Decreto Profumo, ieri studenti universitari in piazza a Bari
Il rischio concreto: atenei di serie A e serie B. Decisione rinviata al 21 febbraio. Una marcia dal Politecnico a Piazza Prefettura
venerdì 8 febbraio 2013
9.35
"No al governo dei professori, no al governo dei scippatori!! Con questo slogan gli studenti e tutte le associazioni universitarie baresi hanno protestato contro il decreto Profumo, conosciuto come "decreto della discordia", provvedimento attuativo della Legge Gelmini, manovra che potrebbe indurre una notevole fascia di studenti, quelli meno abbienti, ad abbandonare lo studio, e spingerebbe alla fuga verso università con massimali più alti. Il decreto penalizzerebbe evidentemente gli studenti del Sud, per i quali la fascia minima di reddito Isee è pari a 14.300 euro, a fronte dei circa 20.000 euro per gli studenti iscritti alle facoltà del Centro-Nord. Una "fuga dei cervelli" tutta nostrana, che cozza con il recente annuncio della Giunta Regionale Pugliese, che ha stanziato 4 milioni di Euro per borse di studio destinate proprio all'Adisu. Al centro delle contestazioni il restringimento dei criteri di accesso alle borse di studio universitarie, che penalizzerebbe gli studenti con reddito familiare superiore a 14.300 euro, un provvedimento che potrebbe portare a un ingente trasferimento di studenti da Sud a Nord e la divisione tra atenei di serie A e serie B. Ieri pomeriggio, però, un'evoluzione che fa ben sperare per le tasche degli studenti del Meridione: il Decreto sul diritto allo studio in discussione in Conferenza Stato-Regioni è stato bloccato e che verrà ridiscusso il 21 febbraio.
Già mercoledì le studentesse e gli studenti di Bari, tutte le associazioni studentesche, i collegi della città e l'Accademia delle Belle Arti avevano dichiarato lo stato di agitazione. A seguito di un'assemblea tenutasi nella mensa universitaria di Via Amendola, con la partecipazione e l'appoggio del Presidente dell'AdiSu De Santis, gli studenti erano partiti in corteo per la città e in seguito avevano occupato la sede dell'AdiSu di via Fortunato. Ieri mattina, a partire dalle 9, la scena si è ripetuta, con un corteo partito dal Politecnico, passato da Piazza Cesare Battisti, con una assemblea generale interfacoltà, che ha chiuso la sua marcia in Piazza Prefettura, davanti al Comune di Bari, dove il- a dir la verità, non folto- gruppo di manifestanti, ha chiesto anche un incontro con il Prefetto Mario Tafaro. Una piccola "iniezione di fiducia" alle speranze degli universitari del Meridione è arrivata dalla fumata nera giunta dalla Conferenza Stato-Regioni tenutasi ieri pomeriggio: su richiesta dei governatori la decisione sul provvedimento è stata rinviata al 21 febbraio. Nel nuovo decreto restano tre scaglioni Isee per accedere alle borse di studio, ma scompare la divisione tra Sud, Centro e Nord. Saranno le Regioni a decidere a quale scaglione adeguarsi: 15mila-17mila euro; 17001-19mila euro; 19001-21mila euro. Le parole dello stesso ministro Francesco Profumo hanno confermato le modifiche nel dibattito: «Il prossimo 21 febbraio il decreto sulle borse di studio si farà per dare più risorse al diritto allo studio». Restringere i cordoni per allargare i diritti, politica ossimorica almeno sulla carta.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Già mercoledì le studentesse e gli studenti di Bari, tutte le associazioni studentesche, i collegi della città e l'Accademia delle Belle Arti avevano dichiarato lo stato di agitazione. A seguito di un'assemblea tenutasi nella mensa universitaria di Via Amendola, con la partecipazione e l'appoggio del Presidente dell'AdiSu De Santis, gli studenti erano partiti in corteo per la città e in seguito avevano occupato la sede dell'AdiSu di via Fortunato. Ieri mattina, a partire dalle 9, la scena si è ripetuta, con un corteo partito dal Politecnico, passato da Piazza Cesare Battisti, con una assemblea generale interfacoltà, che ha chiuso la sua marcia in Piazza Prefettura, davanti al Comune di Bari, dove il- a dir la verità, non folto- gruppo di manifestanti, ha chiesto anche un incontro con il Prefetto Mario Tafaro. Una piccola "iniezione di fiducia" alle speranze degli universitari del Meridione è arrivata dalla fumata nera giunta dalla Conferenza Stato-Regioni tenutasi ieri pomeriggio: su richiesta dei governatori la decisione sul provvedimento è stata rinviata al 21 febbraio. Nel nuovo decreto restano tre scaglioni Isee per accedere alle borse di studio, ma scompare la divisione tra Sud, Centro e Nord. Saranno le Regioni a decidere a quale scaglione adeguarsi: 15mila-17mila euro; 17001-19mila euro; 19001-21mila euro. Le parole dello stesso ministro Francesco Profumo hanno confermato le modifiche nel dibattito: «Il prossimo 21 febbraio il decreto sulle borse di studio si farà per dare più risorse al diritto allo studio». Restringere i cordoni per allargare i diritti, politica ossimorica almeno sulla carta.
(Twitter: @GuerraLuca88)