai cercato di mediare al ribasso, ma cercando sempre la sintesi migliore, far emergere la parte sana rispetto a quella meno sana. Salerno avrebbe dato un calcio nel posteriore a molti sbattendoli fuori; ciò non era nella mia natura. La mia è diversa.
Ma è vero che anche Lei ha tradito? C'era un accordo con la Vitobello e altri consiglieri di opposizione per una giunta di larghe intese?
Intanto il concetto di tradimento: io sono stato assolto, perché il fatto non sussiste, dalla Commissione provinciale di garanzia del PD. Non è stato trovato alcun appiglio, alcun fondamento. Ciò aggrava la posizione di chi su queste motivazioni ha costruito i motivi della sfiducia. Sono legato alla Vitobello da un'ottima amicizia tra colleghi. E' stata nella mia maggioranza nella mia prima amministrazione, poi è passata al Pdl. Ho conservato rapporti istituzionali corretti, ma al di là di questo, costituire una fantomatica giunta di salute pubblica è solo nella fantasia di chi si è voluto divertire. Il vero tradimento l'ha consumato chi ha fatto accordi con l'opposizione per la "sfiducia". Il barlettano intelligente sicuramente ha compreso le finalità di quegli atti. La serietà di un partito, nel giudizio che dovrà dare, la si dimostra anche in questi momenti, al di là del voto che lo stesso partito potrebbe ricevere da chi oggi è dentro e domani non si sa. Meglio perdere a testa alta che vincere con l'imbroglio. Molti nella città saranno sicuramente contenti di essersi liberati di una certa "feccia" politica.
Ogni cittadino che legge le sue risposte ne avrebbe altre da rivolgerle e sento questa giustificata pressione, ma gli spazi non sono illimitati. Le rivolgo domande che le consentiranno risposte in pillole, in una frase: Dopo il fatto, i " traditori" sono stati sospesi per 13 mesi? Avrebbe auspicato pena più severa?
In quell'ufficio politico, chiesi come il regolamento prevedeva, (come ricordiamo analogo accadimento a Terlizzi per Michele Grassi) l'espulsione e il commissariamento. Il partito prevede quella procedura, vi sono state accuse false.
Ruggiero Mennea è: un alleato, un oppositore, un congiurato anche lui?
Nella vita di partito vi sono momenti di condivisione come di contrapposizione, mi auguro che con lui si possa costruire e non solo con lui ma anche con iscritti, simpatizzanti, cittadini, in base a quello che il partito deciderà di fare; assieme anche all'ottimo Patruno, corretto, capace e con un grande senso di equilibrio. Bisogna rifondare il PD locale, ciò permetterà a tanti di entrare, di far crescere una buona classe dirigente. Oggi Mennea è comunque un autorevole rappresentante locale in sede regionale.
Il Consigliere Caracciolo palesa una nuova e rinnovata positiva amicizia politica con l'on Boccia? Tutti nel circolo della Bontà?
Io credo che su queste questioni abbia titolo a rispondere solo l'On. Boccia. Io diffido delle valutazioni di opportunità che si leggono nelle strategie di voto per riconciliare un rapporto. Se fosse consacrato quel principio, legato alla strategia del voto di opportunità di Caracciolo per Boccia [in merito alle Primarie ndr] si configurerebbe un nuovo meccanismo di voto di scambio. Ricordo che ho aderito all'area dell'onorevole Boccia [Letta-Bersani ndr] oltre un anno e mezzo fa e ho massima fiducia nel suo operato.
Tra un mese si voterà per il rinnovo del Parlamento. Lei in quale Aula anelava di sedere prima dello scatafascio barlettano, a Montecitorio o al Senato?
Su questo devo ribadire quello che ho detto nei tavoli politici ove c'erano segretari e capi politici. Ambivo a completare il mandato amministrativo per completare i progetti avviati e gli appalti in itinere. Non c'era un secondo fine.
Lo scenario cittadino è questo. Ci saranno le primarie. con quale coalizione? sarà diversa da quella che sosteneva Lei? Il PD avrà uno, due o tre candidati? Lei ci sarà?
