Da Barletta l'appello di Dario Damiani per la libera stampa

«Esprimo convinta e totale solidarietà alle giornaliste e ai giornalisti italiani»

martedì 13 novembre 2018
"Quando l'ignoranza va a braccetto con l'arroganza, i risultati non possono essere che quelli mostruosi partoriti nelle ultime ore dallo "stile" (così lo ha definito il ministro Bonafede...) dei vertici del M5S, in primis il ministro Di Maio e l'ex parlamentare Di Battista. E per ignoranza non intendo la carenza di titoli di studio, ma la mancata conoscenza persino dei principi fondamentali della nostra Costituzione, quella che il M5S si vanta di aver difeso dal referendum ma evidentemente senza averla mai letta. Perché altrimenti il ministro saprebbe che l'art.21 (ma ancor prima persino lo Statuto Albertino) tutela la libertà di manifestazione del pensiero, senza censure, e il diritto di critica della stampa; l'unico limite all'esercizio di questo diritto nella professione giornalistica è la diffamazione e non certo il gradimento di Di Maio, di Di Battista, della Raggi o di Grillo". Lo afferma il senatore barlettano di Forza Italia Dario Damiani.

"In uno Stato di diritto - prosegue - quando qualcuno si sente offeso dalle idee espresse da un giornalista lo querela e affida la questione alla soluzione che ne darà la magistratura. E' un concetto molto semplice da capire, volendo. Ma purtroppo qualcuno forse pensa di stare ancora sugli spalti di uno stadio a commentare le vicende giudiziarie più o meno fortunate degli amici, non avendo ancora consapevolezza del proprio ruolo istituzionale e del doveroso rispetto nei confronti di chi, come i giornalisti, svolge ogni giorno un lavoro preziosissimo per il sano equilibrio di ogni democrazia garantendo ai cittadini informazione e pluralismo. La violenza verbale senza precedenti scatenata contro la categoria dopo la sentenza di assoluzione del sindaco di Roma disonora chi la esprime, non certo chi la subisce. Esprimo convinta e totale solidarietà alle giornaliste e ai giornalisti italiani, il cui lavoro in un Paese libero non deve essere mai e poi mai turbato da alcun ombra di minaccia palese o velata".