Covid-19, Ordine dei medici Bat: «Non siamo eroi, chiediamo solo rispetto»
Il presidente Delvecchio: «Il dilagare del contagio ha evidenziato la fragilità del sistema sanitario»
martedì 17 novembre 2020
18.20
«Il momento storico che il Paese intero e le nostre città stanno attraversando è drammatico e sta mettendo a dura prova la tenuta dell'intero comparto sanitario». Così Benedetto Delvecchio presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Bat nel far presente quanto deliberato dal Consiglio direttivo.
«Il dilagare del contagio Covid19 - prosegue - ha messo in evidenza la fragilità di un sistema sanitario che abbiamo per troppo tempo ritenuto a buona ragione uno dei più validi al mondo dimenticando spesso che i pilastri su cui si è retto era determinato da un livello di formazione universitaria di riconosciuto prestigio e da uomini che hanno garantito il suo funzionamento con spirito di servizio civile e dedizione ad una professione declinata nel rispetto di principi etici raccolti nel nostro codice deontologico.
È opportuno ricordare che usciamo da un ventennio orribile, un periodo che ha visto in una funesta coincidenza temporale sovrapporsi il blocco delle assunzioni, il blocco del turn-over, una progressiva riduzione dei finanziamenti alla sanità e la riduzione progressiva del numero dei medici e di infermieri, la riduzione di posti letto e la chiusura dei vecchi presidi ospedalieri, il numero chiuso alla facoltà di medicina senza una adeguata programmazione del fabbisogno, il blocco dei contratti di lavoro, una aziendalizzazione che ha mortificato l'autonomia dei medici e la loro capacità di intervenire nel governo sanitario, un esasperato aggravio di incombenze burocratiche che hanno sottratto tempo prezioso alle cure. Le conseguenze non si sono fatte attendere e sono sotto gli occhi di tutti .
Ciononostante oggi come nel passato e come sempre siamo qui a mettere a disposizione dei cittadini la nostra competenza, la nostra dedizione, il nostro impegno a obbedire ai dettami costituzionali a tutela della salute.
Ai nostri cittadini che vivono una situazione di grave disagio e che manifestano legittimamente la necessità di tutela diciamo che i medici, gli infermieri, i tecnici sanitari della nostra provincia stanno dando prova di grande sacrificio assicurando la copertura negli ospedali dei servizi essenziali rinunciando ai turni di riposo, assicurando disponibilità a supplire alla mancanza di personale, accettando mansioni non pertinenti alla loro formazione, derogando ad ogni vincolo contrattuale.
A chi pensa che il proprio particolare sia specchio della complessità dei problemi che stiamo affrontando, ai nani e alle ballerine che discettano in poltrona della mancanza di assistenza sul territorio diciamo che i medici ed i pediatri di famiglia, gli operatori del dipartimento di prevenzione governano una domanda le cui dimensioni sono in proporzione come la parte dell'iceberg sommersa rispetto a ciò che appare e che in mancanza di questo apporto saremmo già in una situazione di collasso dell'intero sistema sanitario.
A chi ha le responsabilità di governo va la nostra solidarietà e vicinanza per l'impegno profuso in questa difficile circostanza , a loro e a tutti offriamo la nostra piena collaborazione. Non siamo eroi e nemmeno vogliamo esserlo. Chiediamo solo rispetto e riconoscimento per quanto cerchiamo di fare pur nei limiti che la nostra condizione ci consente».
«Il dilagare del contagio Covid19 - prosegue - ha messo in evidenza la fragilità di un sistema sanitario che abbiamo per troppo tempo ritenuto a buona ragione uno dei più validi al mondo dimenticando spesso che i pilastri su cui si è retto era determinato da un livello di formazione universitaria di riconosciuto prestigio e da uomini che hanno garantito il suo funzionamento con spirito di servizio civile e dedizione ad una professione declinata nel rispetto di principi etici raccolti nel nostro codice deontologico.
È opportuno ricordare che usciamo da un ventennio orribile, un periodo che ha visto in una funesta coincidenza temporale sovrapporsi il blocco delle assunzioni, il blocco del turn-over, una progressiva riduzione dei finanziamenti alla sanità e la riduzione progressiva del numero dei medici e di infermieri, la riduzione di posti letto e la chiusura dei vecchi presidi ospedalieri, il numero chiuso alla facoltà di medicina senza una adeguata programmazione del fabbisogno, il blocco dei contratti di lavoro, una aziendalizzazione che ha mortificato l'autonomia dei medici e la loro capacità di intervenire nel governo sanitario, un esasperato aggravio di incombenze burocratiche che hanno sottratto tempo prezioso alle cure. Le conseguenze non si sono fatte attendere e sono sotto gli occhi di tutti .
Ciononostante oggi come nel passato e come sempre siamo qui a mettere a disposizione dei cittadini la nostra competenza, la nostra dedizione, il nostro impegno a obbedire ai dettami costituzionali a tutela della salute.
Ai nostri cittadini che vivono una situazione di grave disagio e che manifestano legittimamente la necessità di tutela diciamo che i medici, gli infermieri, i tecnici sanitari della nostra provincia stanno dando prova di grande sacrificio assicurando la copertura negli ospedali dei servizi essenziali rinunciando ai turni di riposo, assicurando disponibilità a supplire alla mancanza di personale, accettando mansioni non pertinenti alla loro formazione, derogando ad ogni vincolo contrattuale.
A chi pensa che il proprio particolare sia specchio della complessità dei problemi che stiamo affrontando, ai nani e alle ballerine che discettano in poltrona della mancanza di assistenza sul territorio diciamo che i medici ed i pediatri di famiglia, gli operatori del dipartimento di prevenzione governano una domanda le cui dimensioni sono in proporzione come la parte dell'iceberg sommersa rispetto a ciò che appare e che in mancanza di questo apporto saremmo già in una situazione di collasso dell'intero sistema sanitario.
A chi ha le responsabilità di governo va la nostra solidarietà e vicinanza per l'impegno profuso in questa difficile circostanza , a loro e a tutti offriamo la nostra piena collaborazione. Non siamo eroi e nemmeno vogliamo esserlo. Chiediamo solo rispetto e riconoscimento per quanto cerchiamo di fare pur nei limiti che la nostra condizione ci consente».