Due milioni e non sentirli. Barlettalife e le sue due primavere

Due anni di attività, i migliori lettori esistenti. 730 giorni, oltre 5000 notizie, una redazione sveglia 24 ore su 24

giovedì 12 aprile 2012 10.01
A cura di Mario Sculco
2.000.000 e stop. Ad alcuni ricorderanno uno stipendio da sogno ai tempi della lira, ad altri qualche buon premio in perfetto stile gratta e vinci. Acqua, acqua. Anzi fuocherello.

Di premio si tratta, ma andiamo con ordine. Due anni di attività: a dirli così, come un'epigrafe, sembrano fermi, cristallizzati nella loro semplicità numerica. Per una redazione che scrive, soffre, giorno per giorno pianifica ed insegue, dettaglia e cerca di capire, di andare oltre, due anni non sono due anni, e nemmeno 730 giorni. Sono emozioni che si susseguono, sono cuori e menti che producono passioni, che offrono impegno, che registrano notazioni. Sono un flusso continuo di dati, sono un social network di momenti scritti sul diario di tante esistenze, sono tenaci pensieri, sono settemila caffè (grazie Alex Britti), sono emozione pura.

Ripercorriamola così, alla maniera Gonzo del compianto Hunter S. Thompson. Il sogno di una notte di mezzo marzo 2010, fatta di ingenue ed oniriche immaginazioni, di una città e dei suoi abitanti, ormai ipnotizzati da faccendieri e politici quali abili serpenti dotati di sonnifero al posto di altri venèfici (e non tutti i politici sono faccendieri diciamolo), ai quali proponevamo –pensavamo di proporre- una sveglia odiosa e mattutina, che combattesse questa ipnotica pigrizia mostrando dati, fotografie, fatti. Nemmeno il tempo di sbadigliare; cornetto, caffè e al posto del cartaceo quotidiano, da lustri utilizzato solo per cartacee mansioni, un computer, un netbook, uno smartphone, un android, un iPhone, un iPad, una macchina di Steve Jobs ("lavori" in Inglese). Notizie, soprattutto diretta, che dura da due anni, con continui aggiornamenti, ossessionanti pungoli che non fanno addormentare le coscienze.

E diavolo, qualcosa è cambiato. Basta con le prese in giro, basta con l'informazione decisa a monte. Diavolo, qui ci sono i pdf, i documenti. Il grande fratello vi stava prendendo in giro, leggete, documentatevi, qui c'è tutto quello che serve. Fatevi un'idea, diavolo. Ve ne siete sempre calati, ora basta. Cribbio. Sfidateci ancora una volta a non darvi notizie, avete avuto due anni per farlo. Perché non continuare? Ogni giorno, colpiteci duro, contestateci. Siamo pronti!



Giorno dopo giorno, si abbassano i toni, in un attimo di quiete, Barlettalife è lieta di offrire sé stessa, migliorandosi e imparando dai propri inevitabili errori, contando sull'affetto dei propri inevitabili lettori che hanno deciso, all'unanimità, per un premio prezioso. Due milioni di visite, negli ultimi 30 giorni, il miglior risultato di sempre. Grazie, non dovevate.

«Veloce, qui c'è materiale scottante», il direttore, la caporedattrice, la redazione sportiva, gli inseritori, gli editori. Ma chi ha parlato? «Ci pensiamo dopo, prima l'Informazione». D'accordo!

PS. 5084 notizie, 1.133 tag, 7.584 commenti (grazie, grazie), quasi 6000 fan su Facebook, ovvero ogni notizia viene iterata nel momento in cui viene scritta a quasi 6000 persone fisiche, come per cibernetica magia. Barlettalife cinguetta anche su Twitter, ieri è stata vista 71.585 volte, a breve vi sarà un'app su iPhone e Android (su questi sistemi è già raggiungibile da Safari e Chrome in perfetta e totale mobilità), i feed Rss da tempo riempiono gli aggregatori, secondo gli Analytics di Google siamo la prima realtà di editoria locale, se inserite "Barletta" sui motori di ricerca siamo appena dopo le mappe di Google (!) e l'istituzionale sito del Comune (quello deve essere il primo per legge). Leggibile da tutto l'esistente, in tempo reale. I tempi di lettura decideteli voi. «Stamperete su carta?». Proprio no! Ce n'è tanta di carta dimenticata nei bar.
Hunter Stockton Thompson (Louisville, 18 luglio 1937 – Woody Creek, 20 febbraio 2005) è stato un giornalista e scrittore statunitense.

È famoso per aver creato il cosiddetto gonzo journalism, uno stile di scrittura che combina il giornalismo convenzionale, le impressioni personali e gli artifici narrativi del racconto per produrre un personale punto di vista sugli avvenimenti e le situazioni.

(da Wikipedia, l'enciclopedia libera)