Cosa significa ricordare? 53 anni dopo il crollo di via Canosa
Oggi l’anniversario, furono 58 le vittime. Quasi un anno dal crollo di via Roma
domenica 16 settembre 2012
0.08
E' trascorso quasi un anno dal crollo di via Roma, quando un boato inaspettato infranse la banale quotidianità di un lunedì mattina, portandosi via le vite di cinque donne. Ben cinquantatré anni sono passati invece da un ancor più tragico crollo, quello di via Canosa, che il 16 settembre 1959 fece sparire fra la polvere un intero palazzo di nuova costruzione e i suoi 58 residenti. Allora Barletta finì sulle prime pagine dei giornali, si parlò di mala edilizia, si cercarono responsabili e si chiedeva giustizia per lenire i ciechi dolori delle famiglie. Tutto ciò si è ripetuto il 3 ottobre del 2011, senza differenze.
Tra i tanti silenzi che hanno coperto il dolore di via Roma, una sola richiesta rimane costante: quella di non dimenticare, e quindi di impedire che su quel luogo vengano edificate ulteriori costruzioni. Oggi in quel varco su via Roma si estende una piatta colata di cemento, ma nulla si sa ancora sul fine ultimo di quello spazio. Sappiamo bene invece che quella richiesta di memoria non fu concessa alle vittime di via Canosa dove, per ragioni burocratiche o economiche, si è tornato ad edificare, colando cemento e mattoni su un luogo dove forse il vuoto della memoria avrebbe meritato maggior… rispetto. Solo pochi anni fa, grazie alla spontanea iniziativa del Gruppo di Lavoro "Barletta Via Canosa 1959-2009" è stata eretta una stele in un'area verde di via dei Pini, su cui sono incisi i nomi e i cognomi delle 58 vittime di via Canosa. Un bel gesto di memoria storica, forse giunto troppo tardi nel tempo, ma sempre meglio che non fosse giunto nemmeno, e per giunta da un comitato spontaneo, non per opera di amministrazioni o enti pubblici. A quasi un anno dal crollo di via Roma ci domandiamo: perché non incidere sulla pietra anche i nomi delle cinque donne scomparse il 3 ottobre 2011?
La memoria dei barlettani è fragile, forse la pietra conserverà meglio il ricordo per le generazioni future. Non per un mero gesto di compassione o di umano rispetto, ma per dare un senso a quelle morti, per far sì che i nostri figli leggano nelle pagine della storia anche i volti più tristi di una Barletta non certo raggiante, per imparare dai nostri errori. Il crollo di via Canosa fu un errore, come lo è stato quello di via Roma. Non di persone, ma di una città intera, che continua ad infliggere ferite con i suoi silenzi e le sue omertà.
Tra i tanti silenzi che hanno coperto il dolore di via Roma, una sola richiesta rimane costante: quella di non dimenticare, e quindi di impedire che su quel luogo vengano edificate ulteriori costruzioni. Oggi in quel varco su via Roma si estende una piatta colata di cemento, ma nulla si sa ancora sul fine ultimo di quello spazio. Sappiamo bene invece che quella richiesta di memoria non fu concessa alle vittime di via Canosa dove, per ragioni burocratiche o economiche, si è tornato ad edificare, colando cemento e mattoni su un luogo dove forse il vuoto della memoria avrebbe meritato maggior… rispetto. Solo pochi anni fa, grazie alla spontanea iniziativa del Gruppo di Lavoro "Barletta Via Canosa 1959-2009" è stata eretta una stele in un'area verde di via dei Pini, su cui sono incisi i nomi e i cognomi delle 58 vittime di via Canosa. Un bel gesto di memoria storica, forse giunto troppo tardi nel tempo, ma sempre meglio che non fosse giunto nemmeno, e per giunta da un comitato spontaneo, non per opera di amministrazioni o enti pubblici. A quasi un anno dal crollo di via Roma ci domandiamo: perché non incidere sulla pietra anche i nomi delle cinque donne scomparse il 3 ottobre 2011?
La memoria dei barlettani è fragile, forse la pietra conserverà meglio il ricordo per le generazioni future. Non per un mero gesto di compassione o di umano rispetto, ma per dare un senso a quelle morti, per far sì che i nostri figli leggano nelle pagine della storia anche i volti più tristi di una Barletta non certo raggiante, per imparare dai nostri errori. Il crollo di via Canosa fu un errore, come lo è stato quello di via Roma. Non di persone, ma di una città intera, che continua ad infliggere ferite con i suoi silenzi e le sue omertà.