Crollo di via Roma, breve udienza preliminare
Il GUP di Trani su ammissibilità di quarantuno istanze di costituzione di parte civile. Il Comune parte lesa?
giovedì 10 gennaio 2013
17.20
Prosegue il lento cammino della macchina della giustizia, per tentare di lenire, con la verità, una ferita che, tuttavia, resterà indelebile sulla città della Disfida. Ieri mattina, si è svolta una breve udienza preliminare a Trani, per il crollo della palazzina di Via Roma dove il 3 ottobre 2011, schiacciate dalle macerie, morirono cinque persone: le operaie Matilde Doronzo, 32 anni, Giovanna Sardaro, 30, Antonella Zaza, 36, Tina Cenci, 37, e Maria Cinquepalmi, 14enne figlia di Savio Cinqueplami, titolare del laboratorio tessile che insisteva al piano terra dell'edificio.
Il GUP del tribunale di Trani Francesco Zecchillo ha aggiornato l'udienza al 31 gennaio per pronunciarsi sull'ammissibilità delle quarantuno istanze di costituzioni di parte civile promosse dai parenti delle vittime, dai feriti (il crollo ne contò 11 di cui uno grave) e da altre persone che lamentano danni a beni materiali. Nella stessa data il gup deciderà anche sulla richiesta di autorizzazione pervenuta dalle parti civili a citare i soggetti ritenuti responsabili civili: il Comune di Barletta, la Srl Giannini, proprietaria dell'area attigua all'edificio crollato, e la Ditta Chiarulli che li stava eseguendo.
Ma il Comune risulta anche nell'elenco delle parti civili. Il gup, dunque, dovrà decidere anche che ruolo ha il Comune. Delle due l'una: o parte lesa o ipotetico soggetto tenuto al risarcimento. Nessuno dei quindici imputati ha presentato istanza di patteggiamento o di giudizio abbreviato; tuttavia c'è ancora tempo per farlo. Agli atti dell'inchiesta del pubblico ministero Giuseppe Maralfa spicca soprattutto l'incidente probatorio (che ha valore di prova dibattimentale) sulle cause del cedimento dell'edificio che insieme alla palazzina che insisteva nell'area Giannini e a quella puntellata di Via De Leon costituivano un unico corpo di fabbrica. I periti che furono nominati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani Angela Schiralli confermarono che l'edificio crollò a causa dei lavori eseguiti nell'attiguo cantiere della Giannini Srl.
Il pm chiede il rinvio a giudizio di: Cosimo Giannini, legale rappresentante dell'omonima Srl proprietaria del suolo adiacente alla palazzina crollata; Salvatore Chiarulli, legale rappresentante dell'impresa esecutrice dei lavori per la demolizione dell'edificio e la bonifica dell'area attigua; i fratelli-dipendenti Andrea e Giovanni; il dirigente a scavalco dell'Ufficio Tecnico Comunale di Barletta Francesco Gianferrini; l'architetto Giovanni Paparella, ritenuto direttore dei lavori di bonifica dell'area Giannini; il geometra comunale Roberto Mariano; il vigile urbano addetto alla polizia edilizia Giovanni Andriolo; l'ingegnere comunale Rosario Palmitessa; l'ing. Pietro Ceci; il geometra Vincenzo Zagaria; il maresciallo di polizia municipale Alessandro Mancini; il funzionario comunale Valeria Valendino; Antonio Sica, incaricato della sorveglianza del cantiere Giannini e la stessa società a responsabilità limitata chiamata a rispondere dell'illecito amministrativo con riferimento ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose.
Le quattordici persone fisiche sono accusate di omicidio colposo plurimo e, in relazione ai feriti, anche di lesioni colpose. Alcuni imputati rispondono di altre ipotesi di reato. A seconda dei casi: falso, omissione d'atti d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, violazioni della normativa edilizia. Prima di entrare nel merito delle richieste di rinvio a giudizio occorrerà, però, ancora dar spazio a questioni procedurali preliminari.
Il GUP del tribunale di Trani Francesco Zecchillo ha aggiornato l'udienza al 31 gennaio per pronunciarsi sull'ammissibilità delle quarantuno istanze di costituzioni di parte civile promosse dai parenti delle vittime, dai feriti (il crollo ne contò 11 di cui uno grave) e da altre persone che lamentano danni a beni materiali. Nella stessa data il gup deciderà anche sulla richiesta di autorizzazione pervenuta dalle parti civili a citare i soggetti ritenuti responsabili civili: il Comune di Barletta, la Srl Giannini, proprietaria dell'area attigua all'edificio crollato, e la Ditta Chiarulli che li stava eseguendo.
Ma il Comune risulta anche nell'elenco delle parti civili. Il gup, dunque, dovrà decidere anche che ruolo ha il Comune. Delle due l'una: o parte lesa o ipotetico soggetto tenuto al risarcimento. Nessuno dei quindici imputati ha presentato istanza di patteggiamento o di giudizio abbreviato; tuttavia c'è ancora tempo per farlo. Agli atti dell'inchiesta del pubblico ministero Giuseppe Maralfa spicca soprattutto l'incidente probatorio (che ha valore di prova dibattimentale) sulle cause del cedimento dell'edificio che insieme alla palazzina che insisteva nell'area Giannini e a quella puntellata di Via De Leon costituivano un unico corpo di fabbrica. I periti che furono nominati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani Angela Schiralli confermarono che l'edificio crollò a causa dei lavori eseguiti nell'attiguo cantiere della Giannini Srl.
Il pm chiede il rinvio a giudizio di: Cosimo Giannini, legale rappresentante dell'omonima Srl proprietaria del suolo adiacente alla palazzina crollata; Salvatore Chiarulli, legale rappresentante dell'impresa esecutrice dei lavori per la demolizione dell'edificio e la bonifica dell'area attigua; i fratelli-dipendenti Andrea e Giovanni; il dirigente a scavalco dell'Ufficio Tecnico Comunale di Barletta Francesco Gianferrini; l'architetto Giovanni Paparella, ritenuto direttore dei lavori di bonifica dell'area Giannini; il geometra comunale Roberto Mariano; il vigile urbano addetto alla polizia edilizia Giovanni Andriolo; l'ingegnere comunale Rosario Palmitessa; l'ing. Pietro Ceci; il geometra Vincenzo Zagaria; il maresciallo di polizia municipale Alessandro Mancini; il funzionario comunale Valeria Valendino; Antonio Sica, incaricato della sorveglianza del cantiere Giannini e la stessa società a responsabilità limitata chiamata a rispondere dell'illecito amministrativo con riferimento ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose.
Le quattordici persone fisiche sono accusate di omicidio colposo plurimo e, in relazione ai feriti, anche di lesioni colpose. Alcuni imputati rispondono di altre ipotesi di reato. A seconda dei casi: falso, omissione d'atti d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, violazioni della normativa edilizia. Prima di entrare nel merito delle richieste di rinvio a giudizio occorrerà, però, ancora dar spazio a questioni procedurali preliminari.