"D'amore non si muore", sarà davvero così?
L’evento contro il femminicidio con partecipazione speciale della cantautrice Erica Mou
venerdì 25 novembre 2022
17.08
L'amore è un sentimento che comporta una dedizione appassionata nei confronti di un'altra persona volta ad assicurare la reciproca felicità ed il reciproco benessere. Ma si sa, l'amore non è solo questo… L'amore - in troppi casi - ha assunto un altro volto, spesso ferisce, uccide e ciò è ben noto a molte donne che quotidianamente sono vittima di violenze che, quasi per assurdo, sono inflitte proprio da chi credevano rappresentasse l'espressione più forte di questo sentimento: il proprio partner.
Siamo abituati a pensare che, di fronte ad un nemico e ad una minaccia, sia automatico scappare, eppure ció non accade per quel gran numero di donne che, come se fossero risucchiate da un vortice, non riescono in autonomia a liberarsi dalla violenza perché credono che episodi di questo tipo siano sporadici e non avranno modo di ripetersi specie a seguito delle scuse ed il sentito pentimento dell'aggressore.
In realtà questo è solo l'inizio di un ciclo che porta, purtroppo, ad affermare che "D'amore si muore", anche se tutto ciò appare quasi innaturale, illogico ma è parte integrante di una realtà che non deve più aver modo di perpetuarsi.
Una lotta per la quale si combatte ormai in ogni tempo e in ogni luogo, tema cardine del dibattito che ha avuto luogo martedì 22 novembre presso la "Sala Conferenze" del Castello Svevo. Patrocinato dal Comune di Barletta e dall'associazione culturale "Letti di Piacere", l'evento dal titolo "D'amore non si muore" è stato moderato da Rita Farano e vi hanno preso parte tre giovani donne estremamente impegnate nella lotta di genere.
Dopo i saluti della prof.ssa Ester Alfarano e dell'assessore alla Cultura Oronzo Cilli, è intervenuta la prima tra le giovani donne del parterre, la Dott.sa Gentile, psico-terapeuta presso l'Osservatorio Giulia e Rossella di Barletta la quale ha tracciato un excursus sulle varie forme di violenza ed ha concluso il suo intervento con un messaggio di speranza per tutte quelle donne che sono lacerate questa situazione dalla quale è possibile venire fuori con il supporto di un'equipe specializzata e delle autorità competenti. A tal proposito è intervenuta nel dibattito il tenente Maglio che ha ricordato ai giovani e agli adulti presenti l'esistenza di un Codice Rosso messo in atto a partire dal 2019 e con il quale la donna che subisce violenza fisica o verbale può allontanare, senza esporre denuncia, il proprio aggressore dal tetto coniugale.
Tanto atteso l'intervento della famosa cantautrice Erica Mou, artista poliedrica vincitrice del Premio della Critica Mia Martini al Festival di Sanremo del 2012 e del prestigioso riconoscimento letterario "Times Litterary".
"Io sono una donna comune, non ho nessun ruolo certificato nella società ma per il mio lavoro sono portata ad osservare le cose per restituirle al mondo in un'altra chiave. Ho messo l'arte e la musica a disposizione di un tema così delicato e l'ho fatto riscrivendo in chiave rivolta al presente l'antico mito di Io che continua , dopo duemila anni, a raccontarci di una donna vittima di violenza che diventa simbolicamente, ed anche per il nome che indossa, la rappresentazione di tantissime donne. Ho affidato il "potere" di salvare Io alla musica e mi auguro che possiamo imparare tutti insieme a suonare una melodia che possa spezzare le catene dell'ingiustizia".
Un incontro pieno di emozioni, di scambi fra generazioni diverse che ci auguriamo possa ricordarci quanto sia importante tenere ogni giorno accesi i riflettori sulla violenza di genere nella speranza di annientarla del tutto.
Siamo abituati a pensare che, di fronte ad un nemico e ad una minaccia, sia automatico scappare, eppure ció non accade per quel gran numero di donne che, come se fossero risucchiate da un vortice, non riescono in autonomia a liberarsi dalla violenza perché credono che episodi di questo tipo siano sporadici e non avranno modo di ripetersi specie a seguito delle scuse ed il sentito pentimento dell'aggressore.
In realtà questo è solo l'inizio di un ciclo che porta, purtroppo, ad affermare che "D'amore si muore", anche se tutto ciò appare quasi innaturale, illogico ma è parte integrante di una realtà che non deve più aver modo di perpetuarsi.
Una lotta per la quale si combatte ormai in ogni tempo e in ogni luogo, tema cardine del dibattito che ha avuto luogo martedì 22 novembre presso la "Sala Conferenze" del Castello Svevo. Patrocinato dal Comune di Barletta e dall'associazione culturale "Letti di Piacere", l'evento dal titolo "D'amore non si muore" è stato moderato da Rita Farano e vi hanno preso parte tre giovani donne estremamente impegnate nella lotta di genere.
Dopo i saluti della prof.ssa Ester Alfarano e dell'assessore alla Cultura Oronzo Cilli, è intervenuta la prima tra le giovani donne del parterre, la Dott.sa Gentile, psico-terapeuta presso l'Osservatorio Giulia e Rossella di Barletta la quale ha tracciato un excursus sulle varie forme di violenza ed ha concluso il suo intervento con un messaggio di speranza per tutte quelle donne che sono lacerate questa situazione dalla quale è possibile venire fuori con il supporto di un'equipe specializzata e delle autorità competenti. A tal proposito è intervenuta nel dibattito il tenente Maglio che ha ricordato ai giovani e agli adulti presenti l'esistenza di un Codice Rosso messo in atto a partire dal 2019 e con il quale la donna che subisce violenza fisica o verbale può allontanare, senza esporre denuncia, il proprio aggressore dal tetto coniugale.
Tanto atteso l'intervento della famosa cantautrice Erica Mou, artista poliedrica vincitrice del Premio della Critica Mia Martini al Festival di Sanremo del 2012 e del prestigioso riconoscimento letterario "Times Litterary".
"Io sono una donna comune, non ho nessun ruolo certificato nella società ma per il mio lavoro sono portata ad osservare le cose per restituirle al mondo in un'altra chiave. Ho messo l'arte e la musica a disposizione di un tema così delicato e l'ho fatto riscrivendo in chiave rivolta al presente l'antico mito di Io che continua , dopo duemila anni, a raccontarci di una donna vittima di violenza che diventa simbolicamente, ed anche per il nome che indossa, la rappresentazione di tantissime donne. Ho affidato il "potere" di salvare Io alla musica e mi auguro che possiamo imparare tutti insieme a suonare una melodia che possa spezzare le catene dell'ingiustizia".
Un incontro pieno di emozioni, di scambi fra generazioni diverse che ci auguriamo possa ricordarci quanto sia importante tenere ogni giorno accesi i riflettori sulla violenza di genere nella speranza di annientarla del tutto.