Denunciato 43enne barlettano per ricettazione a L’Aquila
Rubati diversi mezzi dai cantieri di ricostruzione post-sisma. Danneggiate diverse ditte di noleggio nella città abruzzese
lunedì 11 ottobre 2010
13.20
Sono stati individuati e denunciati alla Procura della Repubblica dell'Aquila gli aquilani D.G.P. di 57 anni, C.M. di anni 54 e C.M. di anni 27 per appropriazione indebita aggravata e simulazione di reato, D.L.V.di anni 43 di Barletta e B.A. di anni 30 di cittadinanza rumena per ricettazione in seguito ad una attività di indagine su alcuni furti di macchine (escavatori, bobcat e minipale) da alcuni cantieri impegnati nelle prime opere di intervento e ricostruzione post sisma.
Le ditte danneggiate sono ditte di noleggio da poco insediatesi in questo capoluogo. Le indagini, in almeno tre occasioni (una minipala gommata GHEL dal valore di 30.000 Euro, un miniescavatore ed una minipala cingolata Takeuchi dal valore complessivo di Euro 80.000, tutti non targati) hanno dimostrato che le denuncie di furto presentate dai noleggiatori simulavano in realtà un reato e che i denuncianti si erano appropriati dei mezzi riciclandoli all'estero.
Ripercorrendo i vari passaggi è stato possibile recuperare almeno uno dei suddetti veicoli (il miniescavatore Takeuchi) in un paesino ungherese ai confini con la Romania. Per gli altri due, che hanno seguito lo stesso percorso, non è stato invece possibile risalire al destinatario finale.
Le ditte danneggiate sono ditte di noleggio da poco insediatesi in questo capoluogo. Le indagini, in almeno tre occasioni (una minipala gommata GHEL dal valore di 30.000 Euro, un miniescavatore ed una minipala cingolata Takeuchi dal valore complessivo di Euro 80.000, tutti non targati) hanno dimostrato che le denuncie di furto presentate dai noleggiatori simulavano in realtà un reato e che i denuncianti si erano appropriati dei mezzi riciclandoli all'estero.
Ripercorrendo i vari passaggi è stato possibile recuperare almeno uno dei suddetti veicoli (il miniescavatore Takeuchi) in un paesino ungherese ai confini con la Romania. Per gli altri due, che hanno seguito lo stesso percorso, non è stato invece possibile risalire al destinatario finale.