Io credo che per rispondere a questa domanda, occorra partire dal partito. Quale PD noi avremo col commissario? Quali regole per le composizioni delle liste? Quali principi, quali prospettive? Quali linee programmatiche? Solo allora si capirà che valenza possa avere un partito e che logica possono avere le alleanze. Solo con questi presupposti può nascere una mia riflessione su un'eventuale candidatura. Il regionale dovrà ragionare sul caso Barletta, dopo il 25 febbraio, vi saranno decisioni che spero non siano condizionate dal risultato elettorale.
Lei nel suo ultimo intervento ha parlato di forze sane che non si vogliono mettere in gioco in politica. Ci può spiegare a chi si riferisce? Non sia vago, i nostri lettori amano la chiarezza.
In questa città ci sono forze sane, sia in politica che fuori: Queste possono essere coinvolte in un ambiente diverso da quello finora visto. In quelle forze sane accumuno professionisti, imprenditori, i giovani, le associazioni.
Lei è il regista cinematografico. Titolo del Suo cortometraggio: "Maffei alla riscossa". Un film campione d'incassi o da cinema d'essai?
Faccio delle considerazioni. La riscossa deve animare lo spirito, anche quello personale come cittadino, che rivendica le tante cose fatte in questi 6 anni, condivise da molti (partiti, politici e amministratori). Stranamente questo è stato cancellato, io potrei fare un notevole elenco di tutto il buono che è stato fatto. Qui è la riscossa: completare le cose non già pianificate, ma che risentono di una proposta concettuale. E' troppo facile dire che in questi 6 anni non è stato fatto nulla come taluni artatamente dichiarano: dunque se non è stato fatto nulla, vuol dire che quello che in tutta onestà nessuno può negare, è solo merito mio. Se avessi fatto il monarca, come sostiene Renato Russo, avrei rivoltato la città, ma non era nelle possibilità normative del ruolo del sindaco.
Questa ultima domanda la considererei fuori concorso dall'intervista, ma riguarda un sentimento importante nella vita, l'amicizia. Un Suo datato amico, l'editore, storico, Renato Russo con editoriali corposissimi sta mirando al Suo cuore amministrativo forse danneggiandolo. Quasi emula con eccessivo ritardo, la continua critica determinata di Barlettalife. Perché l'editore sta scrivendo su di Lei pagine oscure dopo tanti anni di collaborazione fedele con la Sua Amministrazione?
Io ho un concetto di amicizia differente. Una cosa è l'amicizia, altro è il rapporto istituzionale con la stampa. Sono rimasto sorpreso anche io dalla veemenza di talune dichiarazioni. Perché non le ha rilasciate con la stessa veemenza quando io ero in carica? Forse avrebbe avuto effetti diversi magari controproducenti? Mi risulta strano registrare un comportamento del genere. Io ho aperto la mia conferenza stampa dopo la "sfiducia", dicendo che era doveroso salutare i giornalisti, auspicando che loro conservino comportamento asettico nei riguardi delle mie dichiarazioni. Due giorni dopo, su un noto quotidiano uscì quell'intervento che mi lasciò annichilito. Chi è editore, non dovrebbe gestire una totalità di altre attività: giornalista, storico, saggista, politico, chiaroveggente. Ricordo il rispettoso pensiero di Indro Montanelli nei confronti del proprio editore.
Mi auguro infine che la ripresa di un dialogo con Barlettalife possa essere foriero di ulteriori momenti di confronto, nell'interesse massimo della collettività che ha bisogno di una informazione non condizionata e non offensiva.
Parto dal presupposto che parlare di antipatia distorce il senso della mancata continuità del dialogo tra giornalisti e istituzioni. Io ho sempre ritenuto che la critica è alla base della democrazia, però finché la critica non sfocia nel pettegolezzo o offesa, allora è corretta, altrimenti è offensiva della dignità e dunque mi sottraggo al dialogo. L'ho fatto con Barlettalife, con alcune altre note emittenti, col tempo però le cose si smorzano. Non ho mai negato il mio forte rispetto per chiunque.
