«Contrari al registro delle unioni civili per motivi sociali, giuridici, culturali»

La presa di posizione del Centro "Insieme con la coppia"

domenica 13 aprile 2014 19.35
«A proposito del Registro comunale delle Unioni Civili, riteniamo opportuno dare il nostro contributo alla riflessione, forti dell'esperienza acquisita sul campo in favore della famiglia. Il Centro di promozione familiare 'Insieme con… la coppia' di Barletta, sito in vico S. Giovanni di Dio 1, nasce nel 1979 con l'intento di dare sostegno gratuito alle famiglie ma anche ai singoli, senza alcuna distinzione. Un'esperienza che viene da lontano, quindi, e che testimonia l'interesse costante e non dell'ultima ora, per il bene comune e per la famiglia in particolare. La nostra Associazione, per onestà intellettuale e per coerenza con i valori cristiani a cui si ispira, pur evitando atteggiamenti discriminatori, non può condividere l'istituzione del Registro delle Unioni Civili. Per noi cattolici l'unione matrimoniale ha carattere sacramentale, così come recita il Codice di Diritto Canonico al canone 1055: "Il patto matrimoniale con cui l'uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla generazione e educazione della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento". La nostra coscienza di cristiani non può ignorare gli insegnamenti del Signore e, con convinzione, ribadisce il valore del matrimonio. È pur vero, però, che in un confronto democratico che coinvolge la cittadinanza, a prescindere dal credo professato, è necessario affermare altri principi più comuni».

«Crediamo fermamente che il buon governo di una città si dimostri anzitutto nella capacità degli amministratori di ascoltare le istanze e i bisogni di tutti i cittadini e di rendere loro ragione delle scelte fatte, tra le varie istanze, secondo criteri di competenza, trasparenza, ragionevolezza e adeguata comprensione e graduazione delle priorità e delle urgenze del territorio. Proprio per questo ci preoccupa il diffondersi di interventi amministrativi a livello comunale che pretendono di regolare le relazioni private tra le persone strumentalizzando le specificità della famiglia, istituzione che invece fin dal disegno costituzionale esige regolazione, promozione e tutela, in quanto società naturale, di cui la Repubblica "riconosce" i diritti».

«Siamo quindi contrari alla istituzione dei registri comunali delle unioni civili essenzialmente per tre ordini di motivazioni: sociali, giuridiche, culturali. «Riteniamo che lo sganciamento dei diritti dai doveri e la promozione della precarietà, che è invece diffusamente percepita come negativa laddove si parla di lavoro, di abitazione, di servizi pubblici, siano iniziative etiche del Comune, intrusive rispetto alla libertà di educazione delle famiglie e, anzi, specificamente, diseducative rispetto alle nuove generazioni».