"Dantedì...stanti ma vicini": anche a Barletta si celebra il viaggio di Dante
I ragazzi della 3H dell’istituito scolastico “Baldacchini-Manzoni” hanno pensato di attualizzare i primi versi ai tempi del Coronavirus
mercoledì 25 marzo 2020
19.39
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita… Il 25 marzo del 1300 ebbe inizio quel viaggio ultraterreno, raccontato nella Divina Commedia, che rese celebre il sommo poeta Dante Alighieri. Una data individuata dagli studiosi che oggi l'Italia e soprattutto il mondo scolastico è pronta a ricordare. «Una giornata che in questa prima edizione non potrà che essere esclusivamente digitale — dichiara il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Dante è l'unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l'idea stessa di Italia». Così oggi, seppur a distanza, anche gli studenti di Barletta festeggiano il Dantedì.
Gli studenti della classe 3H dell'istituito scolastico "Baldacchini-Manzoni", seguiti dalla professoressa di lettere Maria Rita Dimiccoli, hanno recitato i primi versi del viaggio e desiderosi di tradurre quella discesa negli inferi ai giorni del Coronavirus si sono dilettati nella stesura di un piccolo componimento. «Mi chiedevo da giorni – spiega la docente di lettere - in che modo avremmo potuto partecipare all'iniziativa, dal momento che non eravamo fisicamente a scuola. In questi giorni siamo infatti comunque in classe virtuale utilizzando la piattaforma classroom di Google, che, non solo ci permette di dare attività, riceverle in tempo reale e comunicare con i ragazzi con la condivisione dei materiali, ma di utilizzare anche le video lezioni utilizzando Meet di Google. Bene, proprio in una di queste video lezioni, a cui i ragazzi partecipano con entusiasmo, ho lanciato la proposta di partecipare al Dantedì e di trovare insieme la modalità.... Subito hanno scelto il titolo del flashmob: "Dantedì...stanti ma vicini". Ognuno di loro si è videoregistrato mentre leggeva i primi versi del I Canto e, a seguire, scelto immagini, musica e pensato di attualizzarlo ai tempi del Coronavirus, aggiungendo alcuni versi da loro rivisitati».
In un momento in cui la distanza di sicurezza ha messo a freno il lavoro e le attività ludiche di tutti, la scuola ha reagito con fermezza grazie ai supporti tecnologici. «La didattica online è molto faticosa per noi docenti e per i ragazzi a causa dei Giga che finiscono e il WIFI spesso troppo lento, ma resistiamo - conclude la prof.ssa Dimiccoli. La lontananza non è stata affatto un problema, anzi, il fatto di vederci anche nel pomeriggio, per ultimare il nostro flashmob, ci ha avvicinati maggiormente». Anche la classe 3G della scuola "Baldacchini-Manzoni", supervisionati dalla docente Vania Lanfranchi ha preso parte all'iniziativa del Dantedì. Entrambi i video sono riportati all'interno dell'articolo.
Anche l'Accademia della Crusca ha rivolto a tutti gli amanti di Dante uno speciale invito: quello di affacciarsi al balcone alle ore 18 per recitare insieme a lui i primi e gli ultimi versi dell'Inferno.
Eccoli:
Canto I, 1-9
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.
...
Canto XXXIV, 133-139
Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,
salimmo su, el primo e io secondo,
tanto ch'i' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Gli studenti della classe 3H dell'istituito scolastico "Baldacchini-Manzoni", seguiti dalla professoressa di lettere Maria Rita Dimiccoli, hanno recitato i primi versi del viaggio e desiderosi di tradurre quella discesa negli inferi ai giorni del Coronavirus si sono dilettati nella stesura di un piccolo componimento. «Mi chiedevo da giorni – spiega la docente di lettere - in che modo avremmo potuto partecipare all'iniziativa, dal momento che non eravamo fisicamente a scuola. In questi giorni siamo infatti comunque in classe virtuale utilizzando la piattaforma classroom di Google, che, non solo ci permette di dare attività, riceverle in tempo reale e comunicare con i ragazzi con la condivisione dei materiali, ma di utilizzare anche le video lezioni utilizzando Meet di Google. Bene, proprio in una di queste video lezioni, a cui i ragazzi partecipano con entusiasmo, ho lanciato la proposta di partecipare al Dantedì e di trovare insieme la modalità.... Subito hanno scelto il titolo del flashmob: "Dantedì...stanti ma vicini". Ognuno di loro si è videoregistrato mentre leggeva i primi versi del I Canto e, a seguire, scelto immagini, musica e pensato di attualizzarlo ai tempi del Coronavirus, aggiungendo alcuni versi da loro rivisitati».
In un momento in cui la distanza di sicurezza ha messo a freno il lavoro e le attività ludiche di tutti, la scuola ha reagito con fermezza grazie ai supporti tecnologici. «La didattica online è molto faticosa per noi docenti e per i ragazzi a causa dei Giga che finiscono e il WIFI spesso troppo lento, ma resistiamo - conclude la prof.ssa Dimiccoli. La lontananza non è stata affatto un problema, anzi, il fatto di vederci anche nel pomeriggio, per ultimare il nostro flashmob, ci ha avvicinati maggiormente». Anche la classe 3G della scuola "Baldacchini-Manzoni", supervisionati dalla docente Vania Lanfranchi ha preso parte all'iniziativa del Dantedì. Entrambi i video sono riportati all'interno dell'articolo.
Anche l'Accademia della Crusca ha rivolto a tutti gli amanti di Dante uno speciale invito: quello di affacciarsi al balcone alle ore 18 per recitare insieme a lui i primi e gli ultimi versi dell'Inferno.
Eccoli:
Canto I, 1-9
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.
...
Canto XXXIV, 133-139
Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,
salimmo su, el primo e io secondo,
tanto ch'i' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.