«Esci partito dalle tue stanze»
Commissariamento PD e consiglieri sospesi. La democrazia ha bisogno di uomini liberi
lunedì 28 gennaio 2013
È tempo di campagna elettorale per le Politiche. I partiti, è normale, fanno quadrato attorno ai propri candidati parlamentari. Per un mese si stenderà un velo di silenzio sulle vicende locali.
Ma questo riguarda i partiti. La nostra città, ferita e martoriata dalle vicende di questo anno e mezzo, non può dormire sino al 26 febbraio. Anche perché il risveglio sarà agitato: candidature a sindaco, primarie, liste, raccolte di firme; pronti per un altro giro di giostra delle Comunali. Proprio per non farci cogliere impreparati, cominciamo a mettere alcune questioni in chiaro. La decisione del PD di escludere Giuseppe Paolillo dalle liste delle Politiche è una decisione importante. Paolillo sarebbe stato comunque in posizione non eleggibile. Ma la sua esclusione ha un significato politico profondo. Il medico barlettano è stato escluso perché, pur avendo partecipato alle Primarie, è stato sospeso dalla commissione provinciale di garanzia del PD per 13 mesi dal partito. È una indicazione di metodo precisa. Significa che quella sentenza (da molti ridicolizzata, sottovalutata, accolta con sufficienza) ha invece un valore vincolante. Il ricorso alla commissione regionale da parte degli 8 sospesi non sposta di una virgola il problema. Rimangono sospesi fino a nuova sentenza. Se (e quando) la commissione regionale si esprimerà a loro favore, potranno tornare in pista. Fino ad allora il loro posto è in panchina. Si aggiunga che la commissione provinciale di garanzia ha giudicato inconsistente la principale difesa degli 8, cioè che Maffei stesse tramando per una giunta di larghe intese. Se sono stati sospesi, e non espulsi, è per una sola attenuante: l'amministrazione Maffei era un'amministrazione pessima. Ma questo noi di Barlettalife l'abbiamo scritto sin dal suo esordio. È chiaro che questa è una traccia di lavoro per il commissario del PD cittadino (oltre che segretario provinciale) Andrea Patruno. La storia ricomincia da qui. Non si tenti di silenziare il disagio della città. Non si tenti di mettere un tappo burocratico al desiderio di rigenerazione. Si riconosca la non autosufficienza del partito e dei partiti.
Questa amministrazione è caduta anche a causa di un congresso muscolare del PD, di cui la segreteria e il direttivo sono espressioni. Per fortuna di tutti, e grazie all'intelligenza di qualcuno, il partito è stato commissariato. Il partito di maggioranza relativa ha il dovere di guidare gli altri partiti. Prima di parlare di Primarie, di candidature, di liste e di coalizioni, vorremo ascoltare che idea di città c'è in campo. Quella dei dirigenti dei partiti barlettani la conosciamo. È quella che ci ha condotti in questo baratro morale, sociale e politico. L'idea di una nuova Barletta non può che passare attraverso la lettura del disagio, della critica, della protesta, della indignazione. Ci si metta in ascolto della città viva e vitale.
Certo ci saranno alcuni che tenteranno di opporre resistenza a un processo di apertura della politica. Invocheranno la continuità nell'amministrazione, oppure gli importanti risultati in termini di preferenze come espressione di consenso e democrazia. Sappiamo tutti fin troppo bene che l'espressione del diritto di voto in questa città è stata addomesticata: attraverso le clientele, i ricatti, quando non addirittura attraverso la compravendita. Il voto è democrazia, ma la democrazia ha bisogno di uomini liberi per sopravvivere. Invece sulla pelle dei miserabili si è costruito un impero schiavistico. Altro che continuità democratica!
Oggi Patruno ha tra le mani le sorti non solo del PD, ma del centrosinistra tutto. Forse perfino dell'intero arco delle forze politiche. Se dal PD partirà una seria opera di autocritica e ricostruzione, forse ci sarà una speranza per questa città. "Esci partito dalle tue stanze, torna amico dei ragazzi di strada", scriveva Majakovskij. Escano, i partiti, dalle loro sedi. Ma anche dai Cda, dagli organismi di controllo, dal mondo delle cooperative. Liberino spazi, lascino ossigeno. Potrebbe essere l'ultima chiamata per loro.
