Dieci comuni, una provincia al tramonto: il riscontro del Bilancio Sociale

Le esperienze della provincia Bat nella sintesi di fine mandato

sabato 27 settembre 2014
A cura di Ida Vinella
La presentazione ufficiale del Bilancio Sociale della provincia di Barletta-Andria-Trani è stata l'occasione per fare una rendicontazione – economica, burocratica, emotiva – di fine mandato di questa giovanissima istituzione, figlia di una travagliata storia di richieste dal basso, rivendicazioni territoriali, fermenti che hanno coinvolto trasversalmente i cittadini dei dieci comuni che la compongono. Adesso, con la riforma che trasforma le province in enti di secondo livello, la sesta provincia pugliese registra una nuova modifica (formale, piuttosto che effettiva) nel suo assetto: in questo senso il bilancio sociale 2009-2013 – presentato ieri pomeriggio sul palco del Teatro "Curci" di Barletta – è stato il momento di commiato a quattro anni di trascorsi politici e identitari. All'evento hanno presenziato il presidente Francesco Ventola, il sindaco di Barletta Pasquale Cascella e il prefetto della provincia Clara Minerva, con gli interventi del segretario generale della provincia, Maria De Filippo, del docente di economia e management delle amministrazioni pubbliche e presidente del consorzio Universus CSEI Carmine Viola, del dirigente dell'Ares Puglia (già dirigente del settore programmazione economico-finanziaria della provincia) Yanko Tedeschi e del docente di statistica avanzata presso l'Università del Salento Enrico Ciavolino.

Trasparenza, tensioni, soddisfazioni, diffidenza verso le istituzioni sono state le parole chiave dell'evento di presentazione del bilancio sociale che – secondo le parole del professor Viola - «è stato redatto seguendo le linea guida del Formez e predisposto in osservanza delle Linee Guida del Ministero per la Funzione Pubblica e delle indicazioni sugli standard G.B.S. (Gruppo Bilancio Sociale). Si ispira a principi di trasparenza, attendibilità, verificabilità e chiarezza espositiva, per rendere conto dell'attività e dei risultati raggiunti, in una forma innovativa ed intellegibile».

Il lavoro – concretizzato in un volume di 336 pagine - è stato articolato in tre macrosezioni: «Quella di oggi è una seduta storica – ha introdotto il prefetto della provincia Clara Minerva – si chiude un'esperienza importante e si apre una delicata fase che sarà foriera di nuove prospettive». Tanti i ringraziamenti e la soddisfazione per «la grande collaborazione con il personale della provincia e per le sinergie con tutto il territorio, in particolare con le forze di polizia», e in particolare il prefetto ha voluto ricordare l'importanza della Sala Operativa Integrata della Protezione Civile, «secondo me la più bella d'Italia», inaugurata lo scorso giugno e dotata di tutte le moderne tecnologie per prevenire e risolvere le emergenze del territorio.

«Sentiamo tutti il dovere di preservare il patrimonio di questa provincia, pregna di storia e di passione civile» ha spiegato il sindaco Pasquale Cascella, che ha tenuto a sottolineare l'importanza del ruolo delle province, «istituzioni fondamentali», qualunque sia l'iter istituzionale e burocratico che conseguirà alle recenti decisioni. Ha poi voluto commentare la protesta che – contemporaneamente alla presentazione – era in corso da parte degli studenti del "Garrone": «Rappresenta l'ennesima emergenza sociale, perciò comprendiamo bene lo spirito di contrapposizione che si è creato». Ripercorrendo la storia dei comuni che costituiscono l'anima di questo territorio, «lo sbocco è stata la provincia policentrica – ha spiegato il sindaco - più unica che rara nel panorama nazionale. Il risultato acquisito, le idee e i sentimenti che hanno forgiato la storia poliedrica e plurale di questo territorio, come se non più di una area metropolitana, non si possono mettere da parte con il comma di una norma burocratica. Ci si chiede di più, non di meno. Non si cancella, insomma, il contributo che le nostre comunità hanno offerto alla identità e alla vocazione di questo territorio. Sappiamo cosa è l'acronimo BAT - e il bilancio sociale della Provincia lo conferma - e ci riconosciamo tutti in questa entità istituzionale per aver potuto vivere con pari dignità i bisogni, le attitudini, i beni culturali, le capacità produttive e sociali che uniscono le nostre comunità e formano un patrimonio al servizio del Mezzogiorno e del paese».

Il presidente Francesco Ventola ha speso parole molto sentite per commentare la propria esperienza, ricordando le prime difficoltà logistiche e lo spirito di collaborazione che ha animato molte attività dell'ente al momento della propria istituzione, ripercorrendone una storia intricata, fatta di alti e bassi: «Volevamo costruire un ente che potesse mettere a frutto le esperienze precedenti, e al contempo dare il giusto riconoscimento a un territorio che – partendo da Barletta – meritava maggiore autodeterminazione». Sottolineando il senso di questo passaggio di consegne dagli attuali amministratori ai sindaci, che determineranno il destino prossimo della provincia, Ventola ha ricordato come la Bat avesse «già dal proprio statuto previsto la conferenza dei sindaci»: «Oggi vogliamo raccontare soprattutto ai sindaci quello che è stato fatto e quello che lasciamo». In una lunga rendicontazione delle attività svolte e di quelle ancora pendenti, di prossima realizzazione, è stata sottolineata l'attenzione destinata alle strade del territorio (spesso scenari di tragici incidenti, anche nelle recenti cronache), alle scuole e alle loro difficoltà (come dimostra la stessa polemica di questi giorni che coinvolge il "Garrone" e il "Fermi"), all'introduzione della raccolta differenziata porta a porta in molti comuni, e infine al rapporto diretto con i cittadini, a partire dalle associazioni di categoria.

Non è semplice tirare le fila di un'esperienza così frastagliata e contraddittoria come quella della provincia di Barletta-Andria-Trani, superando l'ottica quantitativa del bilancio sociale per soffermarsi su valutazioni qualitative: al tramonto di questa istituzione già se ne affaccia un'altra, che sarà animata dai sindaci delle città del territorio, estromettendo il valore della rappresentanza diretta attraverso le elezioni. La storia sarà in divenire, come è sempre stata, e lo strumento del bilancio sociale può rappresentare oggettivamente un punto di arrivo e di rendicontazione di un'esperienza che ha coinvolto l'orgoglio, le contrapposizioni, le difficoltà e l'identità del territorio.
Bilancio sociale Provincia Bat © Tommaso Francavilla
Bilancio sociale Provincia Bat © Tommaso Francavilla
Bilancio sociale Provincia Bat © Tommaso Francavilla
Bilancio sociale Provincia Bat © Tommaso Francavilla
Bilancio sociale Provincia Bat © Tommaso Francavilla
Bilancio sociale Provincia Bat © Tommaso Francavilla
Bilancio sociale Provincia Bat © Tommaso Francavilla
Bilancio sociale Provincia Bat © Tommaso Francavilla