Crisi, crolla il mercato immobiliare in Puglia

Compravendite in calo del 25% nel 2012. I numeri diffusi dal Centro studi regionale dell'Anaci

lunedì 20 maggio 2013
A cura di Luca Guerra
La crisi economica coinvolge anche il mercato immobiliare: succede in Puglia, dove nel corso del 2012 sono state portate a termine 26.675 compravendite, quasi 9mila in meno del 2011, dove erano state concluse 35.632 transazioni: un crollo pari al 25%, rappresentato dai numeri diffusi dal Centro studi regionale dell'Associazione nazionale amministratori condominiali ed immobiliari (Anaci) su dati dell'Agenzia del Territorio.

I dati per provincia- I dati elaborati da Anaci Puglia sui passaggi di proprietà sono davvero poco rassicuranti. Nel 2012, nelle province di Bari e Bat, le transazioni sono state, in tutto, 10.703 (contro le 14.290 dell'anno precedente). Rappresentano il 40 per cento di quelle effettuate nell'intera Puglia. La provincia più colpita è però quella di Taranto. Le compravendite, infatti, sono diminuite del 30,3 per cento (da 5.273 a 3.675). Nonostante la forte contrazione, corrisponde comunque al 13,8 per cento del mercato regionale. Anche Brindisi registra una flessione oltre la media: -26,5 per cento (da 3.571 si scende a 2.625). Lecce e Foggia, invece, sono in controtendenza rispetto al dato pugliese: entrambi hanno subìto un calo del 22,6 per cento.

Crollano le compravendite immobiliari in Puglia
Natura di una crisi- «La crisi economica ha paralizzato il mercato immobiliare - spiega il presidente di Anaci Puglia, Vito Lucente - La mancanza di liquidità, la difficoltà di accesso al mutuo ipotecario a tassi convenienti e le maggiori imposte che gravano sugli immobili pesano come macigni sulla vivacità del mercato. Il Governo nazionale e gli enti locali - conclude Lucente - vedono il bene immobile come fonte di tassazione, mentre dovrebbe essere oggetto di una maggiore attenzione sociale». I numeri portati "in dote" da Anaci Puglia rappresentano così la diminutio del cosiddetto "mattone" come mercato dal guadagno sicuro, quale esso era visto nel decennio precedente. Un calo di appeal determinato tanto dal calo della domanda quanto dall'inflazione galoppante: numeri confermati anche su scala nazionale. Nel 2012, come emerge dal rapporto realizzato dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate in collaborazione con l'Abi presentato a Roma, si è avuta una riduzione del 27,5% rispetto al 2011 per i volumi di compravendite delle case (a 448.364 numero di transazioni), con un calo inferiore per i capoluoghi (-24,8%), e maggiore nei comuni non capoluogo (-26,1%).

Una fiammella di speranza su scala nazionale resiste: dopo un anno e mezzo di calo, nel secondo semestre 2012 è infatti migliorato con la quota di famiglie (13 milioni circa) che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo del mutuo per l'acquisto di una casa di poco superiore al 50% come per il primo semestre 2010.