Cosa trova nell'uovo di Pasqua il barlettano?

Per noi il cioccolato è sempre amaro

domenica 4 aprile 2010 18.15
A cura di Peter Strayder
E' un week end di giubilo quello che ci prepariamo a vivere. Le feste pasquali illuminate dal Sole primaverile ci fanno sembrare l'estate ancor più vicina.Ma come vive Barletta queste feste? Tra una funzione religiosa e l'altra si spera di sopravvivere e passare indenni la tre giorni di festa ed arrivare, più o meno incolumi, al lunedì sera, quando dopo la tradizionale gita fuori porta si tornerà a casa consapevoli della dura settimana lavorativa d'affrontare.

Non sarà una felice Pasqua per il barlettano. Quando romperà l'uovo di cioccolato, noterà che il suo contenuto sarà alquanto spiacevole. Ci sarà il solito mutuo da pagare, il prezzo dei carburanti strategicamente aumentato alla vigilia della feste, e il lavoro straordinario non pagato. Difficile essere felici in questi giorni. Si porta la moglie al supermercato per allestire il pranzo pasquale ma, mentre si scopre che le buste della spesa sono più vuote dell'anno scorso, ci passa davanti la ricca signora col carrello colmo di ogni ben di Dio che guarda quasi con fastidio i nostri miseri acquisti.

Comunque, il vero barlettano non si da mai per vinto e nelle situazioni peggiori riesce a dare sempre il meglio di sè. Ci sarà sempre un raggio di luce ad illuminare il nostro cammino.

Allora via con artifici vari per far sembrare un misero pasto un pranzo da re. Non ci si può permettere la scampagnata del lunedì a causa del caro-benzina? Si va tutti a Montaltino e ci si butta sul primo prato libero con la tradizionale "fornacella" pronti ad arrostire tanta salsiccia; infatti l'importante è far giocare i bambini all'aria aperta.

Caro barlettano goditi in ogni caso questi giorni, anche se le tue risate sono amare vai avanti per la tua strada. Ricorda però, che quando scarterai l'uovo con la sorpresa, dovrai conservare con cura l'incarto. Non si sa mai potrai riciclare la carta anche l'anno prossimo insieme ai tuoi sogni e alle tue aspettative.
Caro Peter, non ti dico nulla di nuovo. Sai che a Barletta si vive per la fuffa o, per usare un termine dialettale la « paglia ». E nelle feste comandate questo è ancora più evidente. La domenica di Pasqua si tirano fuori i capi primaverili appena comprati e si sfoggiano lungo il corso, mentre alcuni fanatici anticipano l' estate andandosene in giro già in maglietta, gli stessi che poi a settembre indosseranno per primi i maglioni di lana nuovi – nuovi. Ma il lunedì di Pasquetta si sfoggiano le tute ginniche nuove con scarpe fiammanti pulitissime, e anche se il barlettano non andrà da nessuna parte, ci mostrerà che lui è uno sportivo anche se rimarrà tutta la giornata davanti il bar. Se poi non ci sono abbastanza soldi per andare e venire in giornata a Capri, solo per dire di esserci stati, si ricorre alla stessa finanzia che ha finanziato il Natale passato, perché se a Pasquetta non vai in capo al mondo, incolonnandoti in autostrada, non sei nessuno.

Se non puoi andare nemmeno a Capri, ti rimane il «villino», spesso abusivo, dove far scoprire la campagna ai figli, i quali almeno una volta l'anno avranno un contatto con la natura, e coi telefonini appiccicati alle mani, invieranno con facce annoiate sms e mms agli amici per tutta la giornata. Spero che in queste giornate almeno il cibo sia una consolazione, dopo la religione, ovviamente.

Caustico ed efficace, Tommaso Francavilla
redattore Barlettalife