Dal restyling al disappearing: quale fontana della stazione?
Piazza Conteduca: dall’altro lato di Via Galvani
lunedì 24 marzo 2014
Restaurata quattro anni fa, manutenuta per altri due e zampillante per troppo poco tempo. Della fontana di Piazza Conteduca, la fontana della stazione per i più, non resta che un fantastico habitat per rane e futuri principi fiabeschi. Di favoloso lo stagno non ha nulla, se si pensa che esso è la prima cosa che un pendolare vede appena arriva a Barletta.
Il restyling, cominciato esattamente quattro anni fa e ultimato nell'estate 2010, conferì alla città un dignitoso biglietto da visita agli occhi del forestiero. Nonostante il ragguardevole risparmio sugli sprechi idrici e luminosi, il risultato fu appagante per lo sguardo del barlettano che circumnaviga con piacere la sua città. Dal compendio al nulla, dalla riqualificazione alla svalutazione, dalla bella presenza alla bellezza in absentia. Faretti spenti, bocchette dell'acqua chiuse, fiori che hanno visto poche stagioni e superficie erbosa ormai secca. Questo il monumento che anticipa le bellezze di Barletta a chi vi arriva in treno.
D'altronde, la scelta del pendolare è piuttosto vasta: o prosegue verso la periferia attraverso le "rassicuranti" Via Vittorio Veneto e Via Galvani, oppure si addentra nel centro cittadino attraversando la prosciugata rotatoria di Piazza Conteduca e le altrettanto abbandonate vasche della villa comunale. Un recupero estetico, quello della fontana, costato 120mila euro alle casse comunali, di cui ora è visibile soltanto la monumentale aridità. La stazione di Barletta tra due fuochi che non fanno nemmeno luce.
Il restyling, cominciato esattamente quattro anni fa e ultimato nell'estate 2010, conferì alla città un dignitoso biglietto da visita agli occhi del forestiero. Nonostante il ragguardevole risparmio sugli sprechi idrici e luminosi, il risultato fu appagante per lo sguardo del barlettano che circumnaviga con piacere la sua città. Dal compendio al nulla, dalla riqualificazione alla svalutazione, dalla bella presenza alla bellezza in absentia. Faretti spenti, bocchette dell'acqua chiuse, fiori che hanno visto poche stagioni e superficie erbosa ormai secca. Questo il monumento che anticipa le bellezze di Barletta a chi vi arriva in treno.
D'altronde, la scelta del pendolare è piuttosto vasta: o prosegue verso la periferia attraverso le "rassicuranti" Via Vittorio Veneto e Via Galvani, oppure si addentra nel centro cittadino attraversando la prosciugata rotatoria di Piazza Conteduca e le altrettanto abbandonate vasche della villa comunale. Un recupero estetico, quello della fontana, costato 120mila euro alle casse comunali, di cui ora è visibile soltanto la monumentale aridità. La stazione di Barletta tra due fuochi che non fanno nemmeno luce.