Crollo di via Roma, nessuno sconto dal pm Giuseppe Maralfa per i 15 imputati
Nemmeno uno ha optato per rito abbreviato o patteggiamento. Ripercorsa la vicenda a partire dalle prime richieste d'abbattimento
venerdì 15 marzo 2013
11.26
Nessuno dei 15 imputati per il crollo della palazzina di Via Roma, avvenuto il 3 Ottobre 2011 per cui morirono 5 giovani donne, ha optato per il rito abbreviato o per il patteggiamento. E per nessuno di loro, nell'udienza preliminare di stamattina, il sostituto procuratore della Repubblica di Trani Giuseppe Maralfa ha fatto "sconti". Il pubblico ministero titolare del complesso fascicolo d'indagine, che conta anche le risultanze dell'incidente probatorio sulle cause del crollo, ha confermato al gup Francesco Zecchillo la richiesta di rinvio a giudizio per tutti i 15 imputati: 14 persone fisiche ed una giuridica per le accuse mosse a vario titolo a novembre. Secondo il pubblico ministero a nessun livello, né amministrativo, né progettuale, né operativo, ci si è accorti delle gravi conseguenze che avrebbero potuto determinare, così com'è poi stato secondo le risultanze dell'incidente probatorio, i lavori edili nell'area adiacente la palazzina collassata e cioè nel suolo della Giannini Srl.
Nel ripercorrere la vicenda il pm Maralfa è partito dalle prime richieste (anni '90) d'abbattimento e di ricostruzione della palazzina che sorgeva su quell'area. Fino a giungere alla delibera del 10 gennaio 2008 del consiglio comunale, ritenuta atto di responsabilità politica ma non penale, partorita dopo la relazione del dirigente a scavalco dell'ufficio tecnico Francesco Gianferrini. Che si sarebbe basato semplicemente su quanto indicato dall'Ing. Giovanni Paparella, ritenuto direttore dei lavori dell'area Giannini. Il pubblico ministero ha riferito di "responsabilità trasversale, a tutti i livelli", e, nondimeno, dell'erronea considerazione che i lavori edili sul suolo Giannini non potevano ignorare la palazzina crollata di Via Roma e quella puntellata di Via De Leon giacchè costituenti un unico corpo di fabbrica. Il 3 ottobre 2011 sotto le macerie persero la vita le barlettane Matilde Doronzo, di 32 anni, Giovanna Sardaro, 30 anni, Antonella Zaza, 36 anni, Tina Cenci, 37 anni, che lavoravano a nero nel laboratorio tessile di Savio Cinquepalmi sito a piano terra della palazzina crollata, e la figlia dello stesso datore di lavoro, Maria, di 14 anni.
Esaurito l'intervento del pm hanno avuto spazio le numerose parti civili. L'elenco, com'è noto, comprende i familiari delle vittime e gli altri danneggiati a vario titolo tra cui il Comune, la Regione, l'Associazione Nazionale Protezione Animali Natura ed Ambiente (ANPANA) e la sezione provinciale della CGIL. Si torna in aula il 21 marzo per la prima delle 4 udienze dedicate alla difesa degli imputati: Cosimo Giannini, legale rappresentante dell'omonima Srl proprietaria del suolo adiacente la palazzina crollata; Salvatore Chiarulli, legale rappresentante dell'impresa esecutrice dei lavori per la demolizione dell'edificio e la bonifica dell'area attigua; i fratelli-dipendenti Andrea e Giovanni; il dirigente a scavalco dell'Ufficio Tecnico Comunale di Barletta Francesco Gianferrini; l'architetto Giovanni Paparella, ritenuto direttore dei lavori di bonifica dell'area Giannini; il geometra comunale Roberto Mariano; il vigile urbano addetto alla polizia edilizia Giovanni Andriolo; l'ingegnere comunale Rosario Palmitessa; l'ing. Pietro Ceci; il geometra Vincenzo Zagaria; il maresciallo di polizia municipale Alessandro Mancini; il funzionario comunale Valeria Valendino; Antonio Sica, incaricato della sorveglianza del cantiere Giannini e la stessa società a responsabilità limitata chiamata a rispondere dell'illecito amministrativo in riferimento ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose.