Entriamo nel merito: la cronologia racconta che il 26 ottobre otto consiglieri del suo stesso partito, il PD (Delvecchio, Ventura, Scelzi, Paolillo, Santeramo, Marzocca, Torre, Caracciolo), più i due Socialisti (Pastore e Dileo), uno di Sel (Lasala) uno della lista Emiliano (Maffione) con il sostegno dell'opposizione, la condannano a morte politica definitiva o temporanea. Le firme furono apposte dinanzi ad un notaio. Lei li definì, nella conseguente conferenza stampa del 30 ottobre, con inusitati dispregiativi vocaboli, tra cui il più infamante è stato "traditori". Alcune domande contemporaneamente: avrebbero avuto la capacità di sfiduciarla in aula consiliare? E chi, tra gli otto, ha più ferito la sua fiducia? Insomma da chi non se lo sarebbe mai aspettato? Ha saputo di possibili pentimenti?
Credo che ognuno di noi, in particolari ruoli istituzionali, sa che non si dura per sempre, sia per scelte personali che di terzi. Non parlerei di morte politica, è una forzatura. E' anche vero che ho usato, in una conferenza stampa da me voluta nella sede istituzionale, termini abbastanza forti che hanno choccato, e hanno sicuramente fatto saltare accordi sanciti in precedenza. Ho usato anche termini più forti, che per chi crede di svolgere un'azione politica, sono più offensivi e devastanti di "traditore" [mestieranti della politica, feccia ndr]. Non credo che mi avrebbero sfiduciato in aula consiliare, alcuni sono stati prelevati dal loro luogo di lavoro, altro che atto spontaneo. Quella forzatura è stata fatta in un luogo ove si consumano affari, non certamente attività istituzionali. Chi mi ha ferito di più? Sicuramente Delvecchio e Paolillo, gli unici che avevano una storia politica di coerenza e appartenenza. Sono uomini di partito, e non avrebbero dovuto scadere in questi termini. Gli altri hanno troppo spesso cambiato casacca per avere credibilità. Chi ha tradito una volta lo può fare sempre. Non entro nel merito di considerazioni personali su presunti pentimenti (se corrisponde a verità alcuni sono stati pentimenti del lupo). Pentirsi oggi è questione di opportunità: perché quegli interrogativi, da cui il pentimento, non se li sono posti prima? Pensiamo al bilancio, trascinato per oltre un anno, Barletta ha perso per questo motivo finanziamenti. Oggi a bilancio approvato, sono partite alcune gare, seppur con passo lento.
Lei nella conferenza stampa del 30 ottobre a Palazzo di Città, affermò che i "traditori" erano "metastasi" che chiedevano solo favori per se stessi e per i loro familiari, mai pensando al bene della collettività. Quali benefici hanno ottenuto e chi sono i familiari beneficiati?
Preciso una cosa, sono stato ascoltato dal dottor Maralfa [sostituto procuratore del Tribunale di Trani ndr] e sono tenuto al segreto istruttorio, e ripongo massima fiducia nell'operato della Magistratura. Nomi, cognomi, legami parentali o di altra natura, sono stati scritti anche da Barlettalife. Perché ripeterli?
Ingegnere, per forza di cose deve aver commesso errori oggettivi e di valutazione. È stato o no il tema delle varianti al Piano regolatore ciò che ha messo in crisi definitivamente la Sua giunta? Ci sono state pretese sulla destinazione di un numero importate di suoli che contraddicono l'ancora attuale PRG? Questo tema è stato oggetto di Sue dichiarazioni in Procura? Ci spiega che cosa si muove dietro questo tema? Che interessi, che accordi?
Credo che ognuno di noi coinvolto in attività istituzioni non sia esente da errori. Anch'io ho sbagliato e ne faccio ammenda, ma solo chi opera sbaglia. La causa scatenante della crisi è ancorata ad alcune varianti del PRG, la cui attesa adozione ha scatenato quelle reazioni. Ho riferito nella corretta sede della Procura a chi mi ha chiesto. Aspetto fiducioso.
Ci conferma che le due richieste all'ultimo tavolo politico erano: fuori Attolico e fuori la Federazione della sinistra dalla giunta?
Al tavolo politico, le dichiarazioni del segretario del PSI Mezzina, del coordinatore de La Buona Politica, Giuseppe Gammarrota, del consigliere regionale Caracciolo, furono esplicite: la testa del dott. Attolico e l'estromissione della Federazione della Sinistra. Dirò di più: il 26 mattina, quando gli animi erano agitati, mi giunse la telefonata del segretario provinciale PD Andrea Patruno che mi riferiva che il consigliere Paolillo proponeva per la mediazione anche l'azzeramento della Giunta. Devo pensare che ciò corrispondesse a rendere disponibile la delega all'urbanistica, rendendola oggetto di una nuova estenuante contrattazione partitica per chi ne dovesse beneficiare nell'attribuzione.