Ma questo riguarda i partiti. La nostra città, ferita e martoriata dalle vicende di questo anno e mezzo, non può dormire sino al 26 febbraio. Anche perché il risveglio sarà agitato: candidature a sindaco, primarie, liste, raccolte di firme; pronti per un altro giro di giostra delle Comunali. Proprio per non farci cogliere impreparati, cominciamo a mettere alcune questioni in chiaro. La decisione del PD di escludere Giuseppe Paolillo dalle liste delle Politiche è una decisione importante. Paolillo sarebbe stato comunque in posizione non eleggibile. Ma la sua esclusione ha un significato politico profondo. Il medico barlettano è stato escluso perché, pur avendo partecipato alle Primarie, è stato sospeso dalla commissione provinciale di garanzia del PD per 13 mesi dal partito. È una indicazione di metodo precisa. Significa che quella sentenza (da molti ridicolizzata, sottovalutata, accolta con sufficienza) ha invece un valore vincolante. Il ricorso alla commissione regionale da parte degli 8 sospesi non sposta di una virgola il problema. Rimangono sospesi fino a nuova sentenza. Se (e quando) la commissione regionale si esprimerà a loro favore, potranno tornare in pista. Fino ad allora il loro posto è in panchina. Si aggiunga che la commissione provinciale di garanzia ha giudicato inconsistente la principale difesa degli 8, cioè che Maffei stesse tramando per una giunta di larghe intese. Se sono stati sospesi, e non espulsi, è per una sola attenuante: l'amministrazione Maffei era un'amministrazione pessima. Ma questo noi di Barlettalife l'abbiamo scritto sin dal suo esordio. È chiaro che questa è una traccia di lavoro per il commissario del PD cittadino (oltre che segretario provinciale) Andrea Patruno. La storia ricomincia da qui. Non si tenti di silenziare il disagio della città. Non si tenti di mettere un tappo burocratico al desiderio di rigenerazione. Si riconosca la non autosufficienza del partito e dei partiti.
Questa amministrazione è caduta anche a causa di un congresso muscolare del PD, di cui la segreteria e il direttivo sono espressioni. Per fortuna di tutti, e grazie all'intelligenza di qualcuno, il partito è stato commissariato. Il partito di maggioranza relativa ha il dovere di guidare gli altri partiti. Prima di parlare di Primarie, di candidature, di liste e di coalizioni, vorremo ascoltare che idea di città c'è in campo. Quella dei dirigenti dei partiti barlettani la conosciamo. È quella che ci ha condotti in questo baratro morale, sociale e politico. L'idea di una nuova Barletta non può che passare attraverso la lettura del disagio, della critica, della protesta, della indignazione. Ci si metta in ascolto della città viva e vitale.
Certo ci saranno alcuni che tenteranno di opporre resistenza a un processo di apertura della politica. Invocheranno la continuità nell'amministrazione, oppure gli importanti risultati in termini di preferenze come espressione di consenso e democrazia. Sappiamo tutti fin troppo bene che l'espressione del diritto di voto in questa città è stata addomesticata: attraverso le clientele, i ricatti, quando non addirittura attraverso la compravendita. Il voto è democrazia, ma la democrazia ha bisogno di uomini liberi per sopravvivere. Invece sulla pelle dei miserabili si è costruito un impero schiavistico. Altro che continuità democratica!
Oggi Patruno ha tra le mani le sorti non solo del PD, ma del centrosinistra tutto. Forse perfino dell'intero arco delle forze politiche. Se dal PD partirà una seria opera di autocritica e ricostruzione, forse ci sarà una speranza per questa città. "Esci partito dalle tue stanze, torna amico dei ragazzi di strada", scriveva Majakovskij. Escano, i partiti, dalle loro sedi. Ma anche dai Cda, dagli organismi di controllo, dal mondo delle cooperative. Liberino spazi, lascino ossigeno. Potrebbe essere l'ultima chiamata per loro.