Le 14 persone fisiche sono accusate di omicidio colposo plurimo e, in relazione ai feriti, anche di lesioni colpose. Alcuni imputati rispondono di altre ipotesi di reato. A seconda dei casi: falso, omissione d'atti d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, violazioni della normativa edilizia.
Ricordiamo ai lettori, tutti gli atti politici e i documenti inerenti l'inchiesta in essere. L'argomento fu trattato da Barlettalife in un articolo del 15 ottobre 2011, inserito nel nostro ampio raccoglitore inerente il "Crollo di via Roma".
Nel ripercorrere la vicenda il pm Maralfa è partito dalle prime richieste (anni '90) d'abbattimento e di ricostruzione della palazzina che sorgeva su quell'area. Fino a giungere alla delibera del 10 gennaio 2008 del consiglio comunale, ritenuta atto di responsabilità politica ma non penale, partorita dopo la relazione del dirigente a scavalco dell'ufficio tecnico Francesco Gianferrini. Che si sarebbe basato semplicemente su quanto indicato dall'Ing. Giovanni Paparella, ritenuto direttore dei lavori dell'area Giannini. Il pubblico ministero ha riferito di "responsabilità trasversale, a tutti i livelli", e, nondimeno, dell'erronea considerazione che i lavori edili sul suolo Giannini non potevano ignorare la palazzina crollata di Via Roma e quella puntellata di Via De Leon giacchè costituenti un unico corpo di fabbrica. Il 3 ottobre 2011 sotto le macerie persero la vita le barlettane Matilde Doronzo, di 32 anni, Giovanna Sardaro, 30 anni, Antonella Zaza, 36 anni, Tina Cenci, 37 anni, che lavoravano a nero nel laboratorio tessile di Savio Cinquepalmi sito a piano terra della palazzina crollata, e la figlia dello stesso datore di lavoro, Maria, di 14 anni.
Esaurito l'intervento del pm hanno avuto spazio le numerose parti civili. L'elenco, com'è noto, comprende i familiari delle vittime e gli altri danneggiati a vario titolo tra cui il Comune, la Regione, l'Associazione Nazionale Protezione Animali Natura ed Ambiente (ANPANA) e la sezione provinciale della CGIL. Si torna in aula il 21 marzo per la prima delle 4 udienze dedicate alla difesa degli imputati: Cosimo Giannini, legale rappresentante dell'omonima Srl proprietaria del suolo adiacente la palazzina crollata; Salvatore Chiarulli, legale rappresentante dell'impresa esecutrice dei lavori per la demolizione dell'edificio e la bonifica dell'area attigua; i fratelli-dipendenti Andrea e Giovanni; il dirigente a scavalco dell'Ufficio Tecnico Comunale di Barletta Francesco Gianferrini; l'architetto Giovanni Paparella, ritenuto direttore dei lavori di bonifica dell'area Giannini; il geometra comunale Roberto Mariano; il vigile urbano addetto alla polizia edilizia Giovanni Andriolo; l'ingegnere comunale Rosario Palmitessa; l'ing. Pietro Ceci; il geometra Vincenzo Zagaria; il maresciallo di polizia municipale Alessandro Mancini; il funzionario comunale Valeria Valendino; Antonio Sica, incaricato della sorveglianza del cantiere Giannini e la stessa società a responsabilità limitata chiamata a rispondere dell'illecito amministrativo in riferimento ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose.
Le 14 persone fisiche sono accusate di omicidio colposo plurimo e, in relazione ai feriti, anche di lesioni colpose. Alcuni imputati rispondono di altre ipotesi di reato. A seconda dei casi: falso, omissione d'atti d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, violazioni della normativa edilizia.
Ricordiamo ai lettori, tutti gli atti politici e i documenti inerenti l'inchiesta in essere. L'argomento fu trattato da Barlettalife in un articolo del 15 ottobre 2011, inserito nel nostro ampio raccoglitore inerente il "Crollo di via Roma".