Con una metafora non proprio inglese molti nostri lettori mettono in discussione la qualità dei Suoi attributi. Detta più in chiaro: una Sua debolezza caratteriale nel gestire le pressioni delle diverse anime della coalizione. Richiamando invece positivi gli attributi del Suo predecessore. Si è posto questo amletico interrogativo?
Ho avuto alla scuola elementare, un'insegnante, la prof.ssa Angela Caroli Spadaro, insegnante anche del mio predecessore [Francesco Salerno ndr]. Era una classe di 50 alunni, ma lei si riferiva a noi con un filo di voce. Altri urlavano e non ottenevano mai ascolto. Per me "lo stile è l'uomo", l'ho spesso ribadito in comizio: cambia il metodo, l'approccio, ma speriamo sempre nei risultati. Non ho mai cercato di mediare al ribasso, ma cercando sempre la sintesi migliore, far emergere la parte sana rispetto a quella meno sana. Salerno avrebbe dato un calcio nel posteriore a molti sbattendoli fuori; ciò non era nella mia natura. La mia è diversa.
Ma è vero che anche Lei ha tradito? C'era un accordo con la Vitobello e altri consiglieri di opposizione per una giunta di larghe intese?
Intanto il concetto di tradimento: io sono stato assolto, perché il fatto non sussiste, dalla Commissione provinciale di garanzia del PD. Non è stato trovato alcun appiglio, alcun fondamento. Ciò aggrava la posizione di chi su queste motivazioni ha costruito i motivi della sfiducia. Sono legato alla Vitobello da un'ottima amicizia tra colleghi. E' stata nella mia maggioranza nella mia prima amministrazione, poi è passata al Pdl. Ho conservato rapporti istituzionali corretti, ma al di là di questo, costituire una fantomatica giunta di salute pubblica è solo nella fantasia di chi si è voluto divertire. Il vero tradimento l'ha consumato chi ha fatto accordi con l'opposizione per la "sfiducia". Il barlettano intelligente sicuramente ha compreso le finalità di quegli atti. La serietà di un partito, nel giudizio che dovrà dare, la si dimostra anche in questi momenti, al di là del voto che lo stesso partito potrebbe ricevere da chi oggi è dentro e domani non si sa. Meglio perdere a testa alta che vincere con l'imbroglio. Molti nella città saranno sicuramente contenti di essersi liberati di una certa "feccia" politica.
Ogni cittadino che legge le sue risposte ne avrebbe altre da rivolgerle e sento questa giustificata pressione, ma gli spazi non sono illimitati. Le rivolgo domande che le consentiranno risposte in pillole, in una frase: Dopo il fatto, i " traditori" sono stati sospesi per 13 mesi? Avrebbe auspicato pena più severa?
In quell'ufficio politico, chiesi come il regolamento prevedeva, (come ricordiamo analogo accadimento a Terlizzi per Michele Grassi) l'espulsione e il commissariamento. Il partito prevede quella procedura, vi sono state accuse false.
Ruggiero Mennea è: un alleato, un oppositore, un congiurato anche lui?
Nella vita di partito vi sono momenti di condivisione come di contrapposizione, mi auguro che con lui si possa costruire e non solo con lui ma anche con iscritti, simpatizzanti, cittadini, in base a quello che il partito deciderà di fare; assieme anche all'ottimo Patruno, corretto, capace e con un grande senso di equilibrio. Bisogna rifondare il PD locale, ciò permetterà a tanti di entrare, di far crescere una buona classe dirigente. Oggi Mennea è comunque un autorevole rappresentante locale in sede regionale.
Il Consigliere Caracciolo palesa una nuova e rinnovata positiva amicizia politica con l'on Boccia? Tutti nel circolo della Bontà?
Io credo che su queste questioni abbia titolo a rispondere solo l'On. Boccia. Io diffido delle valutazioni di opportunità che si leggono nelle strategie di voto per riconciliare un rapporto. Se fosse consacrato quel principio, legato alla strategia del voto di opportunità di Caracciolo per Boccia [in merito alle Primarie ndr] si configurerebbe un nuovo meccanismo di voto di scambio. Ricordo che ho aderito all'area dell'onorevole Boccia [Letta-Bersani ndr] oltre un anno e mezzo fa e ho massima fiducia nel suo operato.
