Dimissioni Cannito, La prima radice: «Serve chiarezza»

La nota di Alessandro Porcelluzzi e Raffaele Fiore

lunedì 27 novembre 2023 12.29
«Il Sindaco Cannito si è dimesso. Non è la prima volta, potrebbe non essere l'ultima: che siano o meno dimissioni definitive e irrevocabili lo sa solo il Primo cittadino. Cannito ci ha oramai abituato a un uso inedito e disinvolto dello strumento delle dimissioni, o della minaccia di dimissioni. La vita amministrativa conosce frequenti Stop&Go. Sembra che le tensioni, accumulate nei tempi di quiete, siano periodicamente scaricate attraverso crisi che si ripetono, strutturali, funzionali a nuovi, e tuttavia sempre instabili equilibri. Una crisi al buio, come sempre sono state sinora le crisi delle due amministrazioni guidate da Mino Cannito, è però un evento da scongiurare». Così Alessandro Porcelluzzi e Raffaele Fiore, rappresentanti dell'associazione "La Prima Radice".

«Se non si comprendono, se non sono esplicitate le ragioni, sia quelle profonde sia quelle occasionali, della crisi permanente e strutturale della giunta Cannito, si corrono due rischi. Il primo è una amministrazione a singhiozzo, una gestione con frequenti blackout, che anche per questo motivo manca appuntamenti, scadenze, opportunità, bandi, occasioni di crescita e di prestigio. Il secondo rischio, forse persino più preoccupante, è abbandonare la città al caos politico, all'assoluta mancanza di trasparenza e comprensione dei temi, ignorando, o peggio occultando, questioni rispetto a cui sarebbe invece necessario allargare lo spazio del dibattito, rivitalizzare informazione e partecipazione, riattivare la fiducia dei cittadini. Alcuni temi, alcuni motivi di questa crisi sono, tuttavia, autoevidenti. La scommessa del Cannito bis si può oramai considerare persa. La scriteriata scelta, nei ruoli chiave, di assessori in massima parte privi di bagaglio tecnico, inventati dall'oggi al domani, trattati come birilli a scomparsa, è stata fallimentare. La pretesa, o la presunzione, del Primo cittadino di bastare da solo a guidare la città, sulla esclusiva base di un enorme consenso personale, non ha pagato e ha invece impedito al Sindaco e alla sua amministrazione di allungare lo sguardo al futuro. Nessuno sa, né sapeva, precisamente quale idea di città abbia o avesse la giunta Cannito: quali idee riguardo l'urbanistica, quali a proposito di ambiente, quali sulle coste, e via discorrendo. Conta moltissimo, infine, in questa dinamica (crisi-rimpasto-crisi-dimissioni) il peccato originale della attuale maggioranza: la confusione e commistione, o meglio la confusione, ideologica.

Una confusione che è in primo luogo del Sindaco che, a seconda dei momenti e delle opportunità, è prima di Sinistra, poi sente sue le battaglie di Forza Italia, poi accoglie Meloni, e ancora abbraccia Emiliano. A volte Papa straniero nel centrodestra, altre volte uomo di apparato dello stesso. Ma questa confusione, e commistione, ideologica vale anche per la sua maggioranza, per pezzi consistenti della stessa. Non potendo più discutere di temi, si finisce allora nella trappola di parlare di persone, identificando, ogni volta, il colpevole di turno. Errori fatali in cui anche l'opposizione istituzionale è incappata ripetutamente. Si tratta invece ora di fare chiarezza, di riportare la politica all'altezza che merita per restituire fiducia e speranza a una città ferita. Liberarla, e stavolta davvero, dalla rabbia, dal risentimento, dal rancore. Ripartire dalle basi, dalle radici (come suggerisce il nome del nostro gruppo)».