De Nittis in mascherina, a Barletta il murale firmato Borgiac
«Per questo mio De Nittis in via Sant’Andrea, ci ho impiegato due mattine per tre ore»
martedì 31 marzo 2020
I suoi capolavori restano sempre chiusi dentro Palazzo della Marra per l'emergenza Covid-19. Ma, come se si fosse concesso pochi passi, da stamattina Giuseppe De Nittis lo vedi nel centro storico di Barletta, con tanto di mascherina anti Coronavirus, dipinto con eclettica mano d'artista nel grande murale realizzato in via Sant'Andrea da Borgiac, al secolo Giacomo Borraccino, l'estroso maestro della "street art" (e tantissimo altro, specie sfiziosissime caricature a gogò) made in Barletta.
Dopo la sua realizzazione di qualche mese fa, per il Centro comunale antiviolenza, sulla parete di cemento nella rampa del sottovia con l'estramurale Vittorio Veneto, ed una commovente maternità dedicata agli immigrati in una vicina stradina di fronte al Castello, con questo "De Nittis al tempo del Coronavirus" Borgiac ha fatto centro anche stavolta.
Come spunto, il celebre pastello raffigurante l'autoritratto del celebre pittore impressionista barlettano conservato a Palazzo della Marra: un quadro di grandi dimensioni, dove "Peppino" De Nittis si presenta ai suoi amici negli eleganti ambienti di quella elegante, splendida, e purtroppo ultima, sua residenza di Parigi.
Dice Borgiac a lavoro appena terminato sul contrafforte a pochi passi dal suo laboratorio d'arte, ovviamente chiuso in questo periodo, ai ragazzi (con qualche adulto) che abitualmente lo frequentano: "In genere uso sempre colore acrilico con pennelli per esterni. Per questo mio De Nittis in via Sant'Andrea, ci ho impiegato due mattine per tre ore. Tempo netto 6 ore".
Contento? "Direi proprio di si. Il titolo dell'opera, come potete leggere, é: "#IORESTOACASA". Con l'aggiunta: ma poi venite a trovarmi…"
Note di carriera? "A Barletta faccio pittura murale dal 1995. Con i bambini, con gli adulti, e da solo. Credo di aver coperto muri per circa 5000 metri quadri. Spesso coperti e sovrapposti ogni cinque anni. La prima vera pittura murale a Barletta, quando i muri e il cemento erano vergini, credo sia stata la mia in via Vittorio Veneto, dove sopra ora sta colazione in giardino, sempre di De Nittis. C'erano cinque angeli che rappresentavano i cinque continenti e creavano un paradiso terrestre (ho documentazione fotografica). Parteciparono una decina di giovani adulti, compresa una ragazza in carrozzella".
Di questo intenso e raffinato autoritratto di Giuseppe De Nittis (datato fra 1883 e 1884, pochi mesi prima della sua morte), molto si è scritto definendolo addirittura "attraente", come Antonio Calisi. "La sua forza nella sua originalità, scrive, in quel tratto psicologico: un ritratto di se stesso dove mancano gli attrezzi del mestiere (la tavolozza, i pennelli, il cavalletto) ovvero tutti elementi che i pittori amano consegnare alla storia. Viene da chiedersi: chi abbiamo davanti a noi? Il pittore o il signore della casa, che ci attende vicino al suo divano preferito? Infatti non assumeva pose eccentriche. Non le amava… Goncourt ha scritto del divano sul quale il De Nittis si gettava in un "nero assonnamento", nei momenti di depressione che precedevano l'apertura del vernissage, mentre Madame Lèontine montava in carrozza per andare a vedere "se tutto il mondo partecipava" all'evento. Si capisce che lui sente soprattutto di essere un signore. Figlio di un proprietario terriero e nipote di un architetto, già solo tre anni dopo essere arrivato a Parigi si impegnò per l'acquisto di una palazzina mentre un uomo entrava per annunciare una novità 'è la guerra!', la guerra franco-prussiana, e a lui fischiavano le orecchie. L'autoritratto forse non lo espose mai: infatti reca l'autentica della moglie per un'esposizione postuma".
