De Nittis a Parigi, ne vale la spesa?
Precisazioni sui contestati 18mila euro per la delegazione. Solo otto le persone presenti a spese del comune
giovedì 28 ottobre 2010
16.04
«E' come un sogno che si è tradotto in realtà». Introduce così il sindaco Maffei, a metà fra l'istituzionale e l'emotivo, la conferenza stampa che questa mattina si è svolta presso la sala giunta di palazzo di città. Oggetto dell'incontro: l'esperienza parigina della mostra "La modernité élégante" del pittore barlettano Giuseppe De Nittis. Insieme al sindaco, erano presenti inoltre il responsabile staff e comunicazioni Sandro Attolico e la responsabile cultura Emanuela Angiuli.
«La mostra di Parigi è andata ben oltre le nostre aspettative» continua così Maffei. «E' stato un importante momento di italianità e di barlettanità in una capitale come Parigi, soprattutto grazie all'ottimo rapporto con l'ambasciatore italiano in Francia Giovanni Caracciolo. Abbiamo constatato in maniera tangibile l'interesse che ha circondato la mostra: dopo le ore 20:00 la fila all'esterno del Petit Palais era ancora interminabile, sebbene l'orario consueto di chiusura fosse fissato per le 18:00». Ma i veri protagonisti sono stati i quadri di De Nittis: «La luce di quei quadri si è trasferita nelle menti» visto che, come sottolinea la Angiuli, «i visitatori hanno potuto ammirare numerose opere di collezionisti privati mai esposte prima d'ora». «Si tratta di un'operazione di altissimo valore scientifico-culturale che consente ad un largo pubblico di conoscere De Nittis, liberandolo dall'immagine stereotipata di pittore minore». In particolar modo, è stata molto apprezzata la sezione londinese della mostra, con scorci di Tower Bridge e di Westminster, a tal punto che la curatrice della National Gallery di Londra, presente alla mostra, ha sollecitato l'esposizione di quei quadri di De Nittis in una mostra monotematica dedicata alla capitale britannica.
Eppure non sono mancati i momenti di criticità e confronto acceso: ulteriore tema della conferenza è stata la definizione del budget totale di spesa impiegato dall'amministrazione comunale per sovvenzionare la mostra. Al centro del dibattito, come avevamo già trattato in un nostro precedente articolo, sono i contestati 18mila euro spesi dal comune per il soggiorno e le spese di viaggio di una delegazione barlettana composta da 15 elementi. Il sindaco ha voluto far chiarezza sin da subito: «Qualsiasi tipo di iniziativa è naturalmente soggetta a critiche, ma non sono accettabili alcune critiche assolutamente gratuite, soprattutto se rivolte ad eventi che dovrebbero invece inorgoglirci [...] si tratta soprattutto di un importante investimento culturale». Come ha precisamente spiegato il responsabile Attolico, il denaro pubblico impiegato in maniera complessiva per la mostra ammonta ad un totale di 80mila euro, di cui 30mila offerti dalla Regione Puglia per gli aspetti promozionali (4.000 brochures in francese e in italiano), per la stampa e per la disponibilità di prodotti enogastronomici offerti al termine dell'inaugurazione; la spesa del comune corrisponde ai restanti 50mila euro (come era già stato approvato nel bilancio 2010 approvato lo scorso 14 luglio) per sostenere le spese di comunicazione e stampa affidate allo Studio SC di Padova, oltre ai famigerati 18mila euro della "determina del 28 ottobre" per la delegazione che si è recata a Parigi. Attolico ha spiegato che, di quei 18mila euro inizialmente previsti, ne sono stati spesi effettivamente solo 13.500 per la delegazione composta da soli otto componenti: sindaco, vicesindaco, i consiglieri regionali Mennea e Pastore, il giornalista Rai Costantino Foschini, la dottoressa Dadduzio e l'operatore Ruggiero Torre. Purtroppo, a causa di defezioni dell'ultimo minuto, sono andati persi i soldi per i biglietti aerei dei quattro componenti assenti (tra gli altri il sindaco di Bari Emiliano e il presidente Ventola).
