Emergenza ospedali, anche il prefetto Sessa al fianco dei sindaci
Garantito il monitoraggio della situazione nella Bat. Francesco Ventola sul nuovo ospedale tra Andria e Corato
martedì 6 novembre 2012
Con riferimento alle determinazioni della Regione Puglia in materia di riordino ospedaliero, sono note le difficoltà emerse a più riprese a causa della chiusura di strutture sanitarie, reparti e servizi ospedalieri che hanno interessato ed interessano diverse realtà facenti capo alla azienda sanitaria del nostro territorio provinciale. Le problematiche emerse attengono al rischio di insufficienza ed inadeguatezza della risposta assistenziale tale da mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini e degli operatori e trovano origine nel basso indice del rapporto posti letto per abitanti, indice che vede la nostra Asl quale quella maggiormente penalizzata su scala regionale, ancor di più se ci si sofferma ai posti letto per acuti.
In ragione delle correlate e crescenti preoccupazioni sociali, il presidente della Provincia di Barletta Andria Trani, Francesco Ventola, ha ritenuto opportuno richiamare l'attenzione del prefetto Sessa, provocando la convocazione del gruppo di allarme sociale, recentemente voluto e costituito dal prefetto stesso. In occasione dell'incontro, il prefetto ha voluto che, oltre ai sindaci interessati, fossero presenti in particolare le direzioni dell'Ares (l'Agenzia sanitaria regionale, braccio operativo della Regione in materia) e della Asl Bat, affinchè si potessero affrontare nel merito e concretamente i temi che attengono ai problemi direttamente correlati alla chiusura di strutture ospedaliere di Trani e Canosa, in particolare in considerazione anche di quello che tutto ciò può provocare negli altri ospedali.
Determinato è stato l'intervento del sindaco di Trani, Luigi Riserbato, che ha chiesto grande attenzione per lo stato d'animo della comunità tranese, sottolineando tutte le incongruenze della programmazione sanitaria ospedaliera. L'intervento del presidente della Provincia, Francesco Ventola, ha voluto far emergere le difficoltà complessive che ricadono sia nei confronti delle comunità direttamente coinvolte, sia a carico di operatori e pazienti degli altri nosocomi perché assolutamente impreparati strutturalmente e funzionalmente a poter sopperire alle chiusure in corso o che a breve si appaleseranno ancora. Di qui la ferma posizione che nulla dovrà chiudere sino a quando non saranno garantiti servizi più efficienti.
Il presidente Ventola ha denunciato, inoltre, l'assurdità di realizzare un nuovo ospedale tra Andria e Corato anziché tra Andria e Canosa, così come programmato da tempo, tanto per ragioni oggettive di equilibrio territoriale nell'offerta delle prestazioni sanitarie. «E' indubbio - ha precisato Ventola - che l'ubicazione del nuovo ospedale sulla direttrice diversa dalla Andria-Canosa, oltre a collocare perifericamente tale struttura, la stessa non sortirebbe la funzione di servizio per territori rimasti pericolosamente privi di copertura adeguata quali sono anche Minervino e Spinazzola. Senza dire della possibile fruibilità di suoli pubblici provinciali, già messi a disposizione. Su tutti questi aspetti di conforto è stato il ruolo del prefetto Sessa che ha confermato il monitoraggio della situazione ed il suo supporto per quanto potrà essere utile, confidando sulle maturate consapevolezze sullo stato delle cose da parte dei rappresentanti presenti di Ares ed Asl Bat».
In ragione delle correlate e crescenti preoccupazioni sociali, il presidente della Provincia di Barletta Andria Trani, Francesco Ventola, ha ritenuto opportuno richiamare l'attenzione del prefetto Sessa, provocando la convocazione del gruppo di allarme sociale, recentemente voluto e costituito dal prefetto stesso. In occasione dell'incontro, il prefetto ha voluto che, oltre ai sindaci interessati, fossero presenti in particolare le direzioni dell'Ares (l'Agenzia sanitaria regionale, braccio operativo della Regione in materia) e della Asl Bat, affinchè si potessero affrontare nel merito e concretamente i temi che attengono ai problemi direttamente correlati alla chiusura di strutture ospedaliere di Trani e Canosa, in particolare in considerazione anche di quello che tutto ciò può provocare negli altri ospedali.
Determinato è stato l'intervento del sindaco di Trani, Luigi Riserbato, che ha chiesto grande attenzione per lo stato d'animo della comunità tranese, sottolineando tutte le incongruenze della programmazione sanitaria ospedaliera. L'intervento del presidente della Provincia, Francesco Ventola, ha voluto far emergere le difficoltà complessive che ricadono sia nei confronti delle comunità direttamente coinvolte, sia a carico di operatori e pazienti degli altri nosocomi perché assolutamente impreparati strutturalmente e funzionalmente a poter sopperire alle chiusure in corso o che a breve si appaleseranno ancora. Di qui la ferma posizione che nulla dovrà chiudere sino a quando non saranno garantiti servizi più efficienti.
Il presidente Ventola ha denunciato, inoltre, l'assurdità di realizzare un nuovo ospedale tra Andria e Corato anziché tra Andria e Canosa, così come programmato da tempo, tanto per ragioni oggettive di equilibrio territoriale nell'offerta delle prestazioni sanitarie. «E' indubbio - ha precisato Ventola - che l'ubicazione del nuovo ospedale sulla direttrice diversa dalla Andria-Canosa, oltre a collocare perifericamente tale struttura, la stessa non sortirebbe la funzione di servizio per territori rimasti pericolosamente privi di copertura adeguata quali sono anche Minervino e Spinazzola. Senza dire della possibile fruibilità di suoli pubblici provinciali, già messi a disposizione. Su tutti questi aspetti di conforto è stato il ruolo del prefetto Sessa che ha confermato il monitoraggio della situazione ed il suo supporto per quanto potrà essere utile, confidando sulle maturate consapevolezze sullo stato delle cose da parte dei rappresentanti presenti di Ares ed Asl Bat».