Dati monitoraggio mobilità urbana a Barletta
Il traffico dei mezzi pesanti nel tratto urbano di via Trani non è sostenibile
venerdì 21 luglio 2017
Martedì 11 luglio 2017 sono stati presentati alla cittadinanza di Barletta i primi dati relativi alle attività di monitoraggio del traffico urbano propedeutico alla redazione del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS). I rilievi del traffico veicolare, realizzati con tecnologie e tecniche avanzate e collaudate da esperti del settore, sono iniziati a Maggio e proseguiranno fino alla fine di luglio 2017.
Il rapporto, molto ampio e dettagliato, ha subito evidenziato la situazione drammatica della sezione urbana di Via Trani, che presenta il traffico veicolare più elevato della città. Il dato più preoccupante però, sebbene non sorprenda affatto, è il numero di veicoli pesanti che transitano in città nel tratto che va dalla rotonda dell'Ipercoop di fronte alla Buzzi Unicem verso il centro urbano: a fronte di una media giornaliera complessiva di 8342 veicoli in entrata e di 9283 in uscita, il numero dei veicoli pesanti è di 813 in entrata e di "soli" 634 in uscita.
Numeri impressionanti, come facevano notare gli stessi tecnici che esponevano il rapporto sul monitoraggio. Se infatti consideriamo che uno solo di questi veicoli inquina quanto dieci autovetture, l'apporto alle polveri sottili PM10 e PM2,5 degli auto-articolati e camion che entrano ed escono soprattutto dalla Buzzi-Unicem e dalla Timac è di circa il 50% dell'inquinamento del traffico veicolare nel tratto urbano di via Trani. È quindi evidente che qualsiasi proposta di mobilità sostenibile non può prescindere dall'impatto delle due aziende insalubri sull'area urbana, anche e non solo a fronte dell'inquinamento veicolare che esse producono per la loro attività.
Come possiamo chiedere ai cittadini privati di rinunciare all'auto di proprietà in favore del trasporto pubblico o del car sharing, di andare a piedi o ancora meglio di usare la bicicletta se poi lasciamo che i camion scorrazzino indisturbati sulle strade urbane? E quale aria devono respirare ciclisti e pedoni, magari accompagnati da bambini in tenera età, mentre le attività industriali continuano ad inquinare indisturbate anche e non solo con i veicoli che trasportano rifiuti da incenerire o sostanze chimiche e minerali per alimentare la produzione di concimi e cemento?
Il Forum Salute e Ambiente continua quindi a chiedere l'immediato avvio del monitoraggio degli inquinanti industriali nell'aria e nel suolo utilizzando i 100.000 euro stanziati dal Consiglio Comunale dopo un acceso confronto con noi cittadini, in modo da avere un quadro ancora più chiaro della situazione, e per una redazione del PUMS che tenga conto anche di questi dati. Ricordiamo che a breve Timac e Buzzi-Unicem avvieranno le loro pratiche di rinnovo AIA, e che Comune, Provincia e Regione non potranno e non dovranno ignorare anche questa volta il disastro ambientale e sanitario che vive la città di Barletta.
A tal proposito, auspichiamo che in seguito alla nomina ad Assessore all'Ambiente della Regione Puglia al Consigliere Caracciolo, i cittadini barlettani potranno finalmente ricevere la grazia di conoscere i risultati del secondo monitoraggio ambientale del protocollo sottoscritto l'1 dicembre 2015 da Regione, Provincia, Comune, Arpa e CNR. Sono infatti passati ben due mesi dal tavolo tecnico presso la Provincia, ed un mese dalla sua verbalizzazione, ma non abbiamo ancora potuto esercitare il diritto di conoscere questi ultimi dati sull'inquinamento della falda e del suolo.
Ci preoccupa inoltre non poco la proposta di legge di cui l'Assessore Caracciolo è relatore in Consiglio Regionale che si propone di modificare le norme sulla valutazione di impatto ambientale. La semplificazione e lo snellimento delle procedure di autorizzazione auspicata da Caracciolo si traduce in pratica in un maggiore controllo politico delle attività di rilascio delle autorizzazioni alle aziende insalubri. Cosa succederà a Barletta ed in tutto il territorio pugliese dove il vaso di Pandora dei disastri ambientali sembra inesauribile quando questa proposta di legge verrà approvata? In che modo il sostegno politico sul quale le aziende insalubri hanno sempre potuto contare in questa città verrà utilizzato per rinnovare le autorizzazioni in scadenza? Oggi i cittadini barlettani hanno ancora di più paura per la propria salute e quella dei propri figli.
