Ecco cosa accadde veramente: la Disfida di Barletta è di Andria
Un epitaffio sulla cattedrale andriese svela un mistero storico. La redazione di Barlettalife riceve e doverosamente pubblica
martedì 9 ottobre 2012
0.25
ANDRIESI CAMPANILISTI? SI, ORGOGLIOSI DI ESSERLO E DI AVERE I TRE CAMPANILI.
C'E' ANCORA CHI HA LA FIDELIS NEL MIDOLLO E FEDERICO II NE SAREBBE ORGOGLIOSO.
A PROPOSITO DELLA DISFIDA DI BARLETTA, DOPO LE OFFESE ALLA STORIA CULTURALE DEGLI ANDRIESI, ECCO COSA ACCADDE VERAMENTE. LO DICE UN EPITAFFIO COLLOCATO SUL PILONE DELL'INGRESSO DESTRO, AMMIRANDO LA FACCIATA DELLA NOSTRA BELLISSIMA CATTEDRALE DI ANDRIA.
Abbiamo reagito civilmente alle accuse, agli epiteti, alle ingiuste ed ingiustificate illazioni nei confronti degli andriesi quando siamo stati ospiti venerdì 28 settembre scorso nello splendido ed accogliente teatro Curci di Barletta. Quella nostra reazione era e rimane esemplare nei confronti di quanti hanno osato interessarsi e giudicare la storia culturale della città di Andria, non avendone né conoscenza, né titolo, né dignità per farlo e non avrebbero dovuto farlo. Si può accettare che si dica che Andria non ha un fronte mare ma a questo abbiamo rimediato da tempo facendo di Barletta la "marina di Andria" così come possiamo accettare che ci venga detto che Andria non possiede la linea ferrovia statale ma anche questo non ha alcuna importanza viste le brevissime distanze che ci dividono e comunque c'è la presenza del casello autostradale. Ciò che non doveva essere fatto sono le accuse pesanti sulla cultura e sulla storia della città federiciana.
C'è una lunga e mai sopita polemica sulla Disfida di Barletta e sbaglia chi continua a confondere la visione storica con quella letteraria perché se dobbiamo guardare all'unica verità cioè quella storica dovremmo parlare solo della "Disfida di Andria" e questo tema è affrontato in molti archivi storici nazionali. Sorvoliamo, quindi, a tutto quanto attiene alla visione "romanzesca" di Massimo D'Azeglio, semplicemente un politico e scrittore ma non storico e guardiamo ai fatti di casa nostra.A tal proposito vorremmo ricambiare l'ospitalità del teatro Curci invitando i barlettani a recarsi presso la rinnovata e splendida nostra piazza Duomo; garantiamo sin da ora che continueremo ad essere ciò che siamo sempre stati, ospitali, gentili, educati e mai scortesi. L'invito, però, deve servire anche ad ammirare lo storico epitaffio collocato nel 4° centenario dell'avvenuta "Disfida di Andria" dei tredici cavalieri che si affrontarono in campo aperto, nel territorio di Trani, tra Andria e Corato, capeggiati dal Cav. Ettore Fieramosca.
Quell'epitaffio si trova in quel luogo proprio perché nella Cattedrale di Andria si svolsero la Santa Messa e il giuramento dei tredici cavalieri – Vittoria o Morte.
La "Sfida" quindi venne lanciata a Barletta e solo per puro caso ciò avvenne nella città di Eraclio perché Ettore Fieramosca non era barlettano e neanche lo erano i cavalieri che raccolsero la sfida non per difendere un inesistente "orgoglio locale" ma per difendere l'onore e l'orgoglio di tutti gli italiani. Dopo l'episodio in cui venne lanciata la sfida, dunque, la storia finisce lì e il tutto si trasferisce altrove, a partire da Andria. Non sappiamo quanti abbiano il coraggio di rimettere in discussione questo importante periodo di storia del nostro territorio, noi non abbiamo timori a farlo e quando qualcuno ci offende reagiamo civilmente, con i fatti, con decisione, con fermezza e determinazione. Ai barlettani quello che avevamo da dire lo abbiamo detto ma anche loro non dimentichino che la storia andriese è tutta da raccontare e da ammirare perché è vera e non leggenda, quindi coloro che vogliono hanno solo da imparare per migliorarsi.
