“Dialoghi sull’atletica”: Barletta ricorda Mosca ’80, nel nome di Pietro Mennea
Aneddoti e testimonianze di ospiti d'eccezione sulla figura del velocista barlettano e sul futuro dell’atletica leggera italiana
sabato 26 marzo 2022
13.17
Si è svolto ieri sera al teatro Curci l'importante evento "Dialoghi sull'atletica". Una sorta di rimpatriata, nel nome di Pietro Mennea, tra chi ha fatto la storia dell'atletica leggera italiana e chi l'ha raccontata. Oltre ad Eusebio Haliti, presidente dell'associazione sportiva "Io corro", che ha organizzato la serata in collaborazione del gruppo sportivo AVIS, hanno preso parte all'evento: l'ex primatista indoor dei 200 metri piani Stefano Tilli; Roberto Tozzi, bronzo alle Olimpiadi di Mosca 1980 nella staffetta 4x400 della quale faceva parte anche il Pietro Mennea freschissimo vincitore della storica medaglia d'oro nei 200 metri; Stefano Mei, presidente della FIDAL (Federazione Italiana Atletica Leggera), ma soprattutto vincitore dei 10000 metri agli Europei di Stoccarda 1986 davanti ad Alberto Cova e Salvatore Antibo.
Ospiti di assoluto riguardo, collegati in videoconferenza, la leggendaria campionessa di salto in alto Sara Simeoni (anch'essa medaglia d'oro a Mosca 1980), e il celebre radiocronista Enrico Cucchi, il quale, oltre ad aver narrato per radio il trionfo mondiale dell'Italia del calcio nel 2006 e i successi delle squadre italiane in Europa, ha raccontato nei primi anni della sua carriera le imprese sportive dei grandi della nostra atletica degli anni Ottanta.
Inutile dire che l'evento si è per lo più incentrato sulla grande figura di Pietro Mennea, ed in particolare, vista anche la presenza della Simeoni, sul clima che si respirava nella Mosca olimpica di 42 anni fà, ai tempi del boicottaggio - causa invasione sovietica dell'Afghanistan - di alcuni paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti, e dello stucchevole gioco del cerino tra il governo Cossiga e il CONI, circa la partecipazione o meno degli atleti italiani alle Olimpiadi, per altro appena due anni dopo la partecipazione italiana (mai in discussione) ai mondiali di calcio nell'Argentina della "junta militar" e dei desaparecidos, e a quattro dalla finale di Coppa Davis nella Santiago di Pinochet.
Oltre all'inevitabile ricordo del non certo facile clima politico di quella Olimpiade, molto si è raccontato del Pietro Mennea uomo: una figura tanto apparentemente burbera e fanatica nel suo lavoro, quanto caratterizzata da grande umanità e voglia di aiutare e trascinare tanto chi ha gareggiato con lui (come Roberto Tozzi e gli altri in occasione del già citato Bronzo olimpico nella staffetta 4x400), quanto chi in un certo qual modo è venuto dopo di lui, vedi Stefano Tilli e Stefano Mei.
Non è mancata ovviamente l'occasione per discutere dell'attuale momento particolarmente felice dell'Atletica Leggera made in Italy, risorta improvvisamente e prepotentemente alle recenti Olimpiadi di Tokyo, dopo un paio decenni e oltre trascorsi ad ammirare, rigorosamente dal divano, i vari Carl Lewis, Sergej Bubka, Tyson Gay, Asafa Powell e Usain Bolt.
Ospiti di assoluto riguardo, collegati in videoconferenza, la leggendaria campionessa di salto in alto Sara Simeoni (anch'essa medaglia d'oro a Mosca 1980), e il celebre radiocronista Enrico Cucchi, il quale, oltre ad aver narrato per radio il trionfo mondiale dell'Italia del calcio nel 2006 e i successi delle squadre italiane in Europa, ha raccontato nei primi anni della sua carriera le imprese sportive dei grandi della nostra atletica degli anni Ottanta.
Inutile dire che l'evento si è per lo più incentrato sulla grande figura di Pietro Mennea, ed in particolare, vista anche la presenza della Simeoni, sul clima che si respirava nella Mosca olimpica di 42 anni fà, ai tempi del boicottaggio - causa invasione sovietica dell'Afghanistan - di alcuni paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti, e dello stucchevole gioco del cerino tra il governo Cossiga e il CONI, circa la partecipazione o meno degli atleti italiani alle Olimpiadi, per altro appena due anni dopo la partecipazione italiana (mai in discussione) ai mondiali di calcio nell'Argentina della "junta militar" e dei desaparecidos, e a quattro dalla finale di Coppa Davis nella Santiago di Pinochet.
Oltre all'inevitabile ricordo del non certo facile clima politico di quella Olimpiade, molto si è raccontato del Pietro Mennea uomo: una figura tanto apparentemente burbera e fanatica nel suo lavoro, quanto caratterizzata da grande umanità e voglia di aiutare e trascinare tanto chi ha gareggiato con lui (come Roberto Tozzi e gli altri in occasione del già citato Bronzo olimpico nella staffetta 4x400), quanto chi in un certo qual modo è venuto dopo di lui, vedi Stefano Tilli e Stefano Mei.
Non è mancata ovviamente l'occasione per discutere dell'attuale momento particolarmente felice dell'Atletica Leggera made in Italy, risorta improvvisamente e prepotentemente alle recenti Olimpiadi di Tokyo, dopo un paio decenni e oltre trascorsi ad ammirare, rigorosamente dal divano, i vari Carl Lewis, Sergej Bubka, Tyson Gay, Asafa Powell e Usain Bolt.