Damiani sul caos politico-amministrativo di Barletta

Iniziata la campagna elettorale del PdL. «Aumento indiscriminato dei tributi locali»

venerdì 1 marzo 2013 15.49
Siamo in campagna elettorale, e lo si intende dalle esplicite riflessioni che i vari schieramenti politici ci offrono. Interviene sulla complessa situazione delle tasse l'Assessore provinciale Dario Damiani, per qualche mese candidato Sindaco per il PdL,

«L'aumento indiscriminato dei tributi locali deliberato il 29 settembre 2012 dall'Amministrazione Maffei con gli atti propedeutici all'approvazione del Bilancio di previsione, sta generando in queste settimane proteste e manifestazioni di singoli cittadini ma anche di categorie economiche e attività produttive della nostra città pesantemente colpiti da questa scellerata politica di centro-sinistra.

Avevo già denunciato, unitamente agli amici della coalizione di centro-destra, nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso 17 ottobre 2012 che si trattava di una bomba ad orologeria destinata, prima o poi, ad esplodere, è questa l'eredità politico-amministrativa lasciata dagli ultimi anni di amministrazione del centrosinistra a Barletta.

L'incapacità di gestire la cosa pubblica con senso di responsabilità, la mancata ottemperanza ai principi fondamentali della corretta amministrazione, non potevano generare altro che questo disastro oramai conclamato. Al di là delle responsabilità politiche e amministrative che stanno emergendo in tutta la loro evidenza, il nodo fondamentale resta un altro: chi pagherà tutto questo? Domanda ovviamente retorica, saranno i cittadini. Gli aumenti di Tarsu, Tosap, servizi cimiteriali e "grattini" (entrati in vigore di recente ma, ricordiamolo, già approvati dalla scorsa amministrazione) sono il conto da pagare, ironia della sorte, a conclusione di una delle stagioni amministrative più improduttive che si ricordino.Urge una politica virtuosa e di rigore, fatta di responsabilità, trasparenza e partecipazione. Palazzo di città è la casa di tutti i cittadini e non lo studio privato di qualcuno poco interessato al bene comune.

Non rimane che augurarsi – conclude - che i cittadini abbiano, si spera, imparato la lezione e la tengano bene a mente quando torneranno alle urne: ogni voto dato finora in cambio di una immediata utilità, di qualunque natura, si è rivelato a conti fatti nient'altro che una onerosa cambiale in bianco, firmata a una classe politica che non merita più alcun credito».