«E io pago»: mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil contro la manovra Salva Italia
Piazza gremita questa mattina a Barletta. «L’unione fa la forza» sostiene il segretario Antonucci
lunedì 12 dicembre 2011
16.15
«Ci hanno già tolto tutto, cos'altro possono toglierci?». Questa è stata la risposta secca e dura del segretario provinciale della Cgil Luigi Antonucci alla domanda sulla possibilità di un' ulteriore manovra dolorosa del governo. Non sono bastati "i ritocchi" sulla manovra Salva Italia, promessi ieri nell'incontro formale a palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Mario Monti e i tre sindacati della Cgil, Cisl e Uil per scongiurare lo sciopero di tre ore avvenuto stamattina di fronte a tutte le prefetture di Italia. Per la prima volta i tre sindacati si sono uniti e hanno manifestato il loro dissenso nei confronti di una manovra che si abbatte sui redditi bassi e contrae ancora i consumi. Era gremita di bandiere e di striscioni questa mattina piazza Real Monte di Pietà a Barletta, all'ombra della giovane prefettura della sesta provincia pugliese. «L'unione fa la forza» ha sostenuto Antonucci e forse questo potrebbe essere l'inizio per una collaborazione tra i sindacati per protestare contro una manovra che di equo non mostra niente.
Chi pagherà il prezzo più alto saranno "i soliti noti", lavoratori, pensionati, giovani e donne che già devono fare i conti con la dura realtà di ogni giorno. La Cgil chiede al governo «che chi ha di più deve pagare di più a iniziare da chi non ha mai pagato» e in particolare chiede che rimanga l'indicizzazione per le pensioni medio basse, che l'età per andare in pensione rimanga a 40 anni, che siano tutelati tutti i lavoratori che sono e andranno in mobilità e che il governo recuperi più risorse da un'imposta sulle grande ricchezze, dalla tassazione vera dei capitali scudati e dalla tassazione dei capitali collocati in Svizzera. I sindacati oggi hanno detto "no" ad una manovra lacrime e sangue che vede però versare le lacrime solo della povera gente e dei più deboli.
Chi pagherà il prezzo più alto saranno "i soliti noti", lavoratori, pensionati, giovani e donne che già devono fare i conti con la dura realtà di ogni giorno. La Cgil chiede al governo «che chi ha di più deve pagare di più a iniziare da chi non ha mai pagato» e in particolare chiede che rimanga l'indicizzazione per le pensioni medio basse, che l'età per andare in pensione rimanga a 40 anni, che siano tutelati tutti i lavoratori che sono e andranno in mobilità e che il governo recuperi più risorse da un'imposta sulle grande ricchezze, dalla tassazione vera dei capitali scudati e dalla tassazione dei capitali collocati in Svizzera. I sindacati oggi hanno detto "no" ad una manovra lacrime e sangue che vede però versare le lacrime solo della povera gente e dei più deboli.