Il murale di Borgiac sembra poi saldare il conto dell'arte per strada a Barletta durante l'emergenza Covid-19: dopo quella plateale e criticatissima mascherina apposta sul volto in bronzo del Colosso Eraclio, questa immagine c'illumina d'immenso. Con un pizzico d'ironia…
Nino Vinella, giornalista
Dopo la sua realizzazione di qualche mese fa, per il Centro comunale antiviolenza, sulla parete di cemento nella rampa del sottovia con l'estramurale Vittorio Veneto, ed una commovente maternità dedicata agli immigrati in una vicina stradina di fronte al Castello, con questo "De Nittis al tempo del Coronavirus" Borgiac ha fatto centro anche stavolta.
Come spunto, il celebre pastello raffigurante l'autoritratto del celebre pittore impressionista barlettano conservato a Palazzo della Marra: un quadro di grandi dimensioni, dove "Peppino" De Nittis si presenta ai suoi amici negli eleganti ambienti di quella elegante, splendida, e purtroppo ultima, sua residenza di Parigi.
Dice Borgiac a lavoro appena terminato sul contrafforte a pochi passi dal suo laboratorio d'arte, ovviamente chiuso in questo periodo, ai ragazzi (con qualche adulto) che abitualmente lo frequentano: "In genere uso sempre colore acrilico con pennelli per esterni. Per questo mio De Nittis in via Sant'Andrea, ci ho impiegato due mattine per tre ore. Tempo netto 6 ore".
Contento? "Direi proprio di si. Il titolo dell'opera, come potete leggere, é: "#IORESTOACASA". Con l'aggiunta: ma poi venite a trovarmi…"
Note di carriera? "A Barletta faccio pittura murale dal 1995. Con i bambini, con gli adulti, e da solo. Credo di aver coperto muri per circa 5000 metri quadri. Spesso coperti e sovrapposti ogni cinque anni. La prima vera pittura murale a Barletta, quando i muri e il cemento erano vergini, credo sia stata la mia in via Vittorio Veneto, dove sopra ora sta colazione in giardino, sempre di De Nittis. C'erano cinque angeli che rappresentavano i cinque continenti e creavano un paradiso terrestre (ho documentazione fotografica). Parteciparono una decina di giovani adulti, compresa una ragazza in carrozzella".
Di questo intenso e raffinato autoritratto di Giuseppe De Nittis (datato fra 1883 e 1884, pochi mesi prima della sua morte), molto si è scritto definendolo addirittura "attraente", come Antonio Calisi. "La sua forza nella sua originalità, scrive, in quel tratto psicologico: un ritratto di se stesso dove mancano gli attrezzi del mestiere (la tavolozza, i pennelli, il cavalletto) ovvero tutti elementi che i pittori amano consegnare alla storia. Viene da chiedersi: chi abbiamo davanti a noi? Il pittore o il signore della casa, che ci attende vicino al suo divano preferito? Infatti non assumeva pose eccentriche. Non le amava… Goncourt ha scritto del divano sul quale il De Nittis si gettava in un "nero assonnamento", nei momenti di depressione che precedevano l'apertura del vernissage, mentre Madame Lèontine montava in carrozza per andare a vedere "se tutto il mondo partecipava" all'evento. Si capisce che lui sente soprattutto di essere un signore. Figlio di un proprietario terriero e nipote di un architetto, già solo tre anni dopo essere arrivato a Parigi si impegnò per l'acquisto di una palazzina mentre un uomo entrava per annunciare una novità 'è la guerra!', la guerra franco-prussiana, e a lui fischiavano le orecchie. L'autoritratto forse non lo espose mai: infatti reca l'autentica della moglie per un'esposizione postuma".
Il murale di Borgiac sembra poi saldare il conto dell'arte per strada a Barletta durante l'emergenza Covid-19: dopo quella plateale e criticatissima mascherina apposta sul volto in bronzo del Colosso Eraclio, questa immagine c'illumina d'immenso. Con un pizzico d'ironia…
Nino Vinella, giornalista