Cronache di un'amministrazione mai nata

La nota politica di Riccardo Memeo

lunedì 30 dicembre 2013
Come ogni anno, in questo periodo impazza sui media il vezzo di riassumere gli eventi che più hanno caratterizzato gli ultimi 12 mesi: immagini, notizie, personaggi. E anche a Barletta di fatti ne sono accaduti in questo 2013 che volge al temine. Uno su tutti, l'avvicendamento a Palazzo di Città: dopo la caduta di Maffei, Cascella, sceso dal Colle più alto di Roma, è entrato prepotentemente nell'agone politico cittadino, diventando Sindaco.

Insomma, se le elezioni di Maggio sono state indubbiamente l'evento centrale del 2013, Pasquale Cascella è certamente l'uomo dall'anno. Certo, se il nostro Sindaco può fregiarsi di questo "titolo", non ha granché di cui vantarsi circa l'operato della sua Giunta. I primi 100 giorni sono passati, e anche i secondi 100, ma pur scorgendo scrupolosamente tutti gli atti di Giunta e Consiglio, non si riesce davvero ad individuare un solo provvedimento qualificante, o almeno caratterizzante. È questo che più colpisce: la assoluta mancanza di una linea politica, di un solco entro cui inserire una delibera, una decisione, che desse un segnale, un messaggio.

Tutto si riduce all'ordinaria amministrazione: e così la sessione di bilancio, vale a dire il momento più impegnativo per effettuare scelte spesso difficili, è stata vissuta alla stregua di una riunione di condominio. Il sindaco e il suo assessore si sono presentati in Consiglio dicendo: queste sono le uscite, le entrate sono insufficienti, e quindi bisogna aumentare le tasse. Facile no? E infatti il più bravo degli amministratori di condominio di Barletta non avrebbe potuto fare di meglio. Non si sono visti tagli alla spesa (e agli sprechi), che avrebbero potuto avviare un processo di seria razionalizzazione delle risorse. L'aumento delle tasse poi è stato così trasversale e e generalizzato, che non vi si intravede nemmeno una chiara impronta "di sinistra". I pochissimi consigli comunali celebrati, poi, sono stati per la gran parte impegnati a certificare i numerosi debiti fuori bilancio, pesante eredità della scorsa Amministrazione (con la quale quella attuale sembra in perfetta continuità).

In questo quadro desolante, insomma, nessuno detta l'agenda politica, e tantomeno lo fa Cascella, che per altro continua a fare il sindaco pendolare: unico caso in Italia in cui il primo cittadino se ne torna a Roma ogni fine settimana, forse alla ricerca di un qualche sbocco politico nazionale che lo riporti definitivamente nella Capitale. I politici della sua maggioranza, invece, operano ciascuno per coltivare il proprio orticello, la propria clientela, e praticano tutti lo stesso sport: chiedere a gran voce l'immancabile rimpasto. La sensazione più diffusa, insomma, è che il prossimo sarà l'anno nel quale o questa esperienza amministrativa prende finalmente il volo, o morirà definitivamente (senza per altro essere mai nata).

[Riccardo Memeo]