Emiliano a Barletta: «Non sono venuto qui a difendere nessuno»
Il segretario Pd Chiariello: «Non ho mai avallato la decisione degli 8 consiglieri». Il sindaco di Bari è intervenuto alla presentazione del comitato “Tutti x Bersani”
sabato 17 novembre 2012
13.44
«Nonostante tutto quello che sta accadendo nella città di Barletta, volevo ricordare a tutti quanti che c'è ora una priorità: le primarie - così ha esordito Michele Emiliano, sindaco di Bari e presidente regionale del Pd, intervenendo alla presentazione del comitato "Tutti x Bersani", ieri sera nella sala consiliare - Bisogna sostenere il Pd, per poter poi risolvere anche il problema di Barletta, e nella Bat, dove il centrosinistra ha disperso un patrimonio immenso di consensi».
La dialettica «difficile da capire» - «Ho dedicato tante ore a Barletta. Non ho lasciato mai solo il suo sindaco. Mi sono misurato con umiltà per capire cosa succedeva in questa città. Abbiamo ora bisogno di sostenere Bersani, senza pensare che il mondo inizia e finisce a Barletta. Il conflitto permanente personale non può essere una questione di principio». «La prima volta che sono venuto a Barletta - ha ricordato Emiliano -come segretario regionale del Pd, nel 2007, c'erano manifesti che sottolineavano la vittoria di una parte sull'altra (alle primarie del Pd, ndr). Né io prima, né Blasi poi, a livello regionale, né Mennea prima, né Patruno poi, a livello provinciale, siamo riusciti a fermare una dialettica politica difficile da capire dall'esterno. Sarei un po' più sereno se a Barletta esistesse il centrodestra. Purtroppo non è così. La responsabilità è tutta sulle spalle del centrosinistra».
Il caso Pd - «Non sono venuto qui a difendere nessuno. C'è un organo di garanzia che deciderà se chi ha preso decisioni, gravissime, lo ha fatto a ragion veduta o in violazione dello statuto - ha detto Emiliano - L'opzione scelta dai consiglieri non l'ho condivisa, e non la condividerò mai - ha aggiunto, ritenendo un errore aver fatto cadere l'amministrazione, ma dicendosi pronto a prendere in considerazione le motivazioni che hanno supportato questa scelta - ». «Ma cosa c'entra Bersani in quello che è accaduto? - ha aggiunto Emiliano - La vicenda di Barletta va discussa negli organi di partito, secondo lo statuto. E cosa c'entra attaccare vergognosamente Stefano (Chiariello, segretario cittadino Pd, ndr) su questa vicenda? Allora io e Blasi dovevamo andarci a nascondere già da un pezzo - ha sottolineato - All'ufficio politico, ero presente io e tutti i leader regionali del Pd. Il segretario Blasi ha fatto i complimenti a Stefano per il suo intervento, con cui si è presentato dimissionario. In esso c'erano rilievi nei confronti della scelta dei consiglieri e nei confronti del sindaco. Lo dico a tutela del segretario, le ragioni di dissenso con l'amministrazione c'erano ed erano fondate». Su questo, ha poi puntualizzato Stefano Chiariello: «Non ho mai avallato la decisione degli 8 consiglieri». Emiliano è intervenuto poi, con parole dure, sulla concomitanza tra l'assemblea cittadina del Pd, convocata per oggi, e l'arrivo di Bersani a Bari, altrettanto previsto per oggi pomeriggio: «Noi consideriamo una pazzia fare un'assemblea il giorno del comizio finale di Bersani in Puglia. E' irresponsabile svolgere l'assemblea domani (oggi ndr)! Domani (oggi ndr) ci si dedichi totalmente alla presenza di Bersani in Puglia. E' necessario che voi domani (oggi ndr) siate a Bari».
Le "disfide" di Barletta - «Il presidente del partito non è venuto a fare i complimenti agli 8 consiglieri. E' venuto ad assicurare nel Pd il rispetto dello statuto, e a garantire l'unità del partito - ha concluso Emiliano - Se la Disfida di Barletta l'avessero fatta due gruppi di barlettani, cosa sarebbe stata? Le liti in un'osteria non cambiano la storia. Il sentimento personale non può sostituire il sentimento generale. Chiedo a ciascuno di voi che questa disfida abbia termine. Qui a Barletta sembra che il mondo si sia capovolto. Fate in modo che questa brutta sindrome finisca, perché può danneggiare tutta la regione. Mi auguro prevalga il rispetto dello statuto e la distinzione tra questioni politiche e statutarie. Barletta è l'ultima roccaforte rimasta. Siamo ad un passo dalla rovina permanente delle ragioni del centrosinistra. A Trani abbiamo fatto qualcosa che grida ancora vendetta, e dobbiamo farlo anche qui?».