Chi scrive non è dotato di un'eccelsa cultura cattedratica ma ha un senso della storia e del rispetto di chi quella storia l'ha fatta e scritta per tramandarla ai posteri.
C'E' ANCORA CHI HA LA FIDELIS NEL MIDOLLO E FEDERICO II NE SAREBBE ORGOGLIOSO.
A PROPOSITO DELLA DISFIDA DI BARLETTA, DOPO LE OFFESE ALLA STORIA CULTURALE DEGLI ANDRIESI, ECCO COSA ACCADDE VERAMENTE. LO DICE UN EPITAFFIO COLLOCATO SUL PILONE DELL'INGRESSO DESTRO, AMMIRANDO LA FACCIATA DELLA NOSTRA BELLISSIMA CATTEDRALE DI ANDRIA.
Abbiamo reagito civilmente alle accuse, agli epiteti, alle ingiuste ed ingiustificate illazioni nei confronti degli andriesi quando siamo stati ospiti venerdì 28 settembre scorso nello splendido ed accogliente teatro Curci di Barletta. Quella nostra reazione era e rimane esemplare nei confronti di quanti hanno osato interessarsi e giudicare la storia culturale della città di Andria, non avendone né conoscenza, né titolo, né dignità per farlo e non avrebbero dovuto farlo. Si può accettare che si dica che Andria non ha un fronte mare ma a questo abbiamo rimediato da tempo facendo di Barletta la "marina di Andria" così come possiamo accettare che ci venga detto che Andria non possiede la linea ferrovia statale ma anche questo non ha alcuna importanza viste le brevissime distanze che ci dividono e comunque c'è la presenza del casello autostradale. Ciò che non doveva essere fatto sono le accuse pesanti sulla cultura e sulla storia della città federiciana.
C'è una lunga e mai sopita polemica sulla Disfida di Barletta e sbaglia chi continua a confondere la visione storica con quella letteraria perché se dobbiamo guardare all'unica verità cioè quella storica dovremmo parlare solo della "Disfida di Andria" e questo tema è affrontato in molti archivi storici nazionali. Sorvoliamo, quindi, a tutto quanto attiene alla visione "romanzesca" di Massimo D'Azeglio, semplicemente un politico e scrittore ma non storico e guardiamo ai fatti di casa nostra.A tal proposito vorremmo ricambiare l'ospitalità del teatro Curci invitando i barlettani a recarsi presso la rinnovata e splendida nostra piazza Duomo; garantiamo sin da ora che continueremo ad essere ciò che siamo sempre stati, ospitali, gentili, educati e mai scortesi. L'invito, però, deve servire anche ad ammirare lo storico epitaffio collocato nel 4° centenario dell'avvenuta "Disfida di Andria" dei tredici cavalieri che si affrontarono in campo aperto, nel territorio di Trani, tra Andria e Corato, capeggiati dal Cav. Ettore Fieramosca.
Quell'epitaffio si trova in quel luogo proprio perché nella Cattedrale di Andria si svolsero la Santa Messa e il giuramento dei tredici cavalieri – Vittoria o Morte.
La "Sfida" quindi venne lanciata a Barletta e solo per puro caso ciò avvenne nella città di Eraclio perché Ettore Fieramosca non era barlettano e neanche lo erano i cavalieri che raccolsero la sfida non per difendere un inesistente "orgoglio locale" ma per difendere l'onore e l'orgoglio di tutti gli italiani. Dopo l'episodio in cui venne lanciata la sfida, dunque, la storia finisce lì e il tutto si trasferisce altrove, a partire da Andria. Non sappiamo quanti abbiano il coraggio di rimettere in discussione questo importante periodo di storia del nostro territorio, noi non abbiamo timori a farlo e quando qualcuno ci offende reagiamo civilmente, con i fatti, con decisione, con fermezza e determinazione. Ai barlettani quello che avevamo da dire lo abbiamo detto ma anche loro non dimentichino che la storia andriese è tutta da raccontare e da ammirare perché è vera e non leggenda, quindi coloro che vogliono hanno solo da imparare per migliorarsi.
Chi scrive non è dotato di un'eccelsa cultura cattedratica ma ha un senso della storia e del rispetto di chi quella storia l'ha fatta e scritta per tramandarla ai posteri.