Decreto Salvini, la mozione di "Italia in Comune" approvata a Barletta
A seguire, la rettifica da parte dell'amministrazione comunale
lunedì 3 dicembre 2018
11.17
Lo avevano promesso e stanno proseguendo la loro battaglia di civiltà nei rispettivi comuni amministrati: i sessanta amministratori di Italia in Comune Puglia stanno continuando a proporre, quasi sempre con esito favorevole, nei rispettivi comuni la mozione con la quale si chiede al Governo di rivedere il cosiddetto 'decreto Salvini', divenuto legge, su immigrazione e sicurezza. Bitonto, Maruggio, Casamassima, Barletta, sono solo alcuni dei comuni dove la mozione targata ItC è stata già approvata dal Consiglio.
"Due giorni fa, per effetto del decreto Salvini, ventisei persone in uscita dal Cara, hanno perso il diritto alla prima accoglienza nel sistema Sprar . In altre parole, sono per strada. Tra loro una bimba di cinque mesi, alcune persone con disabilità fisica e non autosufficienti e altre con disagio psicologico. Solo per sei di loro è stata trovata una collocazione (chissà per quanto tempo, poi) presso la Croce Rossa. A tutto ciò, aggiungo un dato agghiacciante: anche la cultura dell'integrazione viene silenziosamente eliminata: il premio "Migrarti" non ci sarà più dall'anno prossimo. Un ulteriore vessillo alla cancellazione storica di esseri umani che pur nella realtà continueranno ad esistere", il commento di Michele Abbaticchio, referente pugliese del partito.
"Gli ex beneficiari del sistema Sprar che si vuole smantellare non scompariranno ma diventeranno solo invisibili e "incontrollabili" con tutte le conseguenze devastanti che si possono immaginare se pensiamo ad esempio all'abbassamento e alla cancellazione di una serie di servizi di integrazione e prevenzione che nel vecchio sistema ci permettevano di "governare" il fenomeno. Privare i migranti di tali servizi significa, infatti, innanzitutto esporli a gravi rischi quali l'insorgenza di un profondo disagio e l'accentuarsi del fenomeno della emarginazione sociale per questi soggetti- ha commentato il consigliere ItC di Mola di Bari, Michele Lieggi, che ha continuato- i comuni saranno completamente bypassati nella loro funzione di titolari dei progetti e non potranno monitorare la gestione dei migranti presenti nei Cas. A tutto ciò si aggiunga che si perderanno centinaia di posti di lavoro di tante persone qualificate che, in questi anni, si sono occupate di sostegno psicologico, alfabetizzazione, integrazione socio-lavorativa".
"E' importante che la mozione venga approvata anche in ragione delle ricadute negative in ambito sociale, economico e della sicurezza che avrebbe la applicazione del provvedimento", le parole di Grazia Desario, ex consigliera a Barletta e, oggi, Presidente di Italia in Comune BAT.
Infine, una nota di disappunto è quella di Vito D'Amato, referente cittadino nel comune di Terlizzi: "Il nostro comune, guidato da una Amministrazione di destra, è quello che si distingue in negativo. Qui, la nostra mozione non passa per il voto contrario della maggioranza. Ma non ci facciamo abbattere, continueremo questa battaglia".
"Due giorni fa, per effetto del decreto Salvini, ventisei persone in uscita dal Cara, hanno perso il diritto alla prima accoglienza nel sistema Sprar . In altre parole, sono per strada. Tra loro una bimba di cinque mesi, alcune persone con disabilità fisica e non autosufficienti e altre con disagio psicologico. Solo per sei di loro è stata trovata una collocazione (chissà per quanto tempo, poi) presso la Croce Rossa. A tutto ciò, aggiungo un dato agghiacciante: anche la cultura dell'integrazione viene silenziosamente eliminata: il premio "Migrarti" non ci sarà più dall'anno prossimo. Un ulteriore vessillo alla cancellazione storica di esseri umani che pur nella realtà continueranno ad esistere", il commento di Michele Abbaticchio, referente pugliese del partito.
"Gli ex beneficiari del sistema Sprar che si vuole smantellare non scompariranno ma diventeranno solo invisibili e "incontrollabili" con tutte le conseguenze devastanti che si possono immaginare se pensiamo ad esempio all'abbassamento e alla cancellazione di una serie di servizi di integrazione e prevenzione che nel vecchio sistema ci permettevano di "governare" il fenomeno. Privare i migranti di tali servizi significa, infatti, innanzitutto esporli a gravi rischi quali l'insorgenza di un profondo disagio e l'accentuarsi del fenomeno della emarginazione sociale per questi soggetti- ha commentato il consigliere ItC di Mola di Bari, Michele Lieggi, che ha continuato- i comuni saranno completamente bypassati nella loro funzione di titolari dei progetti e non potranno monitorare la gestione dei migranti presenti nei Cas. A tutto ciò si aggiunga che si perderanno centinaia di posti di lavoro di tante persone qualificate che, in questi anni, si sono occupate di sostegno psicologico, alfabetizzazione, integrazione socio-lavorativa".
"E' importante che la mozione venga approvata anche in ragione delle ricadute negative in ambito sociale, economico e della sicurezza che avrebbe la applicazione del provvedimento", le parole di Grazia Desario, ex consigliera a Barletta e, oggi, Presidente di Italia in Comune BAT.
Infine, una nota di disappunto è quella di Vito D'Amato, referente cittadino nel comune di Terlizzi: "Il nostro comune, guidato da una Amministrazione di destra, è quello che si distingue in negativo. Qui, la nostra mozione non passa per il voto contrario della maggioranza. Ma non ci facciamo abbattere, continueremo questa battaglia".