«Egli fu condotto nel deserto e per quaranta giorni fu tentato dal diavolo»
Le parole buone di don Vito Carpentiere
domenica 14 febbraio 2016
Dal Vangelo secondo Luca: "In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane". Gesù gli rispose: «Sta scritto: ''Non di solo pane vivrà l'uomo''». Il diavolo lo condusse in alto, e mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: "Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la dò a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me, tutto sarà tuo". Gesù gli rispose: «Sta scritto: ''Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai''».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti: ''Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano''; e anche: ''Essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra''». Gesù gli rispose: «È stato detto: ''Non tenterai il Signore Dio tuo''». Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.
Abbiamo iniziato da qualche giorno l'itinerario quaresimale che con la sua indole penitenziale non vuole perseguire una vita grama e triste ma che attraverso l'esercizio del discernimento personale (vedere-giudicare-agire) intende inquadrare la mia situazione attuale (chi sono) e ristabilire il rapporto con me stesso, con gli altri, con Dio. È allora un tempo propizio, opportuno per mettere mano all'opera della conversione, inteso come cambiamento di vita, di mentalità, di progettualità (nel senso di andare oltre il come semplicemente mi percepisco, verso la conoscenza del progetto di Dio su di me). E in questo anno liturgico l'itinerario quaresimale è specificamente penitenziale, avendo le domeniche per tema la fede, l'alleanza, la conversione, il perdono, la misericordia.
Questa è quindi la domenica della fede, che non va mai presupposta ma sempre proposta come una scelta che implica l'affrontare una prova in vista di una decisione che abbracci la vita. Il Vangelo delle tentazioni ci presenta Gesù che dalla "pienezza" del dono dello Spirito ricevuto nel battesimo, passa, sospinto dallo stesso Spirito, nel vuoto del deserto, che ha un significato ambivalente, di prova e di esperienza di Dio. Quando ci ritroviamo soli con noi stessi la tentazione si può presentare come un bisogno impellente che, fuori dall'ordine della natura (cambiare le pietre in pane) vuole evitarci la fatica del lavoro quotidiano che ci fa guadagnare il pane col sudore della fronte. Per questo c'è una Parola che sazia più del pane materiale, una Parola che fa fiorire il mio cuore e la mia vita nel deserto della prova. Ma io da solo non posso vivere. Vivo con gli altri, chiamato a vivere per gli altri. E allora la seduzione del potere, di spadroneggiare sugli altri, mi assale impetuosa. Essa però ha un prezzo: prostrarmi dinanzi a colui che sostanzialmente non unisce le persone, ma le divide, le separa (questo il significato della parola diavolo) e facendomi illudere che, essendo migliore degli altri, posso e devo sovrastarli. Restando solo. E so che l'isolamento mi uccide.
Infine seduce la mia fede nel Signore, facendomi diventare tentazione per Dio, invertendo i ruoli, "io ordino, lui esegue". Ma a che pro? Il Signore è fedele, fedeltà e il suo nome. E me la mostra lungo il percorso di questo cammino quando, per amore dell'amore mio lui morirà d'amore perché io viva sentendomi amato. Quando vengo messo alla prova Lui è con me. E con Lui (solo con Lui) ce la posso fare. Buona domenica.
[don Vito]
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti: ''Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano''; e anche: ''Essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra''». Gesù gli rispose: «È stato detto: ''Non tenterai il Signore Dio tuo''». Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.
Abbiamo iniziato da qualche giorno l'itinerario quaresimale che con la sua indole penitenziale non vuole perseguire una vita grama e triste ma che attraverso l'esercizio del discernimento personale (vedere-giudicare-agire) intende inquadrare la mia situazione attuale (chi sono) e ristabilire il rapporto con me stesso, con gli altri, con Dio. È allora un tempo propizio, opportuno per mettere mano all'opera della conversione, inteso come cambiamento di vita, di mentalità, di progettualità (nel senso di andare oltre il come semplicemente mi percepisco, verso la conoscenza del progetto di Dio su di me). E in questo anno liturgico l'itinerario quaresimale è specificamente penitenziale, avendo le domeniche per tema la fede, l'alleanza, la conversione, il perdono, la misericordia.
Questa è quindi la domenica della fede, che non va mai presupposta ma sempre proposta come una scelta che implica l'affrontare una prova in vista di una decisione che abbracci la vita. Il Vangelo delle tentazioni ci presenta Gesù che dalla "pienezza" del dono dello Spirito ricevuto nel battesimo, passa, sospinto dallo stesso Spirito, nel vuoto del deserto, che ha un significato ambivalente, di prova e di esperienza di Dio. Quando ci ritroviamo soli con noi stessi la tentazione si può presentare come un bisogno impellente che, fuori dall'ordine della natura (cambiare le pietre in pane) vuole evitarci la fatica del lavoro quotidiano che ci fa guadagnare il pane col sudore della fronte. Per questo c'è una Parola che sazia più del pane materiale, una Parola che fa fiorire il mio cuore e la mia vita nel deserto della prova. Ma io da solo non posso vivere. Vivo con gli altri, chiamato a vivere per gli altri. E allora la seduzione del potere, di spadroneggiare sugli altri, mi assale impetuosa. Essa però ha un prezzo: prostrarmi dinanzi a colui che sostanzialmente non unisce le persone, ma le divide, le separa (questo il significato della parola diavolo) e facendomi illudere che, essendo migliore degli altri, posso e devo sovrastarli. Restando solo. E so che l'isolamento mi uccide.
Infine seduce la mia fede nel Signore, facendomi diventare tentazione per Dio, invertendo i ruoli, "io ordino, lui esegue". Ma a che pro? Il Signore è fedele, fedeltà e il suo nome. E me la mostra lungo il percorso di questo cammino quando, per amore dell'amore mio lui morirà d'amore perché io viva sentendomi amato. Quando vengo messo alla prova Lui è con me. E con Lui (solo con Lui) ce la posso fare. Buona domenica.
[don Vito]