Dalla religione alla fede, dal merito alla grazia
La preghiera, la povertà, la genuinità nelle parole di don Vito Carpentiere
domenica 8 marzo 2015
0.13
Dal Vangelo secondo Giovanni: "Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull'uomo. Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo.
In questo itinerario quaresimale la prima lettura è caratterizzata dal tema dell'Alleanza. Se due domeniche fa' Dio ha fatto l'alleanza con Noè e domenica scorsa, col sacrificio di Isacco, l'ha fatta con Abramo e la sua discendenza, oggi, col dono della Legge fatto a Mosè sul Sinai, Dio fa alleanza col popolo d'Israele. E questa alleanza semplicemente significa: Dio si impegna con un uomo, una famiglia, un popolo e nella sua fedeltà non viene meno. È sempre l'uomo a rompere l'alleanza. Può sembrare strano ma questo riguarda tantissimo il Vangelo di oggi, che a più riprese è stato interpretato come la rivoluzione sociale di Gesù. Sì, possiamo parlare di rivoluzione, ma che Lui comincia a partire dal cuore dell'uomo: "Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo". Gesù arriva a Gerusalemme, cuore pulsante, a motivo del tempio, della vita religiosa d'Israele, e nota non persone dedite alla preghiera, all'elemosina, alla carità fraterna, ma tanti commercianti che, con la scusa delle offerte sacrificali e della diversità delle provenienze, avevano letteralmente trasformato l'area riservata ai Gentili, ai pagani, in un mercato a cielo aperto con tanto di sportelli bancari, perché non mancasse nulla per ingraziarsi l'Onnipotente.
E il cuore dell'uomo? E i poveri? E la preghiera? Perciò Gesù compie un gesto forte accompagnato da parole dure: svuota di fatto il tempio da ciò che doveva servire a celebrare la Pasqua dell'antica alleanza e risponde sorprendentemente e scandalosamente. "Distruggete questo tempio ed in tre giorni lo farò risorgere". Il tempio non ha riconosciuto Gesù come Signore e non lo ha accolto, perché "Egli parlava del tempio del suo corpo". Ma il tempio di ieri è oggi il cuore dell'uomo: per poter accogliere il Signore devo saperlo conoscere dal segno della gratuità. Che può significare questo per l'uomo di oggi? Il rischio della fede scambiata come religione. Nella religione rischiamo di diventare commercianti del sacro, mercanti del Tempio. Con la fede, invece, abbandoni la categoria del merito (come posso ingraziarmi Dio così che possa farmi questo e questo) ed entri nella categoria della gratuità (Dio si dona a me gratuitamente) a prescindere dal mio impegno. Ma quando guardo il suo modo di agire, la sua gratuità, vengo contagiato ed inizio ad agire anche io come Lui, gratuitamente, senza tornaconto personale.
L'uomo è, possiamo dire, "naturalmente" religioso, ma non altrettanto "naturalmente" credente. La fede rivela all'uomo che nel mistero pasquale l'amore di Cristo ha superato tutte le alleanze e i sacrifici dell'antico testamento portandoli a pieno compimento. E allora, semplicemente, sono chiamato anch'io a svuotare il tempio del mio cuore, della mia vita, da tutto ciò che è mercato e a lasciarlo riconsacrare come casa del Signore, ove la logica che ne deriva è quella che pone al centro l'agire suo, che è perdono, grazia, misericordia.
Buona domenica a tutti!
[don Vito]
In questo itinerario quaresimale la prima lettura è caratterizzata dal tema dell'Alleanza. Se due domeniche fa' Dio ha fatto l'alleanza con Noè e domenica scorsa, col sacrificio di Isacco, l'ha fatta con Abramo e la sua discendenza, oggi, col dono della Legge fatto a Mosè sul Sinai, Dio fa alleanza col popolo d'Israele. E questa alleanza semplicemente significa: Dio si impegna con un uomo, una famiglia, un popolo e nella sua fedeltà non viene meno. È sempre l'uomo a rompere l'alleanza. Può sembrare strano ma questo riguarda tantissimo il Vangelo di oggi, che a più riprese è stato interpretato come la rivoluzione sociale di Gesù. Sì, possiamo parlare di rivoluzione, ma che Lui comincia a partire dal cuore dell'uomo: "Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo". Gesù arriva a Gerusalemme, cuore pulsante, a motivo del tempio, della vita religiosa d'Israele, e nota non persone dedite alla preghiera, all'elemosina, alla carità fraterna, ma tanti commercianti che, con la scusa delle offerte sacrificali e della diversità delle provenienze, avevano letteralmente trasformato l'area riservata ai Gentili, ai pagani, in un mercato a cielo aperto con tanto di sportelli bancari, perché non mancasse nulla per ingraziarsi l'Onnipotente.
E il cuore dell'uomo? E i poveri? E la preghiera? Perciò Gesù compie un gesto forte accompagnato da parole dure: svuota di fatto il tempio da ciò che doveva servire a celebrare la Pasqua dell'antica alleanza e risponde sorprendentemente e scandalosamente. "Distruggete questo tempio ed in tre giorni lo farò risorgere". Il tempio non ha riconosciuto Gesù come Signore e non lo ha accolto, perché "Egli parlava del tempio del suo corpo". Ma il tempio di ieri è oggi il cuore dell'uomo: per poter accogliere il Signore devo saperlo conoscere dal segno della gratuità. Che può significare questo per l'uomo di oggi? Il rischio della fede scambiata come religione. Nella religione rischiamo di diventare commercianti del sacro, mercanti del Tempio. Con la fede, invece, abbandoni la categoria del merito (come posso ingraziarmi Dio così che possa farmi questo e questo) ed entri nella categoria della gratuità (Dio si dona a me gratuitamente) a prescindere dal mio impegno. Ma quando guardo il suo modo di agire, la sua gratuità, vengo contagiato ed inizio ad agire anche io come Lui, gratuitamente, senza tornaconto personale.
L'uomo è, possiamo dire, "naturalmente" religioso, ma non altrettanto "naturalmente" credente. La fede rivela all'uomo che nel mistero pasquale l'amore di Cristo ha superato tutte le alleanze e i sacrifici dell'antico testamento portandoli a pieno compimento. E allora, semplicemente, sono chiamato anch'io a svuotare il tempio del mio cuore, della mia vita, da tutto ciò che è mercato e a lasciarlo riconsacrare come casa del Signore, ove la logica che ne deriva è quella che pone al centro l'agire suo, che è perdono, grazia, misericordia.
Buona domenica a tutti!
[don Vito]