De Nittis, 174° anniversario: ecco il suo atto di nascita

Lo studio del responsabile dell'Archivio di Stato di Barletta, Michele Grimaldi

martedì 25 febbraio 2020
Sarà perché in questi mesi a Ferrara, nella stupenda location di "Palazzo dei diamanti", ha luogo la visitatissima mostra "La rivoluzione dello sguardo" che ha come mattatore indiscusso Giuseppe De Nittis e la sua "visione artistica di metà Ottocento, immersa in quel suo universo così tanto moderno quanto elegante nel tratto, nelle forme, nei paesaggi, nei volti e nelle figure", che quest'anno il 174° anniversario della nascita del famoso ed amatissimo pittore barlettano, ha assunto rilievi del tutto particolari.

Lascio a chi di competenza (Amministrazione comunale in primis) l'onore e l'onere delle manifestazioni varie ed eventuali, da parte mia non posso far altro che svolgere la mia professione e cioè analizzare l'atto di nascita, si proprio quello, di Giuseppe De Nittis, atto che viene conservato dalla Sezione di Archivio di Stato di Barletta. Il primo punto da chiarire e forse il più fondamentale, è il De Nittis o Denittis? Per la legge è chiara ed inderogabile la norma che prevede l'ufficialità del nome e cognome riferita esclusivamente a quello registrato dall'ufficiale d'anagrafe.

Detto questo leggiamoci l'atto di nascita che recita testualmente "L'anno milleottocentoquarantasei il dì 27 del mese di febbraio alle ore otto e quarto antimeridiane è comparso Don Raffaele Denittis (notare il cognome) di anni ventotto, di professione Proprietario (in realtà sarà per diversi anni illuminato amministratore delle Saline di Barletta) domiciliato in strada Cordoneria (oggi Corso Vittorio Emanuele n. 26), il quale ci ha presentato un maschio. Lo stesso è nato da Donna Teresa Barracchia (mi ripeto, notare il cognome) ne giorno venticinque del mese di febbraio anno 184sei alle ore 18 italiane. Lo stesso ha inoltre dichiarato di dare al neonato il nome di Giuseppe Gaetano Denittis". Tutto chiaro? Bene, abbiamo appurato sia la data esatta di nascita e cioè 25 febbraio 1846 e il cognome cioè Denittis un'unica parola, anche in calce all'atto, dove si susseguivano le firme del dichiarante e dei testimoni, il papà del Pittore firmava "Raffaele de Nittis". Tutto il resto è interpretazione di volontà che purtroppo non conta per la legge.

Infine prendo in esame la mamma del pittore, Maria Teresa Barracchia e qui l'annotazione non viene rivolta ad una persona che ha effettuato lo "svarione", bensì, anche, alla ultrafamosa enciclopedia Treccani. Come recita quella locuzione latina? Errare humanum est. Ebbene si, anche gli infallibili sbagliano, ahimè! Infatti sulla Treccani il nome della signora Maria Teresa non è "Barracchia" bensì "Buracchia".

Concludo con un invito: gli archivi sono lì per i motivi dei quali discutiamo. Saranno sempre lieti di accogliere tutti coloro che vorranno sapere come "documentalmente" sono andate le cose. Vi aspettiamo!
Atto di morte