La polemica è stata vivace, sta ora a noi la valutazione: De Nittis, ne vale la spesa? Indubbiamente bisogna tener conto dei fattori emotivi - come ha ben raccontato il direttore Maifredi in un rapido intervento -, altrettanto indubbiamente bisogna essere scrupolosi valutatori di ciò che avviene col denaro pubblico, ma soprattutto non si deve dare per scontato il valore che la cultura, a prescindere da qualsiasi venale e capzioso ragionamento, può insegnare al cuore e alla mente delle persone che ancora credono in essa.
«La mostra di Parigi è andata ben oltre le nostre aspettative» continua così Maffei. «E' stato un importante momento di italianità e di barlettanità in una capitale come Parigi, soprattutto grazie all'ottimo rapporto con l'ambasciatore italiano in Francia Giovanni Caracciolo. Abbiamo constatato in maniera tangibile l'interesse che ha circondato la mostra: dopo le ore 20:00 la fila all'esterno del Petit Palais era ancora interminabile, sebbene l'orario consueto di chiusura fosse fissato per le 18:00». Ma i veri protagonisti sono stati i quadri di De Nittis: «La luce di quei quadri si è trasferita nelle menti» visto che, come sottolinea la Angiuli, «i visitatori hanno potuto ammirare numerose opere di collezionisti privati mai esposte prima d'ora». «Si tratta di un'operazione di altissimo valore scientifico-culturale che consente ad un largo pubblico di conoscere De Nittis, liberandolo dall'immagine stereotipata di pittore minore». In particolar modo, è stata molto apprezzata la sezione londinese della mostra, con scorci di Tower Bridge e di Westminster, a tal punto che la curatrice della National Gallery di Londra, presente alla mostra, ha sollecitato l'esposizione di quei quadri di De Nittis in una mostra monotematica dedicata alla capitale britannica.
Eppure non sono mancati i momenti di criticità e confronto acceso: ulteriore tema della conferenza è stata la definizione del budget totale di spesa impiegato dall'amministrazione comunale per sovvenzionare la mostra. Al centro del dibattito, come avevamo già trattato in un nostro precedente articolo, sono i contestati 18mila euro spesi dal comune per il soggiorno e le spese di viaggio di una delegazione barlettana composta da 15 elementi. Il sindaco ha voluto far chiarezza sin da subito: «Qualsiasi tipo di iniziativa è naturalmente soggetta a critiche, ma non sono accettabili alcune critiche assolutamente gratuite, soprattutto se rivolte ad eventi che dovrebbero invece inorgoglirci [...] si tratta soprattutto di un importante investimento culturale». Come ha precisamente spiegato il responsabile Attolico, il denaro pubblico impiegato in maniera complessiva per la mostra ammonta ad un totale di 80mila euro, di cui 30mila offerti dalla Regione Puglia per gli aspetti promozionali (4.000 brochures in francese e in italiano), per la stampa e per la disponibilità di prodotti enogastronomici offerti al termine dell'inaugurazione; la spesa del comune corrisponde ai restanti 50mila euro (come era già stato approvato nel bilancio 2010 approvato lo scorso 14 luglio) per sostenere le spese di comunicazione e stampa affidate allo Studio SC di Padova, oltre ai famigerati 18mila euro della "determina del 28 ottobre" per la delegazione che si è recata a Parigi. Attolico ha spiegato che, di quei 18mila euro inizialmente previsti, ne sono stati spesi effettivamente solo 13.500 per la delegazione composta da soli otto componenti: sindaco, vicesindaco, i consiglieri regionali Mennea e Pastore, il giornalista Rai Costantino Foschini, la dottoressa Dadduzio e l'operatore Ruggiero Torre. Purtroppo, a causa di defezioni dell'ultimo minuto, sono andati persi i soldi per i biglietti aerei dei quattro componenti assenti (tra gli altri il sindaco di Bari Emiliano e il presidente Ventola).
La polemica è stata vivace, sta ora a noi la valutazione: De Nittis, ne vale la spesa? Indubbiamente bisogna tener conto dei fattori emotivi - come ha ben raccontato il direttore Maifredi in un rapido intervento -, altrettanto indubbiamente bisogna essere scrupolosi valutatori di ciò che avviene col denaro pubblico, ma soprattutto non si deve dare per scontato il valore che la cultura, a prescindere da qualsiasi venale e capzioso ragionamento, può insegnare al cuore e alla mente delle persone che ancora credono in essa.