Covid, Mennea: «Si ristorino anche i negozi di abbigliamento bimbi»
Il consigliere regionale ha inoltrato una richiesta all'onorevole Alessia Morani
mercoledì 25 novembre 2020
«Le attività di vendita al dettaglio di abbigliamento per neonati e bambini vanno inserite nel decreto 'Ristori', in quanto rientrano tra quelle colpite dalla crisi legata alla pandemia da Covid-19». Lo dichiara il consigliere regionale Pd, Ruggiero Mennea, che ha inoltrato un'apposita richiesta al sottosegretario allo Sviluppo economico, Alessia Morani.
«La crisi economica conseguente al Covid-19 - spiega Mennea - ha colpito moltissime attività di commercio al dettaglio, soprattutto quelle di abbigliamento a causa dei mancati guadagni relativi al segmento cerimonie della scorsa primavera-estate, tanto che il Governo le ha incluse tra i beneficiari dei ristori previsti nei relativi decreti. Sono rimaste escluse però le attività specializzate in vendita al dettaglio di abbigliamento neonati e bambini, parificate a quelle di alimenti, farmaci o beni di prima necessità.
Eppure, il commercio di abbigliamento per nascituri e neonati – sostiene ancora il consigliere regionale - è una minima percentuale dell'attività commerciale di tali esercenti e, pertanto, non è affine né assimilabile a tutte le categorie rientranti nella fattispecie dei beni di prima necessità. Pertanto, ho chiesto all'onorevole Morani che si faccia interprete della richiesta di inserire il codice Ateco 477120, relativo al commercio al dettaglio di abbigliamento per bambini, tra quelli previsti dai dpcm 'Ristori', in modo da non lasciare indietro – conclude – davvero nessuno».
«La crisi economica conseguente al Covid-19 - spiega Mennea - ha colpito moltissime attività di commercio al dettaglio, soprattutto quelle di abbigliamento a causa dei mancati guadagni relativi al segmento cerimonie della scorsa primavera-estate, tanto che il Governo le ha incluse tra i beneficiari dei ristori previsti nei relativi decreti. Sono rimaste escluse però le attività specializzate in vendita al dettaglio di abbigliamento neonati e bambini, parificate a quelle di alimenti, farmaci o beni di prima necessità.
Eppure, il commercio di abbigliamento per nascituri e neonati – sostiene ancora il consigliere regionale - è una minima percentuale dell'attività commerciale di tali esercenti e, pertanto, non è affine né assimilabile a tutte le categorie rientranti nella fattispecie dei beni di prima necessità. Pertanto, ho chiesto all'onorevole Morani che si faccia interprete della richiesta di inserire il codice Ateco 477120, relativo al commercio al dettaglio di abbigliamento per bambini, tra quelli previsti dai dpcm 'Ristori', in modo da non lasciare indietro – conclude – davvero nessuno».