La dialettica «difficile da capire» - «Ho dedicato tante ore a Barletta. Non ho lasciato mai solo il suo sindaco. Mi sono misurato con umiltà per capire cosa succedeva in questa città. Abbiamo ora bisogno di sostenere Bersani, senza pensare che il mondo inizia e finisce a Barletta. Il conflitto permanente personale non può essere una questione di principio». «La prima volta che sono venuto a Barletta - ha ricordato Emiliano -come segretario regionale del Pd, nel 2007, c'erano manifesti che sottolineavano la vittoria di una parte sull'altra (alle primarie del Pd, ndr). Né io prima, né Blasi poi, a livello regionale, né Mennea prima, né Patruno poi, a livello provinciale, siamo riusciti a fermare una dialettica politica difficile da capire dall'esterno. Sarei un po' più sereno se a Barletta esistesse il centrodestra. Purtroppo non è così. La responsabilità è tutta sulle spalle del centrosinistra».
Il caso Pd - «Non sono venuto qui a difendere nessuno. C'è un organo di garanzia che deciderà se chi ha preso decisioni, gravissime, lo ha fatto a ragion veduta o in violazione dello statuto - ha detto Emiliano - L'opzione scelta dai consiglieri non l'ho condivisa, e non la condividerò mai - ha aggiunto, ritenendo un errore aver fatto cadere l'amministrazione, ma dicendosi pronto a prendere in considerazione le motivazioni che hanno supportato questa scelta - ». «Ma cosa c'entra Bersani in quello che è accaduto? - ha aggiunto Emiliano - La vicenda di Barletta va discussa negli organi di partito, secondo lo statuto. E cosa c'entra attaccare vergognosamente Stefano (Chiariello, segretario cittadino Pd, ndr) su questa vicenda? Allora io e Blasi dovevamo andarci a nascondere già da un pezzo - ha sottolineato - All'ufficio politico, ero presente io e tutti i leader regionali del Pd. Il segretario Blasi ha fatto i complimenti a Stefano per il suo intervento, con cui si è presentato dimissionario. In esso c'erano rilievi nei confronti della scelta dei consiglieri e nei confronti del sindaco. Lo dico a tutela del segretario, le ragioni di dissenso con l'amministrazione c'erano ed erano fondate». Su questo, ha poi puntualizzato Stefano Chiariello: «Non ho mai avallato la decisione degli 8 consiglieri». Emiliano è intervenuto poi, con parole dure, sulla concomitanza tra l'assemblea cittadina del Pd, convocata per oggi, e l'arrivo di Bersani a Bari, altrettanto previsto per oggi pomeriggio: «Noi consideriamo una pazzia fare un'assemblea il giorno del comizio finale di Bersani in Puglia. E' irresponsabile svolgere l'assemblea domani (oggi ndr)! Domani (oggi ndr) ci si dedichi totalmente alla presenza di Bersani in Puglia. E' necessario che voi domani (oggi ndr) siate a Bari».
Le "disfide" di Barletta - «Il presidente del partito non è venuto a fare i complimenti agli 8 consiglieri. E' venuto ad assicurare nel Pd il rispetto dello statuto, e a garantire l'unità del partito - ha concluso Emiliano - Se la Disfida di Barletta l'avessero fatta due gruppi di barlettani, cosa sarebbe stata? Le liti in un'osteria non cambiano la storia. Il sentimento personale non può sostituire il sentimento generale. Chiedo a ciascuno di voi che questa disfida abbia termine. Qui a Barletta sembra che il mondo si sia capovolto. Fate in modo che questa brutta sindrome finisca, perché può danneggiare tutta la regione. Mi auguro prevalga il rispetto dello statuto e la distinzione tra questioni politiche e statutarie. Barletta è l'ultima roccaforte rimasta. Siamo ad un passo dalla rovina permanente delle ragioni del centrosinistra. A Trani abbiamo fatto qualcosa che grida ancora vendetta, e dobbiamo farlo anche qui?».