Il rapporto, molto ampio e dettagliato, ha subito evidenziato la situazione drammatica della sezione urbana di Via Trani, che presenta il traffico veicolare più elevato della città. Il dato più preoccupante però, sebbene non sorprenda affatto, è il numero di veicoli pesanti che transitano in città nel tratto che va dalla rotonda dell'Ipercoop di fronte alla Buzzi Unicem verso il centro urbano: a fronte di una media giornaliera complessiva di 8342 veicoli in entrata e di 9283 in uscita, il numero dei veicoli pesanti è di 813 in entrata e di "soli" 634 in uscita.
Numeri impressionanti, come facevano notare gli stessi tecnici che esponevano il rapporto sul monitoraggio. Se infatti consideriamo che uno solo di questi veicoli inquina quanto dieci autovetture, l'apporto alle polveri sottili PM10 e PM2,5 degli auto-articolati e camion che entrano ed escono soprattutto dalla Buzzi-Unicem e dalla Timac è di circa il 50% dell'inquinamento del traffico veicolare nel tratto urbano di via Trani. È quindi evidente che qualsiasi proposta di mobilità sostenibile non può prescindere dall'impatto delle due aziende insalubri sull'area urbana, anche e non solo a fronte dell'inquinamento veicolare che esse producono per la loro attività.
Come possiamo chiedere ai cittadini privati di rinunciare all'auto di proprietà in favore del trasporto pubblico o del car sharing, di andare a piedi o ancora meglio di usare la bicicletta se poi lasciamo che i camion scorrazzino indisturbati sulle strade urbane? E quale aria devono respirare ciclisti e pedoni, magari accompagnati da bambini in tenera età, mentre le attività industriali continuano ad inquinare indisturbate anche e non solo con i veicoli che trasportano rifiuti da incenerire o sostanze chimiche e minerali per alimentare la produzione di concimi e cemento?
Il Forum Salute e Ambiente continua quindi a chiedere l'immediato avvio del monitoraggio degli inquinanti industriali nell'aria e nel suolo utilizzando i 100.000 euro stanziati dal Consiglio Comunale dopo un acceso confronto con noi cittadini, in modo da avere un quadro ancora più chiaro della situazione, e per una redazione del PUMS che tenga conto anche di questi dati. Ricordiamo che a breve Timac e Buzzi-Unicem avvieranno le loro pratiche di rinnovo AIA, e che Comune, Provincia e Regione non potranno e non dovranno ignorare anche questa volta il disastro ambientale e sanitario che vive la città di Barletta.
A tal proposito, auspichiamo che in seguito alla nomina ad Assessore all'Ambiente della Regione Puglia al Consigliere Caracciolo, i cittadini barlettani potranno finalmente ricevere la grazia di conoscere i risultati del secondo monitoraggio ambientale del protocollo sottoscritto l'1 dicembre 2015 da Regione, Provincia, Comune, Arpa e CNR. Sono infatti passati ben due mesi dal tavolo tecnico presso la Provincia, ed un mese dalla sua verbalizzazione, ma non abbiamo ancora potuto esercitare il diritto di conoscere questi ultimi dati sull'inquinamento della falda e del suolo.
Ci preoccupa inoltre non poco la proposta di legge di cui l'Assessore Caracciolo è relatore in Consiglio Regionale che si propone di modificare le norme sulla valutazione di impatto ambientale. La semplificazione e lo snellimento delle procedure di autorizzazione auspicata da Caracciolo si traduce in pratica in un maggiore controllo politico delle attività di rilascio delle autorizzazioni alle aziende insalubri. Cosa succederà a Barletta ed in tutto il territorio pugliese dove il vaso di Pandora dei disastri ambientali sembra inesauribile quando questa proposta di legge verrà approvata? In che modo il sostegno politico sul quale le aziende insalubri hanno sempre potuto contare in questa città verrà utilizzato per rinnovare le autorizzazioni in scadenza? Oggi i cittadini barlettani hanno ancora di più paura per la propria salute e quella dei propri figli.