Tra un mese si voterà per il rinnovo del Parlamento. Lei in quale Aula anelava di sedere prima dello scatafascio barlettano, a Montecitorio o al Senato?
Su questo devo ribadire quello che ho detto nei tavoli politici ove c'erano segretari e capi politici. Ambivo a completare il mandato amministrativo per completare i progetti avviati e gli appalti in itinere. Non c'era un secondo fine.
Lo scenario cittadino è questo. Ci saranno le primarie. con quale coalizione? sarà diversa da quella che sosteneva Lei? Il PD avrà uno, due o tre candidati? Lei ci sarà?
Io credo che per rispondere a questa domanda, occorra partire dal partito. Quale PD noi avremo col commissario? Quali regole per le composizioni delle liste? Quali principi, quali prospettive? Quali linee programmatiche? Solo allora si capirà che valenza possa avere un partito e che logica possono avere le alleanze. Solo con questi presupposti può nascere una mia riflessione su un'eventuale candidatura. Il regionale dovrà ragionare sul caso Barletta, dopo il 25 febbraio, vi saranno decisioni che spero non siano condizionate dal risultato elettorale.
Lei nel suo ultimo intervento ha parlato di forze sane che non si vogliono mettere in gioco in politica. Ci può spiegare a chi si riferisce? Non sia vago, i nostri lettori amano la chiarezza.
In questa città ci sono forze sane, sia in politica che fuori: Queste possono essere coinvolte in un ambiente diverso da quello finora visto. In quelle forze sane accumuno professionisti, imprenditori, i giovani, le associazioni.
Lei è il regista cinematografico. Titolo del Suo cortometraggio: "Maffei alla riscossa". Un film campione d'incassi o da cinema d'essai?
Faccio delle considerazioni. La riscossa deve animare lo spirito, anche quello personale come cittadino, che rivendica le tante cose fatte in questi 6 anni, condivise da molti (partiti, politici e amministratori). Stranamente questo è stato cancellato, io potrei fare un notevole elenco di tutto il buono che è stato fatto. Qui è la riscossa: completare le cose non già pianificate, ma che risentono di una proposta concettuale. E' troppo facile dire che in questi 6 anni non è stato fatto nulla come taluni artatamente dichiarano: dunque se non è stato fatto nulla, vuol dire che quello che in tutta onestà nessuno può negare, è solo merito mio. Se avessi fatto il monarca, come sostiene Renato Russo, avrei rivoltato la città, ma non era nelle possibilità normative del ruolo del sindaco.
Questa ultima domanda la considererei fuori concorso dall'intervista, ma riguarda un sentimento importante nella vita, l'amicizia. Un Suo datato amico, l'editore, storico, Renato Russo con editoriali corposissimi sta mirando al Suo cuore amministrativo forse danneggiandolo. Quasi emula con eccessivo ritardo, la continua critica determinata di Barlettalife. Perché l'editore sta scrivendo su di Lei pagine oscure dopo tanti anni di collaborazione fedele con la Sua Amministrazione?
Io ho un concetto di amicizia differente. Una cosa è l'amicizia, altro è il rapporto istituzionale con la stampa. Sono rimasto sorpreso anche io dalla veemenza di talune dichiarazioni. Perché non le ha rilasciate con la stessa veemenza quando io ero in carica? Forse avrebbe avuto effetti diversi magari controproducenti? Mi risulta strano registrare un comportamento del genere. Io ho aperto la mia conferenza stampa dopo la "sfiducia", dicendo che era doveroso salutare i giornalisti, auspicando che loro conservino comportamento asettico nei riguardi delle mie dichiarazioni. Due giorni dopo, su un noto quotidiano uscì quell'intervento che mi lasciò annichilito. Chi è editore, non dovrebbe gestire una totalità di altre attività: giornalista, storico, saggista, politico, chiaroveggente. Ricordo il rispettoso pensiero di Indro Montanelli nei confronti del proprio editore.
Mi auguro infine che la ripresa di un dialogo con Barlettalife possa essere foriero di ulteriori momenti di confronto, nell'interesse massimo della collettività che ha bisogno di una informazione non condizionata e non offensiva.