Due milioni di euro per salvaguardare l'Ofanto e le zone umide del territorio

Presentato un progetto dell'Aufidus con i comuni di Barletta e Margherita. Per ripristinare le lagune costiere ed estendere gli habitat naturali

mercoledì 21 novembre 2012
2.354.000 euro per il ripristino dell'ambiente naturale dell'area SIC "Fiume Ofanto - Lago di Capacciotti" e per una più forte coscienza pubblica per la protezione ed il sostegno alle zone umide e alle priorità dei loro habitat. E' quanto previsto dal progetto Aufidus (Habitat restoration actions in the SCI Ofanto Valley - Lake Capacciotti"), promosso dalla Provincia di Barletta - Andria - Trani con la partnership dei Comuni di Barletta e Margherita di Savoia, con l'Autorità di Bacino della Puglia ed il Centro Studi Naturalistici.

Il progetto, illustrato alla stampa questa mattina in occasione di una conferenza tenutasi presso il Torrione di Margherita di Savoia, gode del finanziamento del Programma Europeo "Life+ 2011 Azione Natura e Biodiversità", per un importo pari al 75% dell'importo complessivo (1.765.500 euro); la quota di cofinanziamento a carico della Provincia, soggetto capofila del partenariato, ammonta a 426.500 euro (da suddividere in cinque annualità), mentre l'Autorità di Bacino della Regione Puglia parteciperà con un impegno di 50.000 euro, il Comune di Barletta ed il Comune di Margherita di Savoia con un impegno di 40.000 euro a testa e l'Associazione Centro Studi Naturalistici onlus di Foggia con un impegno di 32.000 euro.

Obiettivo del progetto è quello di incrementare l'estensione di alcuni habitat tipici delle zone umide costiere che hanno subito opere di bonifica nel secolo scorso. Le azioni principali del progetto consisteranno nel ripristino di 40 ettari di lagune costiere e nel ripristino di 1,2 chilometri di dune costiere. Ad esse si aggiungono gli studi preliminari e la fase di divulgazione dell'iniziativa progettuale, con iniziative di sensibilizzazione per la tutela ambientale verso la comunità locale ed in particolar modo gli studenti. I lavori e le varie attività collaterali avranno inizio nel gennaio 2013 e si concluderanno entro il 2017.

«I ringraziamenti al gruppo intersettoriale della Provincia ed ai soggetti partner che hanno lavorato per ottenere questo importante finanziamento credo siano dovuti - ha affermato il Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani Francesco Ventola -. Con i fatti, e non a parole, guardiamo all'Ofanto come una vera opportunità per il nostro territorio, e dopo aver ottenuto un finanziamento dal Ministero per l'Ambiente per il ripristino degli argini dalla Foce dell'Ofanto sino al Ponte Romano, oggi tocca ad Aufidus, che prevede una serie di interventi di ripristino di lagune e dune costiere in aree golenali. Il segreto per intervenire efficacemente sull'Ofanto è certamente la visione d'insieme: in qualità di soggetto attuatore del progetto, la Provincia ha operato in sinergia con i comuni che si affacciano direttamente sull'Ofanto (Barletta e Margherita di Savoia), avvalendosi del prezioso supporto dell'Autorità di Bacino e del Centro Studi Naturalistici. In un momento delicato sotto l'aspetto economico per tutti gli enti locali - ha poi conclsuo il Presidente Ventola -, credo sia fondamentale riuscire ad intercettare quanti più fondi pubblici possibili: per farlo, abbiamo ritenuto opportuno istituire un settore, quello delle Politiche Comunitarie, che si dedicasse prevalentemente a questo, con risultati davvero eccellenti».
Secondo il Sub Commissario del Comune di Margherita di Savoia, Marcella Nicoletti «gli interventi previsti nel progetto Aufidus comporteranno ricadute positive non solo in ambito ambientale ma anche in termini socio-economici», mentre Valeria Valendino, referente del Comune di Barletta per il progetto Aufidus, ha spiegato che il «ruolo del Comune di Barletta sarà prevalentemente legato alla divulgazione del progetto alla comunità locale».
Lia Romano, della Segreteria Tecnica Operativa dell'Autorità di Bacino della Puglia, ha invece spiegato che «l'Ofanto è il fiume più importante della Puglia e tra i più importanti del Meridione. Una risorsa per il territorio cui l'Autorità di Bacino sta da anni concentrando i propri studi, dai quali è emersa la presenza di una serie di colture che ostacolano il deflusso delle acque. Il nostro contributo servirà proprio a ripristinare le condizioni naturali ottimali».

A concludere la conferenza stampa l'intervento di Vincenzo Rizzi del Centro Studi Naturalistici, che ha ricordato come «il partenariato competeva con istituti e realtà di elevato calibro, ottenendo un finanziamento che rappresenta un risultato importante per l'intero territorio».